La paura ti rende prigioniero, la speranza ti libera

andrealapoLa stagione più grigia della recente storia bianconera è finalmente terminata. Sebbene molti juventini tremino ancora al nome di Gigi Maifredi o a quello di Rino Marchesi, quest’ultima annata verrà sicuramente ricordata come il terribile annus horribilis: nessuno vorrà cimentarsi nel ricordo delle gesta eroiche dei prodi condottieri Ferrara e Zaccheroni. Ancora prima della chiusura di questa stagione brillantissima (ricordiamo ai cari lettori la conquista estiva del trofeo tim: unico grande trofeo messo in bacheca da Elkann & soci dopo la “fantastica avventura” nella serie cadetta conclusasi con la vittoria della coppa Zaccone), parlai dell’improrogabile necessità dell’inizio di una terapia elettroconvulsivante per la società bianconera su larga scala: essa doveva toccare intanto il rifacimento dei quadri dirigenziali e poi, ovviamente, la rivoluzione della squadra, che ha evidenti lacune a livello di organico.
Andrea Agnelli avrà un compito molto arduo: ricostruire sulle macerie della vecchia gestione.
Dal punto di vista societario si notano gli effetti del progetto targato Elkann-Blanc: un fallimento in piena regola anche grazie alla collaborazione fattiva dei vari Fassone (la sciarpa nerazzurra è un marchio indelebile della sua competenza), Secco (memorabili le sue trattative di mercato), Castagnini (indimenticabili gli ingaggi di tutte le grandi promesse del settore giovanile). Un plauso particolare andrebbe anche all’ex presidente Giovanni Cobolli Gigli: purtroppo resteranno scolpite nella memoria alcune sue perle verbali come “Ispiriamoci ai valori di Facchetti” oppure “Il 5 maggio è una poesia del Manzoni”. Meglio non andare oltre.
Una brevissima parentesi voglio dedicarla al capitolo Calciopoli: il ricorso presentato per l’assegnazione dello scudetto agli “onesti” di Milano ed il loro eventuale deferimento è solo il primo passo. Ed è comunque un segnale positivo, basti pensare all’atteggiamento ed alla venerazione della vecchia gestione verso la seconda squadra di Milano.
Si diceva appunto della necessità di una ricostruzione in primis dei quadri societari: arriva Marotta (anche se il neo-Presidente non era pienamente convinto della scelta, essendo una trattativa condotta dalla vecchia gestione, la professionalità di quest’ultimo non si discute), vanno via Secco, Fassone, Castagnini e nel breve periodo dovrebbe andar via anche Blanc. Finalmente!
Arriverà sicuramente gente più preparata e che fa della cultura del lavoro il proprio marchio (si vocifera ad esempio del ritorno di Romy Gai, sarebbe un ottimo acquisto).
Comunque, delineando nel breve l’organigramma societario, si penserà alla ricostruzione della squadra. E' fatta per l’allenatore: Gigi Del Neri.
Personalmente, lo ritengo un allenatore di seconda fascia, come prima scelta tutti avremmo auspicato l’ingaggio di Fabio Capello (è anche vero che Don Fabio non ha mai gradito le squadre in piena rivoluzione, bensì un organico già ben definito e solo con qualche ritocco da fare). Altresì vero che in questa squadra occorre assolutamente un sergente di ferro con le spalle ben coperte. In una recente intervista Del Neri ha affermato: “E’ sempre la società che fa grande l’allenatore, mai il contrario”. Mi trovo perfettamente d’accordo con le parole di Del Neri. Ecco perché serviranno, in seno alla società bianconera, figure in grado di proteggere il lavoro del mister al fine di evitare la solita anarchia che regna sovrana nello spogliatoio juventino da quattro anni a questa parte.
Per quanto riguarda il mercato, verranno fatte scelte oculate a garantire il miglioramento della rosa attuale con innesti di giocatori giovani e, allo stesso tempo, si poteranno i rami secchi. Ciò che abbiamo visto nella stagione appena trascorsa, non deve verificarsi più: i tifosi juventini pretendono “undici piemontesi tosti”, che diano battaglia novanta minuti su novanta per ogni singolo incontro che andremo ad affrontare.
Altra cosa che ritengo scontata è che nessuno di noi dovrebbe pretendere la vittoria finale del campionato in tempi strettissimi: ricordiamoci sempre quanto hanno distrutto in quattro anni il duo Elkann-Blanc. Si deve ricostruire e c’è bisogno di un progetto serio stavolta.
L’amore per la Juve adesso c’è, la competenza non manca e non mancherà grazie ai nuovi innesti in società a livello dirigenziale; e noi tutti ci aspettiamo degli acquisti mirati di giocatori da Juve.
Buon lavoro, Presidente, mi fido di Lei.