Un Trillo "per" Corso Agnelli

stadioNon è facile trovare del buono in una materia che spesso, per reclamizzare se stessa, adotta come testimonial strane creature antropomorfe dotate di passamontagna e cesoie. Però sarebbe carino che le stesse turbo trombe che l'anno scorso invocavano la squalifica del Comunale di Torino per i cori contro Balotelli facessero uno sforzo per notare anche certi piccoli particolari che così piccoli non sono. Intendiamoci, non che il super-truzzo Ivan Bogdanov abbia alcuna parentela con la tifoseria più scalmanata di casa nostra: lui è serbo, non italiano. Ma insomma, mica staremo a sottilizzare tra le sue cesoie e il finto incidente che fermò il derby di Roma a mezzo ultras o l'incidente vero, verissimo, che ha ridotto un tifoso della Juventus a invalido civile nella civilissima Bologna.

E' trascorsa più di una settimana dal pareggio tra Juve e Roma. Ho cercato invano una piccola traccia, di quel buono che pur si è visto sabato scorso dentro allo stadio di Torino, ma più di qualche risibile invocazione della prova tv non ho trovato. Quanti sono oggi, e non solo da oggi, in Italia, gli stadi privi di barriere tra campo e spalti, oltre a quello della Juventus? Quanti saranno il prossimo anno, in Italia, gli stadi privi di barriere tra campo e spalti, come lo è oggi quello della Juventus, oltre a quello nuovo della Juventus? Quanti sono oggi, in Italia, gli stadi nei quali un giocatore può festeggiare un gol abbracciando i propri tifosi come avviene in Inghilterra, a parte quello della Juventus? E il prossimo anno?

Ecco, se avrete saputo rispondere a una o più di una di queste semplici domande, provate ora a risolvere il prossimo quesito. Quanti sono oggi, in Italia, gli stadi privi di barriere tra campo e spalti nei quali un giocatore della squadra ospite possa segnare un rigore sotto la curva avversaria e zittire tutti con il ditino sul naso, senza che nessuno senta il diritto di andare oltre l'insulto, restando comunque ben seduto al proprio posto e senza lanciare in campo scooter, lavastoviglie, conigli, galline o altri accessori del kit di primo intervento dell'ultrà del duemila? E, badate bene, stiamo pure parlando di un giocatore avversario che, per quella curva, sta alla simpatia tanto quanto un riccio nelle mutande sta al concetto di comfort. Non un rigo, non una parola. Perché la civiltà di una tifoseria, purtroppo, qui da noi si vede solo quando non c'è.

Aspetto con ansia di vedere lo stadio di Roma (a proposito: anche l'Olimpico va bene, non ne serve uno nuovo) senza barriere come il nostro, e gli ultras romanisti che sbeffeggiano composti il Di Canio del futuro mentre fa un bel paio di corna alla sud dopo un gol nel derby a tempo scaduto. Ciò che avviene a Torino, insomma, e non da oggi.

Perché per quanto sia dura da digerire questa realtà, “se saltelli” noi siamo anche quelli, care turbo trombe. Non fate finta di non vederlo.