"Che fine ha fatto la Juve?" a Stradella - In ricordo di A. Fortunato

che fine ha fatto la juveStradella (PV) - venerdì 23 aprile ore 20.30
Lo Juventus Club DOC di Stradella - ubicato nel centro storico della cittadina pavese - è dedicato al compianto Andrea Fortunato, giovane terzino sinistro prematuramente scomparso. Venne fondato nel lontano 1971 ed è arrivato a contare fino a 500 soci. Uno di quei centri, insomma, che rappresentano il vero cuore della Juve, i suoi tifosi.
La serata - climaticamente parlando - non era certo delle migliori (una pioggerellina insistente...), ma noi e gli amici di Stradella non ci siamo lasciati scoraggiare e ci siamo ritrovati puntuali per la presentazione del libro "Che fine ha fatto la Juve".
Oltre ai nostri relatori Claudio Amigoni, Emilio Cambiaghi e Ilich Scagliola, è stato graditissimo ospite Claudio Zuliani, uno dei pochi giornalisti che ha difeso e continua a difendere i nostri colori nelle infuocate arene televisive. Non si è trattato della solita presentazione, ma di un vero dibattito tra tifosi, quasi un consulto al capezzale della nostra Juve. Si è discusso dei perché di Calciopoli, della incredibile reticenza della proprietà su questi argomenti e del trattamento riservatoci dai mezzi di comunicazione prima, durante e dopo il cosiddetto "scandalo". Abbiamo notato in molti rabbia e disappunto nel prendere coscienza del raggiro mediatico perpetrato in questi ultimi quattro anni. Una ragazza ci ha chiesto: "Ma perché queste cose non le leggiamo sulla Gazzetta?"
Nella risposta a questa domanda c'è forse tutto il cuore di Calciopoli: un sistema che, per automantenersi, finge di far pulizia ma gattopardescamente lascia tutto immutato. In fondo, la solita storia italiana.
Un altro tifoso, in un suo intervento, ha sottolineato: "Nel paese in cui ancora non si sa nulla di Piazza Fontana e della strage di Bologna, non credo si possa mai arrivare alla verità su quanto accaduto". Noi - pur ritenendo legittimo il suo sconcerto - crediamo che non sia così, che tutti insieme si possa riuscire a dar voce ai milioni di tifosi juventini, a chiedere la revisione dei processi sportivi e ad ottenere la restituzione degli scudetti legittimamente vinti sul campo. E proprio questo è stato lo scopo dell'incontro di ieri: cercare di capire, tutti insieme, cosa realmente è successo in quei drammatici mesi del 2006, per poterne poi chiedere conto alla proprietà. Un altro piccolo passo verso la verità. Di questo siamo grati agli amici dello Juventus Club Andrea Fortunato di Stradella.

tifosi

Clicca sulla miniatura per vedere le foto della serata




Andrea Fortunato, una stella cometa

E' di prossima uscita il libro: "Andrea Fortunato, una stella cometa", edito dalla casa editrice La Colomba e dalla Associazione Fioravante Polito (associazione onlus che cura l'immagine ed il ricordo del nostro grande campione), e dedicato al giocatore juventino prematuramente scomparso quindici anni fa, il 25 aprile 1995.
Il volume è composto da ritratti, ricordi e testimonianze di personaggi dello sport, della cultura, della politica e del mondo medico. Boniperti, Bettega, Vialli, Baggio, Cabrini, Trapattoni, Ravanelli, Conte, Agricola, Tacconi, Bersellini, Galeone, Marchegiani, Collovati, Lippi, Collina, Abete... ma anche importanti giornalisti, come Beccantini, Zazzaroni, Mura, Balzarini, etc.
Nel libro si trova, tra gli altri, il commosso ricordo "Fratello Andrea", del nostro amico Riccardo Gambelli, che riportiamo volentieri, associandoci a lui nel ricordo.


Fratello Andrea
Ricordo tutto perfettamente. Cadeva il giorno 2 aprile 1994 quando mi recai a Torino per assistere alla partita Juventus-Inter. Vinse la Juve 1 a 0, autogoal di Ferri. Mi ritrovai in tribuna numerata grazie all’invito di Fabrizio Ravanelli, su sollecitazione di Silvio Giusti, amico e grande capitano di lungo corso della Lucchese.
Terminato il match ebbi la fortuna di conoscerti, solo per pochi minuti, stringendoti la mano. Ti trovavi in compagnia di un distinto signore nell’antistadio del Delle Alpi, probabilmente stavi recandoti a ritirare la tua auto, quando mi avvicinai e ti porsi la mano, che tu, molto gentilmente, stringesti. Eri perdutamente scosso, avendo potuto ammirare alcuni striscioni che ti criticavano duramente, con il sottofondo di assurdi fischi ogni qual volta toccavi il pallone. Mi fu spiegato che eri nel mirino della tifoseria perché eri svogliato in allenamento e durante le partite. Potei ammirare i tuoi occhi, profondamente tristi, ancora sulle scene della contestazione. Ma forse quegli stessi occhi già leggevano il tuo tragico futuro, che avrebbe stonato con il cognome che portavi da sempre: Fortunato.
Quei due fari verdi mi ricordarono quelli marroni di Ayrton Senna, quando a Budapest il mio amico, concittadino, Alessandro Nannini mi condusse nel box della Mc Laren a conoscere “the Magic”. Gli occhi di Ayrton erano profondi e afflitti, con il destro perennemente velato di lacrime. Uno sguardo malinconico anche quando sorrideva.
I vostri occhi, il vostro sguardo erano uniti da un doloroso destino, che ha sconvolto tutti gli sportivi del mondo, che non vi dimenticheranno mai.
Quel giorno, caro Andrea, soffristi tanto, non potendo accettare le umiliazioni che arrivavano, incessanti come pioggia battente, dagli spalti del Delle Alpi. Tutti quei tifosi, purtroppo, non sapevano che ti eri ammalato gravemente! Gli stessi tifosi che, alcuni mesi dopo, tappezzarono la curva con un immenso striscione su cui era scritto: “Perdonaci Andrea”.
Tu perdonasti di sicuro, troppo buono era il tuo cuore, che accompagnava un carattere mite ma forte nell’affrontare una malattia dal nome “leucemia”.
Ti ricoverasti nel vecchio Ospedale Monteluce di Perugia, reparto di ematologia del Prof. Martelli, uno tra i migliori in Italia, dove tu sfidasti la malattia da vero guerriero come eri, con forza e serenità, dimostrata già dal primo giorno in cui il Prof. Pileri ti comunicò il nome terribile del tuo male.
Il dott. Agricola, seduto accanto a te, abbassò lo sguardo immediatamente ed un brivido freddo percorse la sua schiena. Tu, invece, chiedesti con una disinvoltura degna di un moschettiere: “Quando iniziamo le terapie?”.
Meraviglioso Andrea, quando scendevi, capelli al vento, sulla fascia sinistra annichilendo gli avversari, con il tuo sinistro magico che disegnava dei cross d’autore per i tuoi compagni, gli arieti dell’attacco. Esplodesti con la maglia del Grifone, meritandoti di essere definito il nuovo Cabrini.
Nella Juve, purtroppo, giocasti con il freno a mano tirato; il tuo organismo, ahimè, stava impegnandosi in una furiosa partita contro i globuli bianchi che avanzavano spietatamente.
Ci lasciasti il 25 aprile 1995.
E’ proprio vero che quando muore un ragazzo si scatenano sempre dei sentimenti contrastanti: il dolore immenso ed una grande rabbia che ti porta a chiederti il perché questo accade, senza possibilità di avere risposta.
I funerali si svolsero nella cattedrale di Salerno, con le sue vie piene di persone che assistevano al tuo passaggio, mentre riposavi all’interno di una bara in legno coperta di fiori e sciarpe di vari club, seguito dalla mamma, dal papà, dai fratelli e da tutta la Juve al completo.
Non dimenticheremo mai Capitan Vialli all’interno della chiesa, mentre di fronte ad un microfono, con tanto di divisa sociale, parlò a nome di tutti i compagni. Nel silenzio assoluto e tra singhiozzi non trattenuti riuscì a salutarti, mentre stavi partendo per un viaggio senza ritorno: “Addio Fratello Andrea, vinceremo per te”.
E così è stato, per lunghi dodici anni.
Infatti, la domenica successiva la Juve si recò, con il lutto al braccio e il profondo dolore nel cuore, a Firenze, dove stravinse per 4 a 1, cucendosi praticamente sulle maglie il 23esimo scudetto, il primo di una lunga serie.
Il 21 maggio fu il giorno ufficiale dei festeggiamenti per il ritorno alla vittoria dopo nove anni di digiuno e Ravanelli, mentre versava lacrime sincere, scrisse sulla pietra delle parole vere come il sole: “Uno scudetto che non cancella il dolore per una vita strappata”.
Arrivederci Fratello Andrea.
Riccardo Gambelli

Il libro "Andrea Fortunato, una stella cometa" sarà presentato il 3 maggio al Teatro Augusteo di Salerno e il 23 maggio presso la Fondazione Chianelli di Perugia, associazione umbra che raccoglie fondi per la ricerca dei tumori e delle leucemie dei bambini. Seguiranno altre presentazioni in Italia, con date e luoghi da definire.