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top of the blogQuello che comunemente viene definito 'carattere' è il patrimonio di esperienze sedimentatosi fin dall'infanzia e che influenza costantemente il modo di interagire con l'ambiente che circonda le persone. Naturalmente per ambiente dobbiamo intendere sia le altre persone, sia le situazioni che si verificano nella vita.
Fin da bambini siamo portati a ripetere un comportamento che si è verificato efficace per il raggiungimento dei nostri obbiettivi. C'è chi nelle situazioni di difficoltà aumenta i ritmi di lavoro per risolvere i problemi, c'è chi si lascia andare al vittimismo per ottenere il favore altrui, c'è chi tiene un comportamento attendista nella speranza che le difficoltà si risolvano da sole o magari grazie all'intervento altrui.
Anche da adulti e vaccinati questi tratti continuano a venir fuori.

Caso divertente è quello della reazione dei tre allenatori italiani in terra inglese allo scoppio del caso Terry-Bridge.
Capello e Ancelotti, sebbene su sponde opposte, hanno privilegiato l'aspetto lavorativo. La tutela del proprio gruppo di lavoro prima di tutto.
Comportamento diverso invece quello tenuto da Mancini, che ha tenuto una posizione moralistica e vittimistica. Cosa pensate voi, non è che fin da bambino il Mancio si è accorto che alla lunga il vittimismo paga? Non è forse accaduto lo stesso quando era l'allenatore della seconda squadra di Milano?

E' materia per sociologi, però certe volte ci viene da pensare che esista anche un carattere che accomuna un'intera comunità.
Non vi pare che i tifosi della Lazio abbiano assaltato Formello perché negli anni si sono accorti che la pressione, anche fisica, paghi? A noi pare proprio che sia così. Infatti nel corso degli anni alle squadre romane sono stati concessi notevoli bonus proprio per paura dei tumulti di piazza.
Infatti anche questa volta i politici romani, anziché stigmatizzare senza se e senza ma gli atti di violenza, si sono lanciati nei soliti messaggi accondiscendenti.
Anche questo aiuta a capire il carattere di una popolazione e di una classe politica. La cosa vale per tutta l'Italia, nessuno si senta escluso!

Ma il carattere nazionale degli italiani si rispecchia soprattutto nel vero, eterno, sport nazionale: il salto sul carro del vincitore.
Inutile negarlo e inutile raccontarci che non è vero. Siamo colpevoli e facciamocene una ragione. Ancora meglio, ma inutile farsi illusioni, sarebbe il correggere questo tratto meschino e indegno del nostro carattere nazionale.
Come dimenticare i soloni e i farisei che allo scoppio dello scandalo di Farsopoli fustigarono con rabbia e sdegno (e anche molta malafede) i ladri e appestati juventini?
Poi certo, furono lestissimi a salire sul pullman del vincitore e a riempire di abbracci e baci uomini fino a pochi giorni prima disprezzati, come per esempio Lippi e Cannavaro.
L'orgoglio, checché ne dica Severgnini, non c'entra un tubo con quella vittoria.
L'Italia vinse perché era un ottima squadra, costruita sul telaio della più forte squadra italiana e allenata da uno degli allenatori migliori al mondo. Sicuramente il migliore a motivare la truppa, questo a dimostrazione che il carattere si può plasmare.
Seguendo i pochi buoni maestri che abbiamo, naturalmente.


BREAKING NEWS
Gran subbuglio oggi al processo Telecom a Milano. Cipriani, titolare dell'agenzia investigativa Polis d'Istinto, accusa Tronchetti Provera di essere il mandante delle azioni illegali e in buona sostanza accusa anche i Pm di non aver condotto l'indagine con la "perizia" necessaria. Ecco a tale proposito le sue parole: "Nel corso degli interrogatori ho più volte e reiteratamente invitato il pm a svolgere tutte le indagini utili, per verificare la realtà di quanto io gli avevo dichiarato, attraverso esami testimoniali; indagini bancarie; verifiche circa l'agenda del dottor Marco Tronchetti Provera per accertare la eventuale coincidenza tra l'oggetto delle investigazioni e gli incontri che avrebbe di lì a poco effettuato: nulla di ciò è stato fatto, ed io mi ritrovo ad essere imputato, sostanzialmente da solo, con riferimento a fatti dei quali semmai io sono rimasto vittima, e sicuramente non artefice". Chissà se anche questo processo andrà a finire, come da costume italico, sotterrato in un mare di sabbia...
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