Un Trillo da Corso Agnelli/12

amauriLa partita non era di quelle da prima fascia, sarà per quello che sui seggiolini del Comunale non ho trovato ad attendermi la solita copia del giornale salva-lettiera. In compenso, sui seggiolini, c'era una specie di santino elettorale con su scritto: "Se ami la Juve sei contro il razzismo. Fatti sentire". E ancora: "(...) Se durante le prossime partite sentirai cori discriminatori verso culture, religioni, etnie, razze o giocatori di colore fai sentire la tua voce e dimostra di essere juventino (...)".
Le due curve, in questo senso, sono state quasi impeccabili, visto che per tutta la partita gli inviti ad andare dove potete immaginare hanno riguardato la dirigenza, Alessio Secco, Alberto Zaccheroni, Fabio Cannavaro e Felipe Melo. Dico "quasi" impeccabili perché, pur nel totale delirio che sembra avere assalito definitivamente la ex miglior squadra italiana (cit. Christian Rocca), trovo piuttosto cretinoide insultare un allenatore che, fino a prova contraria, ha la sola colpa di avere accettato la proposta di sedere sulla panchina della Juventus - d'accordo, di "questa" Juventus, ma di Juventus si tratta, almeno secondo il Registro delle Imprese - presentandosi con una dignità e un'educazione che nulla hanno da invidiare a quelle mostrate dal suo predecessore Ciro Ferrara fino al giorno prima di ricevere il benservito (da altri, mica da lui.) Il problema, semmai e come sempre, sta appunto in coloro che hanno reso possibile, per non dire tragicomicamente inevitabile, questa situazione a entrambi.
Ma ancora più cretinoidi ho trovato i cori di ispirazione San Patrignanese contro Cannavaro, del quale si può pensare ciò che si vuole in merito ai presunti tradimenti e ripensamenti a cavallo di Calciopoli; ma cori simili, soprattutto alla luce di quanto accadde alla Juventus per sette lunghi anni con il processo doping (in una sorta di prova generale di sentimento popolare di massa in vista dello show finale dell'estate 2006), nella fantasia di un tifoso munito di memoria non dovrebbero trovare cittadinanza nemmeno nel momento più basso della storia bianconera. Sarebbe come contestare le brutte prestazioni della Juve al grido di "sappiamo solo rubare". Al limite, se proprio vogliamo trovare un emblema della metamorfosi raccapricciante da Juventus a Borgorosso Football Club, penso di non offendere nessuno se mi permetto di proporre quella specie di Drag Queen dal passaporto incerto che svolazza là davanti senza beccarla da oltre un anno. Ormai è come una papula fra scroto e interno coscia: invisibile e insopportabile.
Detto questo, ben vengano gli inviti a scomparire per il Trifasico e tutti i suoi fidati collaboratori, inviti che sarebbe giusto e doveroso mantenere vivi a prescindere dai risultati dei prossimi mesi, tra l'altro, visto che di danni penso che quelli fatti finora possano bastare per i prossimi cent'anni, a prescindere da cosa accadrà in campo. Sì, perché anche ieri sera, ahimè, di ciò che è successo in campo c'è ben poco da dire, e quel che è peggio è che 'sta cosa di andare allo stadio per non vedere nulla, purtroppo, sta diventando la norma. Ci si salva con gli insulti.

A proposito di insulti: prima dell'inizio dell'incontro, in mezzo al campo uno striscione recitava: "Vinciamo insieme la partita contro la lebbra". Meno male che è finita 1-1. Hai visto mai che col Genoa ci chiudevano la curva un'altra volta.