L'assassino è il maggiordomo

marchioEcco un’altra prevedibile batosta.
Io sono così cattivo, ma così cattivo, ma così cattivo, che ho cominciato a scrivere questo articolo un giorno prima di Bari-Juventus.
Visto che già so che state leggendo questo commento per sapere a chi è attribuibile la colpa di questo scempio, allora vi accontento, ma vorrei farlo con una riflessione originale.
Ogni tanto mi capita di seguire dei programmi televisivi con dibattiti che riguardano la Juve.
Ovviamente negli ultimi dieci giorni, vista la situazione difficile attraversata dalla squadra, mi è capitato di guardarne qualcuna in più.
Chiedo venia.
Io, come molti di noi, mi chiedo quali possano essere le soluzioni attuabili, per esempio anche in questa sede qualcuno ha cercato di dare qualche suggerimento.
Dunque, ascolto tutti i pareri molto volentieri.
La Tv la guardo occasionalmente solo per questa ragione.
Desumo, dagli interventi degli opinionisti nei diversi programmi, che c’è la brutta e scorretta abitudine di attribuire le colpe del buio stato contingente bianconero a seconda dei rapporti che il singolo opinionista ha con la società.
Questo tipo di comportamento non mi piace, ma lo ritengo fisiologico, se non altro perché lo si può "vestire" come un’opinione personale che, dunque, nessuno può contestare.
Al massimo si può non condividere, e questo di solito basta.
Però, però, però, attenzione: un colpevole ci sarà, almeno uno, anche piccolo, anche casuale, anche solo un massaggiatore...
E invece tra i tanti opinionisti ce n’è qualcuno, un po’ troppo vicino al club, che propone una propria teoria.
Una teoria rivoluzionaria.
Ascoltate bene.
Prendete appunti.
Chiamate a raccolta la famiglia.
Stampatevi questo articolo e speditelo via raccomandata con ricevuta di ritorno a Babbo Natale.
E’ bene che anche lui sappia.

La colpa non è di John Elkann.
Cosa c’entra John con la squadra o con una sconfitta?
Lui non dirige il club, quindi lasciamolo tranquillo, ha altre e tante cose a cui pensare.
Prima tra tutte, tra le altre e tante cose a cui pensare: Margherita Agnelli.
(Questa saetta l’aggiungo io, scusate il sarcasmo).

Blanc non è colpevole.
Non è mica lui l’allenatore.
Se ci sono dei momenti difficili non vuol dire che il progetto non sia forte, bisogna aspettare la fine della stagione per giudicare.
Aspettiamo.
La fine del decennio…
La fine del trentennio…
Insomma, “aspetta e spera, che poi s’avvera”, ma aspetta senza lamentarti, in silenzio.
Grazie.

Secco?
Secco compra i giocatori che gli vengono indicati e con il budget che gli viene fornito.
Più di così non può fare.

Ferrara?
Che colpe ha Ferrara?
Infortuni, sfortuna, giocatori che non sono stati scelti da lui...
E poi, non è mica lui che entra in campo.
Ci sono state anche partite convincenti.
Anche in altre stagioni siamo usciti dalla Champions con le pive nel sacco, non è certo la prima volta.
La stagione è ancora lunga.
Calma, calma.

Maddaloni?
Che c’entra Maddaloni?
Solo perché si occupa della fase difensiva e la Juve prende molti gol?
E questo cosa vorrebbe dire?
Chi siamo noi per giudicare il lavoro o la professionalità di un’altra persona?
Che facciamo, ce la prendiamo anche con i vice adesso?
Ma non scherziamo, per piacere!

I giocatori?
Sì, ma se ci sono un bel po’ di infortunati, se non sono messi bene in campo, se non vengono allenati a dovere, che colpa ne hanno loro?

Dunque, gli opinionisti/giornalisti molto vicini al club, hanno teorizzato che il colpevole, ammesso che ci sia, non c’è.
Oppure sono io.
Stai a vedere che adesso la colpa di questo tragikaos è mia…
Dev’essere così.
Io, lo ammetto, sono un gran cazzeggione e, invece di mettere in condizione il club di lavorare al meglio, mi lamento, mi distraggo guardando il didietro delle ragazze che incontro, ascolto buona musica, e ho poca voglia di concentrarmi sui problemi della Juve.
Oppure, forse gli opinionisti vicini al club intendevano dire questo: il colpevole è sempre un terzo.
Un altro.
Un signore che non si possa considerare in qualche modo assunto presso la struttura societaria bianconera.
Va bene, allora sarà come una volta si diceva per i romanzi gialli: l'assassino è il maggiordomo.
Battuta molto inflazionata quella che vede assassino il maggiordomo; è sicuramente tipica, ma è anche molto rara nella storia del romanzo poliziesco.
Questa fantasiosa ipotesi, infatti, ha preso forma nella trama di un giallo in pochissime occasioni.
A chi di voi, cari lettori, è capitato di leggere di un delitto di cui è colpevole il maggiordomo?
E nella realtà che ognuno di noi vive, quante volte la colpa di ciò che avviene è da far risalire a soggetti che non avrebbero nessun interesse né a fare bene, né a fare male, e che non hanno avuto ruoli nella vicenda?
Torniamo al calcio; insomma, se John, Blanc, Ferrara, Maddaloni, Secco e i giocatori non hanno colpe, il colpevole di questo scempio chi è?
Io?
Il mio portinaio?
Il panettiere?
Sapete benissimo come la penso io, e vi chiedo scusa per l’ennesimo sfogo.
Purtroppo, dopo aver visto l’ennesima trasmissione televisiva dove giornalisti vicini alla società raccontano una versione dei fatti del tutto assurda e campata in aria, e dopo aver visto l’ennesima disfatta bianconera, mi sono sentito preso in giro e ho deciso di sfogarmi.
Vi chiedo scusa, ora lo sfogo è finito.
Saluti a tutti.
Anzi no. Forse, come vi avevo già sottolineato, volete sapere in effetti di chi è la colpa.
Bene, allora ecco la mia personale risposta:
io so solo che è “la società” che non funziona. E’ il complesso del club che non funziona.
Troppi problemi, troppi sbagli, troppa improvvisazione, mancanza di un progetto, mancanza di competenza.
E vi posso garantire che sono molto buono, perché se dicessi tutto quello che penso...
Ma per ciò che riguarda il singolo individuo, non so proprio a chi dare la colpa di questa situazione.
Mi spiace.
Arrivederci a tutti.

Torino, ore 9, in una fredda mattina di dicembre 2009, a casa di Sir Johnny B. Good..
Nella sala di lettura della residenza di Sir John, sulla riva destra del Po, Carlo, l'impeccabile maggiordomo, ha portato a Sir John il Sole24Ore, ed ora quest'ultimo è immerso nella lettura del giornale.
Alle dieci in punto la vecchia pendola batte i rintocchi, e le porte della sala vengono aperte da Carlo, il quale dice a Sir John:

"Sir John, il Po sta rompendo gli argini a causa delle recenti piogge".

Senza alzare gli occhi dal giornale, Sir John dice:

"Grazie Carlo, puoi andare".

Alle undici in punto la pendola batte di nuovo i suoi rintocchi, e le porte della sala vengono di nuovo aperte da Carlo, che dice a Sir John:

"Sir John, il Po è straripato, e la popolazione fugge".

Ancora senza alzare gli occhi dal giornale, Sir John dice a Carlo:

"Grazie Carlo, puoi andare".

Alle undici e 27 le porte della sala vengono spalancate da Carlo, il quale si fa da parte e, con voce leggermente alterata, annuncia:

"Una visita, Signore"

"Oh no, che scocciatura… non avevo visite in programma; di chi si tratta?"

"Sir John, il Po!".