Se saltelli, tornano gli Agnelli

agnelliNemmeno a me, come ai Carabinieri di Roma che hanno indagato sui nostri ex dirigenti, l’Inter interessa, a me interessa la Juve. Ma caso vuole che il calendario del campionato di serie A TIM abbia previsto per stasera, a Torino, questo incrocio, e quindi mi toccherà parlarne.

La squadra che ospitiamo stasera si presenterà all’Olimpico da capolista, da favorita e con uno scudetto sul petto. Tale scudetto sta lì dall’estate 2006, quando un certo Guido Rossi, Commissario Straordinariamente nerazzurro, glielo attribuì a tavolino. Come ha ricordato ieri a Radio Radio Alvaro Moretti, Rossi si avvalse del parere di tre fantomatici saggi, i quali specificarono che prerequisito fondamentale di quell’assegnazione era la diversità morale, l’integrità etica. Saranno anche stati saggi, ma informati non lo erano di sicuro. Ieri un ex guardalinee, chiamato a deporre sotto giuramento al processo Calciopoli in corso a Napoli, ha dato una (ennesima) pesantissima picconata a quella favoletta. Ha raccontato che nel 2001 subì forti pressioni affinché truccasse un referto relativo a un giocatore degli Indossatori in odore di squalifica e che un importante dirigente nerazzurro, benché le regole lo proibissero, aveva il vizietto di entrare nel camerino degli arbitri a protestare, a fare pressioni illecite a partita in corso (quello raccontato ieri, avvenuto in occasione di un Inter – Venezia del campionato 2001-02, è ormai il terzo caso della serie: già ci eravamo imbattuti nella visita di Chievo-Inter 2002-03 e in quella di Udinese-Inter 2003-04).

Ma c’è di peggio, molto peggio. Sempre lo stesso guardalinee ha pure raccontato che nell’estate 2006, in ottemperanza a un pubblico appello dell’allora Capo Ufficio Indagini della Figc Borrelli, era andato dai Carabinieri a denunciare tutte queste cosette. Non alla Caserma del suo paese, ma proprio dai Carabinieri che avevano in mano l’indagine, quelli di via In Selci a Roma, i quali però gli risposero che non intendevano indagare sull’Inter.

Ennesima riprova, se ancora ce ne fosse stato bisogno, che i nostri avversari di stasera nel 2006 indossarono una patacca. Ennesima riprova che Calciopoli nacque per abbattere un bersaglio preciso, col risultato di agevolare l'accumulazione di patacche sull'originaria patacca.

Però stasera si gioca a calcio e, almeno dalle 20.45 alle 22.30 o poco più, tutto questo non conterà. Ci saranno i giocatori, il campo, le porte, gli arbitri, i giornalisti, le telecamere, le luci e i tifosi. Ci sarà anche Blanc, l’Uno e Trino, che nei giorni scorsi ha mandato una lettera agli Juve club di tutta Italia, chiedendo di non fare casini, che i media non aspettano altro. Per una volta concordo con lui, e non per far risparmiare i soldi della multa alla società, o per evitare squalifiche del campo, e nemmeno per dare ai media l’opportunità di appiopparci l’ennesima infamante etichetta.

La realtà è che non ne vale la pena. Quando insulti qualcuno, fino a renderti responsabile di atti gravi o comunque deprecabili, in qualche modo lo legittimi, gli dai importanza. E io credo che i nostri avversari di stasera non vadano insultati, ma al massimo irrisi, come si fa con i palloni gonfiati.
Insomma, nemmeno a me, come ai Carabinieri di Farsopoli, l’Inter interessa. E se stasera fossi allo stadio e sentissi il bisogno, dato il freddo, di mettermi a fare quattro salti per riattivare la circolazione, magari accompagnando quella ginnastica a una goliardica canzoncina, non sprecherei fiato per degnare di attenzione i collezionisti di tavolini. Meglio cercare di dar la carica ai nostri, che ne avranno bisogno.
E il coro che intonerei l'ho messo nel titolo.


Nel video sottostante, i passaggi salienti della deposizione dell'ex assistente Coppola:


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