Grazie, Ibra

ibraRecita una celebre frase La vita è come una scatola di cioccolatini non sai mai quello che ti capita!

Proprio così, nella vita non sai mai cosa ti capita e così può accadere che, in un’inconsueta afosa serata di maggio, mentre gli interisti si apprestano a festeggiare lo scudetto numero enne, qualcuno si ricordi della sua vecchia squadra, dei suoi vecchi compagni, dei suoi vecchi tifosi e, soprattutto, di due bellissimi anni trascorsi a Torino e rivendichi con forza quanto vinto in quel periodo.
E quando quel qualcuno è l’attaccante più rappresentativo della squadra avversaria, nonché l’artefice degli unici successi di rilievo dell’era Moratti, non può far che piacere.
E così il popolo juventino, abituato alle uscite infelici del Presidente Cobolli, alle risatine post gara (specie dopo una sconfitta) dell’amata dirigenza, al puntiamo al secondo posto che riecheggia ovunque, quasi non avessimo mai vinto nulla in 112 anni di storia, si ritrova uno splendido assist servito dal più classico degli attaccanti.

E’ domenica 17 maggio, è l’indomani del compleanno di Moratti, e l’Inter festeggia lo scudetto numero enne della sua storia; già dalla sera prima si susseguono le immagini di nerazzurri festanti per le vie di Milano e quella fastidiossima filastrocca ripetuta da più parti “Abbiamo vinto il quarto scudetto consecutivo!”. Diciamo la verità, chi di noi non ha pensato “Col cavolo! Al massimo è il terzo di un ridicolo filotto condito di errori arbitrali, pesanti penalizzazioni riservate agli avversari e milioni spesi per comprare pseudo fenomeni d’oltreconfine”, o perfino sperato che qualcuno, dirigenza e proprietà in primis, ricordasse a questi signori che lo scudetto del 2006 è bianconero punto e basta.
Ma ormai abbiamo imparato a non farci troppe illusione e a non aspettarci nulla di juventino, nei gesti e nelle parole, ed è per questo che l’episodio è giunto quanto mai inaspettato e immensamente gradito.

Così accade che dalla scatola peschiamo il cioccolatino più dolce e desiderato di tutta la serie: l’odiato ex, pur se insultato, fischiato, denigrato per tutto questo tempo, non prova rabbia, indignazione, sdegno nei confronti degli artefici dello scherno, ma piuttosto di chi fu causa dell’infausto smembramento di quella che era una delle più forti squadre mai assemblate; ed ecco che, come avrebbe fatto ciascuno di noi, alla prima occasione che gli si è presentata, rivanga le proprie vittorie.
Così quando il giornalista Rai, al termine di Siena-Inter, lo intervista in diretta per la Domenica Sportiva esordendo con “Questo è il quarto scudetto consecutivo per l’Inter, il terzo per te” Zlatan Ibrahimovic non può che rispondere “Per me questo è il 5° scudetto consecutivo!”. Poi non soddisfatto, qualche minuto dopo, ribadisce “Questo è il terzo scudetto consecutivo per l’Inter!”.

Per questo lasciatemi dire Grazie Ibra!
Grazie per aver corretto questo orrido errore storico.
Grazie per aver ricordato a tutti quanto furono meritati e sofferti quei due scudetti in bianconero.
Grazie per essere orgoglioso di quei due anni di splendide vittorie.
Grazie per non aver mai rinnegato il passato come ha preferito fare qualcun altro per poi tornare, a 3 anni di distanza, all’ovile con la coda fra le gambe.
Grazie per aver risposto sempre senza peli sulla lingua, ogni volta che viene tirato in ballo l’argomento Farsopoli.
Grazie per aver detto che l’Inter non ha conquistato 4 scudetti consecutivi.
Grazie per aver ribadito che hai vinto 5 scudetti consecutivi.
Grazie per aver ammesso davanti ai giornalisti, ai compagni di squadra, al presidente Moratti e a milioni di tifosi di tutte le maglie, che la Juve ha vinto 29 scudetti!

Grazie Ibra, non dimenticheremo il tuo gesto.
Certo da domani torneremo ad essere avversari, noi a fischiarti e tu a gioire per vittorie ottenute con colori che non sono nostri, ma almeno per una sera, un’afosa domenica di maggio, i nostri cuori sono ritornati a battere all’unisono.

La vita è come una scatola di cioccolatini non sai mai quello che ti capita!
E così si è arrivati al paradosso che la juventinità, fino ad ora praticamente assente nei maggiori esponenti della nostra società, si palesi in chi juventino non lo è più tanto da essere considerato uno dei più acerrimi avversari bianconeri.

Ah, per chi si stesse chiedendo la reazione dei presenti all’affermazione di Ibra, dico solo che, per la cronaca, in studio è piombato il gelo assoluto e l’intervista è proseguita come se nulla fosse accaduto. Evidentemente l’argomento era troppo scomodo per essere trattato, ed i giornalisti hanno preferito fare come le tre famose scimmiette: non vedo, non sento e non parlo... se non di ciò che mi fa più comodo!