CAMPI MINATI - Tre anni di sudore, sangue e soldi

campi minati"Non dimenticatevi che due anni fa eravamo in B".

"Non dimenticatevi che un anno fa c'erano Blanc, Secco, Cobolli Gigli e Ranieri"
. Così un giorno, ci sentiremo dire a consolazione dell'ennesima stagione deludente. Così saranno ricordati i campioni del nuovo corso, figli di Calciopoli che a Calciopoli devono la loro intera carriera sportiva o l'unica possibilità di riemergere dopo fallimenti a catena. Che per quanto non fatto, durante e dopo Calciopoli, saranno ricordati.

Fuori dalle balle. Troppo tardi.

Meglio tardi che mai? Difficile dirlo. Difficile sia l'anno prossimo.

Perché per quanto possa stare simpatico Antonio Conte, pensare che la rosa attuale possa essere migliorata in maniera tale da garantire il successo nel giro di un anno, è pura utopia.

"Per vincere non serve essere più forti, a volte bastano le idee". Questo è quanto afferma l'allenatore del Bari. Peccato stia parlando di una dirigenza che, riunitasi il 30 agosto 2006 per deliberare un ricorso al Tar (già bello scritto) che avrebbe consentito di lottare quantomeno per il proprio onore, è riuscita dopo una riunione fiume a partorire l'idea di ritirarlo e farsi un bell'annetto di serie B.

In attesa di capire chi è stato il pirla che durante quella riunione ha alzato la mano interrompendo la delibera e ha esclamato: "Fermi tutti! Ce l'ho io un'idea!" (o anche solo ha alzato la cornetta per rispondere: "Signorsì!"), consigliare a Conte di non fare troppo affidamento sulle idee del Triciclo pare quantomeno appropriato.

Il progetto tecnico ed economico del super team composto e proposto da John Elkann in persona (ed approvato da qualcun altro più importante di lui) si è esaurito dopo sole tre stagioni: ricapitalizzazione sperperata, main sponsor "fatto in casa" in scadenza di contratto la prossima stagione (quindi da ritrovare in piena recessione mondiale), progetto "less is more" che ha ridotto a 12 il numero di sponsor della Juventus, rosa invecchiata di 4 anni di media rispetto al passato, giocatori subentrati non all'altezza (e chi vuol fare un paragone tra gli Amauri, Iaquinta, Sissoko ed i vari Ibrahimovic, Mutu e Zambrotta di allora faccia a meno di parlare di calcio), monte ingaggi che eguaglierà a fine stagione quello della Triade, con una rosa infinitamente inferiore. Meglio fermarsi qui, altrimenti a capodanno non si è ancora finito di scrivere e leggere.

Parlarsi chiaro: per ricostruire una Juve titolare che sia all'altezza di quella che è risalita dalla B occorrono tre anni. Non si parla della Juve che c'era nell'ultimo anno di Capello, ma di quella che realmente partecipò alla B, e non è un paradosso o una provocazione: trovate il nuovo Del Piero, il nuovo Camoranesi, il nuovo Trezeguet, il nuovo Nedved, il nuovo Zanetti e recuperate Buffon. Trovateli in mezzo ai tanti acquisti fatti sinora, se ci riuscite, e non dimenticate che Legrottaglie avrà 33 anni l'anno prossimo, tanti quanti il Robert Kovac di allora. Poi paragonate Grygera e Molinaro a Zebina (quello relativamente sano di tre anni fa) e Balzaretti. Chiellini e Marchisio c'erano già, e ringraziamo Dio che non li hanno venduti ancora. Buttate nella mischia De Ceglie, Criscito e Giovinco se vi piace, ma paragonateli a Giannichedda, Marchionni e Bojinov, non a Cabrini, Scirea e Platini, altrimenti dedicatevi al Subbuteo.

Restano Sissoko, Amauri e Iaquinta: come detto, paragonarli ai campioni del passato è semplice utopia.

Marotta e Conte o Mancini e Baldini?


Cambia poco. La realtà dei fatti è che hanno fatto più danni tre anni di questo triciclo che un anno di serie B, e che per ricostruire occorrono altri tre anni di sudore, sangue e soldi. Le lacrime ormai sono finite.

Cambia talmente poco, che resteranno tutti in sella, in attesa di un'altra stagione, e di un nuovo capro espiatorio, nascondendosi dietro il miraggio di uno stadio nuovo copiato malamente dai progetti passati, mentre per capire quale era il sogno Juventus di Giraudo, Moggi e Bettega, non basteranno, a questi dirigenti simpatici, altri 15 anni di delusioni e fallimenti.

Al massimo salterà Ranieri, il capro espiatorio di quest'anno, ma come dice il detto: sopra la panca Ranieri campa, sotto il triciclo la Juve muore.