Lettera di uno ju29ro a Mourinho

MourinhoGentile signor Mourinho,

Le scrivo, da tifoso Juventino, per esprimerLe la mia totale ed incondizionata solidarietà per quanto accadutoLe in questi ultimi giorni.

Le premetto che, pur facendo parte dei 14 milioni di tifosi Juventini, non mi sento rappresentato dagli attuali dirigenti della mia squadra del cuore e, quindi, nessuno sdegno ho provato a seguito di quanto da lei sostenuto in conferenza stampa circa la cosiddetta “prostituzione intellettuale”.

Le dirò di più: da circa tre anni insieme ad un gruppo di amici bianconeri gestiamo un sito che ha come scopo principale la battaglia contro le “prostitute intellettuali”. Proprio per questo motivo non posso che solidarizzare con gente che cerca di contrastare tale infame sistema.

Condivido, orbene, in larga parte il contenuto delle sue ormai famose esternazioni.

Corrisponde al vero, infatti, che in Italia non si ami più discutere delle gesta degli atleti o delle capacità tecniche e di gestione degli allenatori. In Italia si preferisce, in assoluto, dare risalto all’errore arbitrale per coprire i propri fallimenti e le proprie incapacità. Nel nostro paese si dà ascolto a gente come Zeman, Agroppi e Sandreani, il cui palmares dovrebbe far riflettere tutti sulle loro capacità ma diventano, al contrario, i portatori delle verità assolute. Verità legate al pettegolezzo, al sentito dire ed al dubbio.

Corrisponde al vero, inoltre, che i giornalisti italiani allaccino relazioni particolari con alcuni tecnici e bene Lei ha fatto a ricordare al signor Sconcerti che la difesa appassionata del signor Roberto Mancini non era figlia di analisi tecnica e professionale, ma la conseguenza di rapporti personali strettissimi sfociati in cenette di vario genere.

Corrisponde al vero, infine, che in Italia si cerchi sempre di indirizzare il sentimento popolare manipolandolo a proprio piacimento.

La squadra da lei allenata è meritatamente prima in classifica e l’errore arbitrale non è che uno degli elementi che da sempre influiscono sulle classifiche. Alla fine della stagione, infatti, gli errori arbitrali si equivalgono e la squadra migliore risulta essere prima.

Lei queste cose le sta dicendo pubblicamente con forza e coraggio e conseguentemente sta subendo gli attacchi da parte di tutto il sistema. Non molli e continui così perché il mondo ha bisogno di gente coraggiosa e senza peli sulla lingua.

La mia solidarietà però si ferma qui e mi deve consentire di darLe, sommessamente, alcuni consigli.

Lei signor Mourinho si ritrova nel posto sbagliato al momento sbagliato. Il pulpito dal quale sta predicando non è quello giusto. Lei purtroppo è legato contrattualmente ad una società che ha fatto della “prostituzione intellettuale” un dogma assoluto. Il presidente, l’amministratore delegato, l’ex allenatore ed il direttore sportivo della squadra da lei allenata sono il punto di riferimento assoluto di tutti coloro che sognano un mondo pieno di “prostitute intellettuali”.

Le consiglio vivamente di rileggere i quotidiani sportivi e politici, i settimanali politici e sportivi del periodo che va dal 1994 al 2006.

Purtroppo avrà la strana sensazione che il suo stile non è lo stile della sua società.

Purtroppo, glielo garantisco, avrà la certezza che Massimo Moratti e Gabriele Oriali hanno sempre preferito parlare di errori in malafede degli arbitri e non hanno mai parlato di errori di mercato, di incapacità imprenditoriali, di acquisti ridicoli e di anni di insuccessi. Mai una intervista nella quale hanno riconosciuto di aver sbagliato qualcosa. Per la dirigenza interista non vi era incompetenza, ma solo la presenza di una banda di truffatori (Moggi-Giraudo-Bettega) che impediva loro di vincere.

Massimo Moratti non ha mai parlato delle gesta di IBRA, EMERSON, NEDVED, BUFFON, DEL PIERO, CANNAVARO, THURAM E DESCHAMPS. No, signor Mourinho, l’Inter non perdeva perché questi campioni vestivano bianconero, ma perché Moggi comprava le partite.

Le dirò di più: tutte le prostitute intellettuali pendevano dalle labbra di Moratti. Anni di articoli per manipolare l’opinione pubblica e convincere il popolo che IBRA era uno scarso e Moggi un malfattore. Questa più che censurabile operazione ha partorito un processo farsa contro la Juventus che si è concluso con la benedizione dei giudici: “Abbiamo deciso sulla base del sentimento popolare”.

Quel sentimento popolare manipolato ed indirizzato con anni di campagna mediatica alimentata da Massimo Moratti.

Oggi ascoltare l’allenatore dell’Interbrand srl che si scaglia contro il sistema voluto da Moratti lascia alquanto perplessi. Le consiglio, quindi, di continuare la sua battaglia legittima e sacrosanta, ma prima faccia un gesto di grande onestà intellettuale: si dimetta da allenatore dell’Interbrand srl, altrimenti la sua battaglia perde di credibilità e rischia di sfociare nel ridicolo.

Con stima condizionata, un tifoso Juventino.

 

NOTA: Chi non l'avesse ancora fatto si gusti Mourinho, lo juventino perfetto di Christian Rocca.