Rai, di tutto di più!

calciotvChe fine ha fatto la Rai?
La Rai di una volta, seria, o seriosa, quasi super partes (quasi), e comunque molto rispettosa nei toni e nella forma?
Non c’è più.
Il Mondiale ne è una tragica dimostrazione.
Sarebbe facile per me, di Torino, scrivere con il rancore di chi non ha potuto vedere il secondo tempo dell’Italia contro la Nuova Zelanda a causa di un guasto elettrico ai ripetitori.
Ma non lo farò.
I guasti capitano e pare che la Rai non abbia nessuna responsabilità.
E’ il discorso calcio legato alla Rai che voglio toccare.
E’ un tema difficile da affrontare, anche perché il calcio in teoria sarebbe un bene superfluo cui si può benissimo rinunciare.
Secondo me, e non solo secondo me, Mamma Rai avrebbe dovuto mettersi in condizione di trasmettere molto di più, e non solo una partita al giorno.
In fondo i Mondiali interessano tutti e sono un evento che si verifica ogni quattro anni.
Si dirà che però per comprare i diritti ci vogliono i soldi.
E se c’è qualche concorrente che ne ha di più…
Giusta osservazione.
Ma il punto è che i cittadini pagano il canone e la Rai prende anche tanti soldini dalla pubblicità.
E’ solo una questione di gestire il denaro in modo diverso, soprattutto quando ci sono dei grandi eventi.
Da alcuni anni sulla Rai i programmi sportivi sono inguardabili…
Abbiamo visto con quale comprovata competenza e con quanta buonafede antijuventina viene commentato il campionato italiano…
Ma nei programmi Rai sui mondiali 2010 si è toccato il punto più basso di sempre.
Oltre alle telecronache inascoltabili si sono aggiunti: equivoci, scenette, battutacce, battute che non fanno ridere nessuno, banalità, scivoloni di ogni genere, populismo, pressappochismo, commenti anti “gruppo juve”, ecc
E poi… il vuoto.
Sì, nonostante quelli della Rai siano in mezzo al nulla, cercano di fare programmi anche un po’ culturali, raccontando di Apartheid, Mandela, emigrati Italiani, fauna locale, ecc
«Oggi abbiamo visto spazi incontaminati, povertà, artisti, scultori e animali: gnu e uccelli che ci guardano, zebre che prendono un drink e avvoltoi che all'ora di pranzo cercano qualcosa da mangiare», alta cultura insomma.
Ma il bello sapete qual è?
Il fatto che ci siano degli inviati ben pagati sul posto, qualcuno ha anche provato a contarli.
Pare che tra giornalisti, commentatori, cameramen, ecc siano più di cento.
Tantini se ci pensate bene.
Non solo per le poche partite trasmesse per intero (credo siano una su tre finora, o forse anche meno), ma anche perché i programmi principali di commento vanno in onda da studi televisivi in loco, mentre potevano essere trasmessi tranquillamente da Roma.
Con costi evidentemente moooooooooooolto più bassi.
Decine di persone che ruotano davanti alle telecamere in uno studio televisivo e che praticamente parlano di calcio come se fossero tifosi al bar.
E ora che l’Italia è uscita dal torneo hanno anche il cerchio di legno a cui possono tirare le freccette tra una birretta e l'altra.
Il tutto a spese nostre, in Sudafrica.
E pensare che io ero così ingenuo da pensare che il canone Rai servisse a finanziare i programmi di successo tipo “L’isola dei famosi” (piuttosto che vederlo preferisco mettermi una supposta).
E poi, oltre a quanto detto, devo ammetterlo altrimenti sarei una persona davvero molto poco per bene e disonesta intellettualmente, da quattro anni a questa parte non ho simpatie per la Rai.
La guardo spesso con moltissima attenzione e capisco quanto sia stata utile a coloro che hanno disegnato il finto scandalo del 2006…
E come me tantissimi altri tifosi bianconeri.
A pensarci bene, la Rai grossomodo è la stessa da molti anni, siamo noi, molti di noi, ad essere diversi rispetto al maggio del 2006.
“Niente come tornare in un luogo rimasto immutato ci fa scoprire quanto siamo cambiati”, (Nelson Mandela).
Vero?

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