Corruzione in Spagna: il trucco c'è e si sente

stampaLa faccenda delle partite truccate del campionato spagnolo la state seguendo? Sembra proprio interessante e forse vale la pena "tradurla in italiano" per qualche riflessione.

I fatti, innanzitutto: prima c'è stato un giocatore del Tenerife che ha ammesso di aver preso dei soldi per perdere la partita col Malaga, in seconda divisione; poi sul Corriere della Sera del 6 dicembre si parla della partita di primera division tra Levante e Athletic Bilbao che i giocatori del Levante si sono venduti "a maggioranza", cioè nonostante in tre fossero contrari. Non c'è di mezzo lo scudetto perché nel primo caso il Malaga si era semplicemente assicurata, pagandola, la promozione mentre nel secondo l'Athletic rischiava, perdendo, di essere retrocesso; non c'è di mezzo lo scudetto ma dicevamo prima che vale la pena di tradurla in italiano, cioè di confrontare qualche aspetto dello scandalo spagnolo con il casino che è successo in Italia nell'estate 2006.

Anche in Spagna ci sono delle intercettazioni però, a quanto si legge, sembrerebbero più facili da sbobinare e "interpretare" rispetto a quelle nostrane (sbobinate e interpretate a suo tempo dal maggiore Auricchio salito alla ribalta in questi giorni per le accuse di essere stato un bugiardo al processo Gea): nel caso del Tenerife c'è un giocatore che parla al telefono col presidente dellla Real Sociedad e dice appunto di aver preso dei soldi; nel caso del Levante ad essere registrata è una telefonata tra il capitano e il presidente nella quale si fa il "punto" della situazione, visto che per la vendita della partita c'erano dei favorevoli e dei contrari.

Prima che arrivi uno come Ruggiero Palombo a dirci che il Codice di Giustizia Sportiva in Spagna non è proprio uguale al nostro, volevamo far notare il diverso comportamento della Federazione spagnola che, per investigare su fatti che hanno tutta l'aria di essere di corruzione, non ha chiamato supersceriffi e commissari ex-consiglieri di amministrazione di società di calcio, anzi, il materiale relativo alla partita del Levante è stato mandato dalla Federazione all'organo di giustizia ordinaria affinché chiarisca dubbi e accerti responsabilità.

Non solo; la seconda partita incriminata è del 17 giugno 2007 e quindi del campionato 2006-07, è finito quel campionato, si è svolto un secondo e adesso siamo al terzo. Nel frattempo il portiere Molina del Levante, uno dei tre contrari alla combine, si è ritirato dall'attività nonostante avesse ancora un anno di contratto perché "ha visto e sentito cose che non gli sono piaciute"; il Celta, che da quella combine era stata danneggita, chiede adesso chiarezza e la Federazione è evidentemente impegnata a farla; tutto questo senza che nessuna Gazzetta sulle intercettazioni ci marci, senza che nessuno metta di mezzo il cosidetto sentimento popolare e senza interrogazioni parlamentari.

Pensando di nuovo a Ruggiero Palombo viene, a questo punto, da chiedersi come mai non sia ancora intervenuto Blatter con la famosa questione che nel calcio i i panni sporchi si lavano in famiglia e guai a pensare a cose come il TAR o i tribunali ordinari. In Spagna al Tribunale ordinario s'è rivolta addirittura la Federazione; ci saranno certo regolamenti diversi ma vogliamo almeno dirlo una volta per tutte che quella della specificità dello sport, che obbligava a fare i processi sportivi come li hanno fatti Rossi, Ruperto e Sandulli nell'estate 2006, era ed è una foglia di fico che più passa il tempo e più appassisce, facendo vedere vergogne e svergognati?

In Spagna, come dicevamo, ci sono di mezzo i giocatori, i presidenti e i dineros; nella partita persa dal Levante un giocatore (Serrano, per la cronaca) ha fatto un'autorete: questo è il gioco del calcio, questo è lo svolgimento della partita, che si vede quando è vero e quando è falso, mentre invece nelle carte di calciopoli ci sono finite le lamentele dei tifosi del Lecce, gli articoli sui giornali alla Ruggiero Palombo e le moviole alla Pistocchi, per dimostrare che un arbitro faceva parte di una combriccola e c'era, o forse avrebbe potuto esserci (visto che adesso va di moda il reato a consumazione anticipata), una associazione a delinquere. Eppure stiamo facendo un confronto con la Spagna e non con la Papuasia, la Spagna che ha vinto gli Europei, la Spagna del Real Madrid, del Barcellona e della Liga che del nostro carrozzone del calcio se ne fanno un baffo.

C'è un'altra considerazione da fare leggendo l'articolo del Corriere e riguarda le parole di un giocatore del Celta (danneggiata dalla combine del Levante) quando dice "Nel nostro mondo ci sono tanti topi disposti a perdere per soldi. Bisogna farla finita. Sanzionare i giocatori e applicare alle squadre il massimo castigo. Come hanno fatto in Italia".

Qui il paragone con l'Italia lo fanno gli spagnoli e, a maggior ragione, va ripreso anche perché viene proprio da pensare al toro che dà del cornuto all'asino e allora vogliamo prendere le difese dell'asino. Per far notare che nessuna partita in Italia è risultata truccata, stando alle tonnellate di carta che contengono le varie sentenze della farsa di calciopoli; forse il giocatore spagnolo di quella farsa s'è fatta un'idea sbagliata perché magari l'ha sentita raccontare da qualcuno (uno come Figo, per fare un nome a caso, che nella Liga ci ha giocato e sicuramente ha ancora degli amici) o forse qualche titolo della Gazzetta o del Corriere su calciopoli è finito tradotto su qualche giornale spagnolo ed è stato preso sul serio; fatto sta che di partite vendute al telefono e di "topi che perdono per soldi" nello "scandalo" di calciopoli non c'è traccia; nel nostro campionato si parla tanto, invece, di Moratti che fino a qualche anno fa faceva le polemiche e il gesto dell'ombrello mentre adesso le polemiche non le fa più (e di questo Figo può dare conferma).

L'ultima osservazione riguarda il Corriere, che ha pubblicato l'articolo "Intercettazioni e autogol-Levante scandalo spagnolo", che qui abbiamo ripreso. Qualche volta gli articoli raccontano dei fatti, altre volte fanno dei commenti ma il più delle volte nelle pagine sportive del Corriere, e non solo del Corriere, si mettono insieme fatti e commenti e allora non possiamo non notare che i redattori del Corriere su quel parallelismo "come hanno fatto in Italia" non hanno speso alcuna parola di commento per dire che in Italia topi e soldi non ne hanno trovato. Sono giorni duri per i giornali e i giornalisti, visto che un Presidente del Consiglio ad alcuni direttori ha detto che dovrebbero vergognarsi e cambiare mestiere e nel frattempo da una intercettazione (!!) è venuto fuori che il direttore de La Nazione diceva ad un interlocutore "Dobbiamo fare come le bagasce d'alto bordo...", sono giorni duri già di loro e non è il caso di sottilizzare con le polemiche; nessuna polemica, quindi, col redattore principe delle pagine sportive del Corriere che è Fabio Monti (quello della famosa colletta per regalare una targa di ringraziamento a Magath dopo il gol di Atene). Diciamo solo che nell'assenza di commento non c'era alcuna malizia, diciamo che lui era troppo impegnato a impaginare il comunicato stampa dell'Inter e la foto del "mecenate" Moratti che qualche giorno fa è stato al Parlamento Europeo per raccontare mirabilie sul documentario che Salvatores ha dedicato agli Inter Campus.

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