Il solito Abete: I giovani? Tocca ai club. Petrucci: Investire non significa vincere.

News, 19 giugno 2013
 
Platini: Pirlo è fantastico ma le tv fanno vedere in continuazione chi fa goal, per cui tutti ricorderanno Del Piero più di Pirlo. Abete: I giovani vanno maggiormente valorizzati, ma sono i club che devono capirlo. Petrucci: Capisco chi investe nello sport, ma si deve avere un'etica; le regole devono essere rispettate. Ancelotti verso Madrid e Capello verso Parigi.
 
Platini: Pirlo? Chapeau! - Michel Platini era ieri in Israele ad assistere alla finale dei campionati europei Under 21 e nella conferenza stampa pre-gara, tra i vari argomenti, ha parlato anche di Andrea Pirlo, senz'altro una star del firmamento calcistico, che tuttavia, ad esempio, non è mai stato insignito di qualcosa come il Pallone d'Oro. Ma la stima di Platini per il centrocampista bianconero è altissima: "Pirlo è un grandissimo giocatore, che ha portato valore aggiunto, a livello di organizzazione tecnica, sia per la sua squadra che per la Nazionale; ma sfortunatamente è chi segna a restare nella testa delle persone, lo stesso problema l'hanno difensori e portieri. Giocatori come Pirlo sono eccezionali, ma le tv fanno vedere in continuazione le immagini di chi fa goal ed è per questo che, purtroppo per Pirlo, gli attaccanti rimangono più impressi nella memoria della gente. Nella Juve ad esempio, tutti si ricorderanno più Del Piero che di Pirlo e da questo punto di vista Pirlo è un po' penalizzato. Ma è un giocatore fantastico, chapeau a lui".
 
Abete: Dobbiamo stimolare l'utilizzo dei giovani, la Spagna vi ha investito più di noi - Giancarlo Abete era a Gerusalemme ad assistere alla finale del campionato Europeo Under 21, in cui la Spagna ha travolto l'Italia di Mangia, sotto un punteggio di 4-2, ma anche alla luce di una superiorità evidente: tra gli iberici si è distinto Thiago Alcantara (autore di una tripletta), il quarto goal è stato di Isco; per l'Italia a segno Immobile e Borini.
A fine gara Abete ha così commentato: "Dobbiamo essere soddisfatti e lucidi nella valutazione: la Spagna è obiettivamente più forte, doveva andarci tutto bene per vincere, ma loro hanno meritato la vittoria, sono stati superiori. Dobbiamo stimolare l’utilizzo di questi giocatori anche a livello internazionale, siamo secondi, dietro la Spagna che sta facendo cose straordinarie. Ovviamente non possiamo imporre delle regole a livello di club, possiamo stimolarli a valorizzare i giovani. Possiamo aumentare gli impegni a livello internazionale, ma poi spetta ai club capire quanto sia importante questo discorso. La Spagna ha investito nel settore giovanile più di noi, la differenza chiaramente la fa anche la qualità dei singoli: hanno dei giocatori che sono già da nazionale maggiore".
E qui si è fermata la sua competenza: invitare all'azione altri, in questo caso i club a valorizzare i giovani; ma la funzione di stimolo e di propulsione che la Figc dovrebbe offrire al movimento si ferma ad un ipotetico aumento di impegni a livello internazionale; chiedersi perché ci sia questo divario con gli iberici e con quali modalità e strutture di sistema la Spagna abbia reso produttivi gli investimenti dei club sul settore giovanile non fa parte delle buone prassi federali. Eppure l'argomento da qualche tempo viene trattato, anche da alcuni club di serie A, che si sono interrogati sul miglior modo di trarre vantaggio dagli investimenti che pure operano sui settori giovanili, i cui elementi troppo spesso, usciti dalle formazioni Primavera, si perdono, tra prestiti e comproprietà, per lo più passati in panchina e in tribuna, perché in quel contesto della loro crescita non importa granché. Si era parlato delle seconde squadre, quelle che ci sono in Spagna: da lì sono usciti Thiago Alcantara e Isco, Nacho e  Muniain, Montoya e Bartra, Tello, Morata e Muniesa; chi si occupa di calcio giovanile, come Arrigo Sacchi (coordinatore delle Nazionali giovanili italiane), sostiene che è questo il modello più idoneo per creare giocatori preparati a vincere. Tra le seconde squadre e le nostre Primavera la differenza di livello è abissale, in termini di strutture e di avversari, con la possibilità anche di essere  ripescati facilmente, e soprattutto già pronti, dalla squadra maggiore.
Ma subito c'è stata la levata di scudi delle serie inferiori, preoccupate solo di difendere il proprio orticello, quella che dicono la loro 'autonomia' ("la questione delle seconde squadre in Lega Pro è chiusa per sempre, anzi non è mai cominciata. Siccome ci vuole il nostro ok per farle passare, il nostro Ok non c'è", sono parole di Mario Macalli, presidente della Lega Pro, e risalgono al 15 aprile scorso).
"I ragazzi spagnoli hanno avuto la fortuna di poter fare esperienza", ha detto Mangia a fine gara; hanno in realtà avuto la fortuna di vivere in un Paese dove si lavora sulla base di un livello organizzativo funzionale; non va così in Italia dove la Lega di A, per fare un esempio, piomba nel caos più totale, con liti, strepiti e strilli, solo per decidere la sede della SuperCoppa.
 
Il Petrucci di rottura: Rispetto i presidenti che hanno investito ma c'è un limite a tutto - Essere ri-diventato presidente della Federbasket deve aver fatto bene a Gianni Petrucci che, pur con la solita passione per l'invettiva, ha cominciato a dispensarci, di tanto in tanto, pillole di saggezza. Qualche giorno fa ci aveva fatto intuire la genesi di Calciopoli nel nocumento che la Federazione può trarre 'dal dominio di una sola squadra per molti anni'; ieri invece ha indicato allo sport italiano la strada di una decisa rottura con le cattive prassi del passato. I suoi strali erano diretti verso Claudio Toti, presidente dell'Acea Roma che sta lottando con Siena per lo scudetto del basket; una sconfitta determinata, secondo Roma, da un arbitraggio ostile, aveva scatenato l'ira di Toti che, durante e dopo la gara, reagiva con gesti e parole ad offese provenienti dal pubblico e rilasciava poi dichiarazioni al veleno nei confronti del pubblico di Siena, degli arbitri e della stessa Federazione ("Credo che vadano cambiate completamente la Federazione e la Lega perché così non si può andare avanti"). Oltre all'inibizione, si è beccato anche la paternale di Petrucci: "Capisco lo sfogo del presidente Toti perché ha investito, sono dodici anni che investe e non è facile in una piazza come Roma. Ma l'esasperazione non paga, c'è un limite a tutto. Vorrei la moviola dietro a certi dirigenti per cui ad ogni fischio arbitrale c'è un reclamo. Possibile che quando la propria squadra perde hanno colpa gli arbitri e quando vince il merito è dei giocatori e dell'allenatore? No! Si deve avere un'etica e una cultura sapendo che si può anche perdere. Ci sono delle regole e devono essere rispettate".
Quindi aver investito tanti soldi non dà diritto a violare i princìpi etici (e tanto meno regole e leggi). Non la pensava così l'allora presidente della Figc Franco Carraro (e in precedenza presidente del Coni) che, nel 2001, all'epoca dello scandalo passaporti, come racconta il giornalista Franco Ordine, ebbe a dire, in un Consiglio federale che non poteva retrocedere l'Inter per quello scandalo perché Moratti aveva investito 600 milioni nel calcio. E allora tanti saluti all'etica (uno dei pallini di Petrucci, che però l'ha vista assai spesso interpretata e prescritta) e al rispetto delle regole. Chi dal 1995 al 2002 aveva comprato 88 giocatori, tra cui 21 terzini sinistri (prima del mitico Gresko) senza vincere nulla se non la coppa Uefa del 1998, doveva essere salvato dalla sua imperizia, con buona pace di etica, regole e leggi. Tale magnanimità non avrebbe migliorato i comportamenti dei beneficato, se è vero che proprio dal 2002 Tavaroli iniziò a spiare la Juventus.
 
Fabio Capello verso il Paris Saint-Germain - Carlo Ancelotti andrà al Real Madrid e il Paris Saint-Germain deve trovare un sostituto, per una sola stagione, perché poi arriverà Arsène Wenger; e allora si è indirizzato su un nome di sicuro affidamento, Fabio Capello, al momento ct della Russia, impegno dal quale può però svincolarsi dietro pagamento della clausola rescissoria di tre milioni di euro, che il PSG è  disposto a pagare. Capello in questo momento è in vacanza a Pantelleria  e sarà il figlio Pirerfilippo, che ne cura gli interessi,aa recarsi a Parigi per discutere i dettagli dell'accordo.

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