Abete va all'attacco di Conte e Agnelli e conferma il suo pool.

News, 25 agosto 2012.

 

Abete conferma tutto il  pool della 'giustizia sportiva' e stoppa le polemiche: 'Quando si è protagonisti in negativo ognuno riscopre la giustizia a proprio uso e consumo'. Abete: Agnelli tutela gli interessi della Juventus, mentre io ho il dovere e il diritto di far rispettare le regole. Carrera: Qui abbiamo a che fare con un  gruppo di uomini prima che di giocatori, capiscono la situazione. Per la prima di campionato sono 22 i convocati: all'ultimo momento deve dare forfait Lucio. Tolta la giornata di squalifica a Mazzarri. Troisi all'Atalanta e Gabbiadini alla Juve, poi subito in prestito al Bologna.


Abete/1: Fiducia in questa giustizia sportiva e nei suoi uomini - A Giancarlo Abete quella cosa che viene indicata col termine 'giustizia sportiva' sta bene così com'è, così come gli stanno bene coloro che impersonano e guidano. Questo il senso delle parole pronunciate da un Abete cui il giorno precedente aveva fatto, come al solito, da apripista e da stella cometa Gianni Petrucci: teatro dell'esternazione del numero uno della Figc è stata Coverciano, per la cerimonia di apertura della stagione, con i vertici calcistici e gli arbitri di A e B. Dunque la 'promessa' fatta pubblicamente a Palazzi sarà mantenuta: Palazzi rimarrà a capo della Procura Federale, Sergio Artico alla guida della Commissione Disciplinare e Mastrandrea alla testa della Corte di Giustizia Federale; è la ricompensa per aver scoperto e punito la mela marcia Conte; e pazienza se Bonucci e Pepe se la son cavata, il bersaglio grosso è stato centrato. "La fiducia nei confronti degli organi di giustizia sportiva è massima, queste realtà vanno rispettate - ha spiegato Abete - Un giudice può come tutti giudicare bene o male, tutti possono criticare: ma va riconosciuta la funzione della giustizia che non è appiattita sugli interessi".
Poi Abete è partito all'attacco: "Quando si è protagonisti in negativo ognuno riscopre la giustizia a proprio uso e consumo. Chi attacca non sa che la separazione dei poteri è garanzia di democrazia anche nello sport. Ognuno si assume le proprie responsabilità: il calcio non è proprietà privata, il miglioramento delle persone nel calcio deve essere fatto a 360 gradi e non bisogna bypassare le competenze federali. Noi vogliamo essere una federazione rispettosa delle regole, non accettiamo chi alimenta tensioni e fazioni".
Poi è entrato nello specifico del caso Conte: "Conte? Non c'è accanimento nei confronti di alcun tesserato, non ce ne sarebbe il motivo. Capiamo la sofferenza di ciascuno, ma la critica deve essere sempre rispettosa. Per quanto mi guarda condivido le parole di Petrucci, e quando sento parlare di giudici tifosi, è chiaro che la maggioranza di chi sta nel calcio può avere una passione sportiva, ma quando si è professionisti si ha il dovere di rispettare questa propria professionalità". Fulgido esempio di ciò è stato il tifoso nerazzurro Guido Rossi, che ne3l 2006 ha omaggiato la sua Inter di uno scudetto mai vinto.

Abete/2: Agnelli difende la Juve, io le regole - Sugli stessi concetti Abete ha insistito in un'intervista a Sk Sport24. E' partito dal suo ruolo: "Il presidente della Federazione ha il dovere nel ruolo di responsabilità che ha, di non commentare singoli episodi, ma di dare alcune indicazioni di riferimento su come dobbiamo affrontare una stagione importante e difficile come la stagione 2012/13. L'azione disciplinare è in capo agli organi di giustizia quindi la riflessione che viene fatta a livello di Federazione è solo come soggetti di politica sportiva che rappresentano una necessità, quella di tenere i toni compatibili con l'importanza di un torneo e di cercare di non alimentare delle logiche di faziosità, di disconoscimento dei ruoli degli organi di giustizia, del mondo arbitrale, perché noi facciamo parte di un contesto internazionale e questo disconoscimento è un errore strategico e fondamentale del mondo del calcio e del ceto dirigente italiano. Questo vale per tutti e venti i presidenti delle società di Serie A".
Ha poi messo l'accento sulla diversità tra la giustizia ordinaria e la 'giuatizia sportiva': "Che la giustizia ordinaria e la giustizia sportiva siano due realtà distinte questo è un fatto acclarato: primo perché sono ordinamenti diversi, che rispondo a criteri sanzionatori diversi, reati diversi. In secondo luogo perché l'abbinamento e il collegamento di tempistica non sarebbe tecnicamente possibile".
Di fronte poi ad una domanda sui suoi rapporti con Andrea Agnelli non ha esitato un istante ad ergersi a difensore delle regole, pur chiamandosi poi fuori dalle decisioni di una 'giustizia sportiva', a suo dire indipendente: "Cercare di calmarci presupporrebbe che siamo entrambi in una situazione di nervosismo e quindi come tale la domanda non trova per quello che mi riguarda un riscontro, perché io sono sufficientemente sereno. Abbiamo dei ruoli diversi. Andrea Agnelli è il presidente di un grande club, di un club che ha fatto la storia del calcio italiano, legittimamente tutela gli interessi del club che presiede, ha fiducia nei suoi collaboratori, mentre io faccio un'attività diversa: sono presidente di una Federazione che rappresenta tutte le componenti del sistema calcio e ho il dovere e il diritto di far rispettare le regole. Queste regole danno un ruolo di autonomia, terzietà e indipendenza alla giustizia sportiva e quindi il collegamento tra il progetto politico e gli organi di giustizia sportiva non è comprensibile, perchè attiene ad una modalità di interpretare la separazione dei ruoli all'interno del sistema federale impropria. Una cosa è il soggetto di politica sportiva, che indirizza la linea di politica sportiva della Federazione, altra cosa è l'autonomia e l'indipendenza e la terzietà degli organi di giustizia sportiva. Io non faccio deferimenti, io non giudico sulla base dei deferimento intervenuti, io non debbo e non posso intervenire nell'ambito dell'autonomia decisionale da parte degli organi di giustizia sportiva".

Carrera: Ho a che fare con un gruppo di uomini, prima che di giocatori -La conferenza stampa pre-Parma di Massimo Carrera aveva senza dubbio tra i suoi argomenti principali le difficoltà insite nel dover sostituire in panchina un tecnico tanto bravo, carismatico e trainante come Antonio Conte: "Effettivamente la partita è una cosa a parte - ha esordito Carrera - Antonio durante gli allenamenti dà questa carica, in partita cerca di dare altre motivazioni. Sicuramente anche se hai a che fare con giocatori navigati, c'è sempre bisogno di qualche consiglio in campo. Io sono stato giocatore e l'allenatore ti dava sempre dei consigli. Quindi io cercherò, con la mia esperienza di calciatore, di aiutarli. E' difficile sostituire Antonio, perché Antonio ha dimostrato di essere un grandissimo allenatore. Io cercherò di fare il mio meglio per non far sentire la sua mancanza ai giocatori. Ma abbiamo a che fare con un gruppo di uomini, prima che di giocatori. Capiscono la situazione e capiscono che io non sono Antonio, ma faccio le veci di Antonio. Quindi sono bravi loro a recepire questo e mi ascoltano in campo come se stesse parlando Antonio".
Ha poi spiegato come la squadra e lo stesso Conte abbiano affrontato questi momenti difficilissimi, facendo in modo che il lavoro quotidiano non ne risentisse: "Noi è dall'inizio della stagione che abbiamo pensato sempre e solo a lavorare. Quando siamo sul campo, tutte le faccende extracalcistiche non ci interessano. Andiamo in campo, lavoriamo per essere al meglio quando si fanno le partite. Quindi non ci hanno mai turbato queste cose, anche perché, ripeto, Antonio è il primo che quando va in campo fa sempre quello che ha sempre fatto e dà carica a tutti. Quindi non ci hanno turbato per niente. Antonio ama questo sport, sa che sta subendo un'ingiustizia, quindi lui va avanti per la sua strada, sapendo che deve fare l'allenatore della Juventus. Quindi dà tutto quello che ha in campo e a noi basta questo".
E poi è arrivata anche una risposta a tono a Mazzarri che, qualche giorno fa, nell'ambito della scia di polemiche lasciate dalla gara di Supercoppa, riferendosi a Carrera aveva usato l'espressione 'quel signore lì: "Io posso solo dire... auguro a Mazzarri di vincere da allenatore quello che ho vinto io da calciatore".

I convocati - Per la gara di stasera contro il Parma sono stati convocati 22 giocatori: Storari, Leali, Branescu Chiellini, Masi, De Ceglie, Barzagli, Bonucci, Lichtsteiner, Pogba, Marchisio, Pirlo, Vidal, Asamoah, Marrone, Giaccherini, Padoin, Vucinic, Giovinco, Matri, Quagliarella, Boakye.
Non convocato Lucio, che nell'ultimo allenamento ha accusato un problema alla caviglia.

Annullata la squalifica a Mazzarri - Walter Mazzarri a Palermo potrà sedere in panchina: a Corte di Giustizia Federale ha infatti parzialmente accolto il ricorso del tecnico del Napoli e ha commutato in un'ammenda di 20mila euro la squalifica per una giornata inflitta in seguito alla gara di Supercoppa tra Juventus e Napoli. Sono stati invece respinti i ricorsi di Goran Pandev e Andrea Dossena, squalificati per due giornate. Giudicato inammissibile quello presentato da Juan Camilo Zuniga contro la squalifica per una giornata.

Gabbiadini: dall'Atalanta al Bologna via Juve - Manolo Gabbiadini è ufficialmente un giocatore della Juventus. Lo ha annunciato la stessa società bianconera con un comunicato.
Gabbiadini è stato acquistato per 11 milioni pagabili in 3 anni dalla Juventus, ma metà cartellino, costata 5,5 milioni pagabili in 3 anni, è stata riacquistata dall'Atalanta. Il giocatore è stato girato in prestito gratuito al Bologna fino a giugno 2013. A Bergamo arriva James Troisi costato 4 milioni pagabili in 3 anni; metà del cartellino, costata 2 milioni pagabili in 3 anni, è stata acquistata dalla Juventus. L'operazione genera un effetto economico positivo sul bilancio 2012/2013 di circa 1,8 milioni.





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