Tra la Bongiorno e Palazzi è guerra su Carobbio. Oggi Bonucci e Pepe.

News, 21 agosto 2012.

Dopo Conte, tocca a Bonucci e Pepe, prosciolti in primo grado ma appellati da Palazzi. All'appello (filone di Cremona) erano in 14, ma occhi e orecchi di tutti erano puntati su Antonio Conte. Conte in aula con Alessio e Marotta. L'arringa dell'avvocato Giulia Bongiorno: attacco alla credibilità di Carobbio. Le arringhe di De Rensis e Chiappero. La replica di Palazzi: Carobbio è credibile intrinsecamente ed estrinsecamente. Le interviste a Giulia Bongiorno, Antonio De Rensis e Luigi Chiappero.

Oggi tocca a Bonucci e a Pepe - Da stamattina all'ex Ostello della Gioventù al Foro Italico, davanti alla Corte di Giustizia federale a sezioni unite, si parlerà invece del filone scaturito dalla carte di Bari e, in particolare, si tornerà a parlare di Udinese-Bari, partita in relazione alla quale il Procuratore federale Stefano Palazzi ha appellato i proscioglimenti di Leonardo Bonucci e Simone Pepe (oltre che di Nicola Belmonte e Salvatore Masiello), facendo soprattutto affidamento sulla rinverdita credibilità che si starebbe, a suo dire, riconquistando il 'pentito' Andrea Masiello. Perché in realtà Scommessopoli si è ormai tramutata, a livello sportivo, in Pentitopoli: a far testo non sono i fatti, le dazioni di denaro e quant'altro, ma solo le parole di pentiti in cerca di sostanziosissimi sconti di pena.
I due bianconeri saranno nuovamente in aula.
E ci saremo anche noi, a partire dalle ore 9.30.

E voi potrete seguire la diretta al link del nostro inviato Max JW Wallace.

Alla Corte di Giustizia Federale ieri la star era Conte - E' partito l'appello del secondo processo sportivo sul calcioscommesse. Ieri erano di scena 14 tesserati (Alessio, Bertani, Bombardini, Camilli, Cassano, Catinali, Conte, Coppola, Drascek, Gheller, Pellicori, Pesoli, Terzi, Vitiello) e tre società (Ancona, Grosseto e Novara), ma l'interesse di tutti era per Antonio Conte, il pilastro su cui si regge, mediaticamente (e non solo...) Scommessopoli. Squalificato per 10 mesi in primo grado, ora punta, come spiegato da De Rensis, nella totale assoluzione e quindi nella possibilità di riprendere la guida della Juventus in tempo per l'inizio del campionato.
Cone primo atto, la Corte di Giustizia federale si è ritirata in camera di consiglio per decidere sulle istanze d'ammissione al processo presentate da Codacons e Federsupporter, istanze che sono state dichiarate inammissibili.
I primi a parlare sono stati i legali del Grosseto e del suo presidente Camilli, che per la presunta combine di Ancona-Grosseto, del 30 aprile 2010 è stato condannato dalla Commissione Disciplinare a 5 anni di inibizione con l'estromissione del club dalla Serie B. Ha preso la parola lo stesso Camilli: "Sono stato ucciso mediaticamente, ma davanti a voi c'è un uomo e non un presidente. Faccio il presidente da circa 20 anni. Di me posso dire di avere carattere duro, ma non sono mai stato sfiorato da nulla. Ho avuto la sfortuna di avere scelto un direttore sportivo (Andrea Iaconi, ndr) che ha portato 6 criminali".
Poi si sono via via succeduti gli interventi dei difensori dei vari ricorrenti: da Bertani, Mario Cassano e Catinali a Gheller e Vitiello. I vari legali hanno messo in evidenza l'abnorme credibilità regalata ai 'pentiti' Carobbio e Gervasoni, pur in assenza di riscontri e in presenza di contraddizioni: in particolare l'avvocato Rodella, difensore di Vitiello, ha portato acqua al mulino di Conte: "Tutto il Siena calcio smentisce Carobbio. Conte non ha mai pronunciato parole di combine sulla gara".

L'arrivo di Conte - Antonio Conte e il suo vice, Angelo Alessio, sono arrivati ieri poco dopo le 13.30 all'ex Ostello della Gioventù del Foro Italico per l'udienza del processo d'appello al Calcioscommesse dinanzi alla Corte di Giustizia federale. L'allenatore era accompagnato dall'amministratore delegato della Juventus, Beppe Marotta, e dagli avvocati Giulia Bongiorno, Antonio De Rensis e Luigi Chiappero. Conte non è stato comunque 'attore' nel dibattimento, visto che non ha preso la parola, che ha lasciato al trio dei suoi validissimi difensori.

L'intervento dell'avvocato Giulia Bongiorno - Finalmente, intorno alle 18.10, è venuto il turno dei legali di Antonio Conte. Ha preso per prima la parola l'avvocato Giulia Bongiorno, che è partita, lancia in resta, all'attacco della credibilità 'a prescindere' di Filippo Carobbio: "Per la Commissione Disciplinare Carobbio non mente mai, ha una percentuale d'infallibilità del 100%. Carobbio è divino, uno e trino. Carobbio è stato considerato di credibilità assoluta. Solo Dio, il verbo, è stato elevato a questo stato. Mi ha fatto impressione questa divinizzazione di Carobbio. Carobbio è talmente credibile in sé che non ha bisogno di riscontri. Voi dite che è superfluo esaminare il pentiti. Chi sa la mia storia, ho fatto una lunga esperienza con i collaboratori di Giustizia, l'unico modo per mettere in dubbio il pentito è il contro esame. Io gli avrei fatto 450 domande, e una mi resta qui. Io avrei chiesto a Carobbio: 'Scusi, ma Gervasoni ha detto la verità o non ha detto la verità quando dice che la gara è stata combinata dagli zingari? Qui abbiamo un Carobbio smentito da Gervasoni. Io non ci sto a dare agli avvocati il ruolo di lettori dell'enigmistica, e il famoso giochino 'caccia all'errore'. Considerate bene che quando Conte ha scelto di accettare il patteggiamento è perché nel processo sportivo manca il piatto della bilancia della difesa".
"Cosa prova la credibilità del pentito in Novara-Siena? - ha poi rilevato la Bongiorno - La combine svelata della gara AlbinoLeffe-Siena. E cosa prova quest'ultima? Quanto già detto su Novara-Siena. Ma questo riscontro ping pong è rigettato dalla Cassazione!
Poi su AlbinoLeffe-Siena: “A ulteriore conferma che Conte sapesse, vi è Stellini che invia a sistemare... Ed è poco credibile che Conte lo sapesse. Il riscontro è che Stellini ha patteggiato e ammesso, ma il principio che viene affermato: 'quello che sa il vice, sa anche l'allenatore'. La suprema Corte cosa dice? Ha detto che è un errore logico, che il giudice sbaglia e chiede visione acritica e intuitiva. Dicono: 'Conte non poteva non sapere perché ha un carattere da accentratore'. Ma se si cerca un appiglio si deve cercare un carattere opposto. I primi tre google di Conte sono arrogante, duro e pessimo. Ma se uno è così, a Conte non dici nulla. C'è la prova: Stellini è il soggetto al quale Carobbio si rivolge per il permesso. Carobbio dice a Stellini e Stellini risponde: 'Non andare a dire niente a Conte, scappa da tua moglie e fagli trovare la situazione del tutto definita'. Il soggetto che era a conoscenza di questa combine, era un soggetto che dice non andate da Conte a dirgli niente”.
"La strategia difensiva di Carobbio
- secondo Giulia Bongiorno - è chiara: derubricare il reato di associazione a delinquere pluriaggravata in frode sportiva. Carobbio accusa Conte e la società per ridimensionare il suo ruolo nel calcioscommesse".

Poi De Rensis e Chiappero - Dopo la Bongiorno ha preso la parola l'avvocato Antonio De Rensis che ha letto un verbale di Carobbio davanti al PM Di Martino. Carobbio al PM Di Martino dichiara alcune cose riguardo agli slavi, mentre a Palazzi ne racconta un'altra. "Carobbio, fonte della verità, viene smentito dalla Commissione Disciplinare nella sentenza. Ma di che cosa stiamo parlando? I fantasmi. La fonte della credibilità ha detto che nello spogliatoio c'erano tutti i giocatori. Dove sono gli altri in questo procedimento?". Dopo aver affrontato la questione del risentimento personale (il mancato permesso per assistere la moglie partoriente), conclude: "Conte aveva altri collaboratori che potevano non sapere, perché solo Conte non poteva non sapere? Questo processo manca di logica".
A ruota ha preso la parola l'avvocato Chiappero: "Se dovessi parlare solo di Alessio impiegherei 15 secondi. Violazione del codice di procedura civile palese: il giudice attinto da un'istanza di ricusazione non può decidere egli stesso per sé. Questo non è il processo di Carobbio contro tutti, lo era, la causa è cambiata perché Carobbio davanti alla Procura Federale ammette che Conte fece un discorso emozionante ed appassionato. Leggete a pagina 27 della sentenza, la commissione non riesce ad uscirne. Sestu dice tutto quello che è successo nella riunione tecnica. A domanda risponde: 'Il Conte disse che quella partita dovevamo vincerla e comunque non perderla'. Larrondo viene preso come riscontro senza verificare se Carobbio dicesse il falso. Larrondo ha negato. E' la mancanza di logica, di coerenza del discorso di Carobbio". E ha concluso: "Quella di Alessio è una posizione che deve essere estromessa. Non capisce perché sia qui. Tutti gli altri sono stati sentiti e lui no. Conte ed Alessio devono essere assolti perché Carobbio è in una contraddizione insanabile".

La replica di Palazzi - La replica di Palazzi a questo punto si è intestardita su una difesa acritica della credibilità di Filippo Carobbio (Pippo per la Procura federale): "Non è vero che le dichiarazioni accusatorie nei confronti di Conte e Alessio e tutti i coinvolti sono tardive. Sono solo progressive. Ma è umanamente comprensibile. Carobbio è credibile sia intrinsecamente che estrinsecamente. La credibilità intrinseca ed estrinseca di Filippo Carobbio, invece, è dimostrata dai fatti. La credibilità estrinseca di Carobbio è dimostrata dalle indagini della polizia giudiziaria e dai contatti telefonici tra gli esponenti del mondo delle scommesse e i calciatori. La credibilità intrinseca del giocatore è invece provata dalla progressione del processo collaborativo, del tutto coerente e logica". Ha poi minimizzato l'esistenza di un'acredine di Carobbio nei confronti di Conte: "Se avesse avuto un intento calunniatorio - ha spiegato - Carobbio non avrebbe aspettato tanto per tirare in ballo Conte, al contrario lo avrebbe già fatto dal 19 gennaio 2012, rendendo dichiarazioni molto più gravose sia nei confronti del tecnico che della sua società di appartenenza (il Siena, ndr)".
Entrando poi nello specifico delle partite Novara-Siena e AlbinoLeffe-Siena, ha osservato: "Le smentite dei calciatori del Siena nella riunione tecnica prima di Novara-Siena? Nel calcio si assiste a dichiarazioni di grandissima omertà perché i giocatori temono un deferimento per omessa denuncia, dunque tali dichiarazioni non possono avere lo stesso peso di quelle accusatorie di Carobbio. E poi non c'è contraddizione tra Gervasoni e Carobbio: il primo afferma che fu Carobbio a contattare gli zingari, il secondo dichiara invece di essere stato contattato dagli zingari, ma la circostanza è confermata. L'avvocato Bongiorno ha poi parlato di un riscontro ping-pong sulla credibilità del Carobbio, ma le dichiarazioni confessorie rese da Passoni, Poloni, Garlini e parzialmente da Sala sulla combine della partita AlbinoLeffe-Siena riscontrano in modo pieno, puntuale e inconfutabile le accuse e la ricostruzione dei fatti fornita dal Carobbio".
"Per tutti questi motivi chiedo il rigetto dei ricorsi presentati", ha concluso Palazzi.

Bongiorno, De Rensis e Chiappero: le interviste - Mentre Antonio Conte si è allontanato senza rilasciare dichiarazioni, i suoi legali, davanti alle telecamere Sky, hanno in buona sostanza ribadito i concetti e le argomentazioni che hanno cercato di far assimilare ai componeti della Corte di Giustizia federale.
La Bongiorno ha puntato dritta sulla credibilità di Carobbio: "Leggendo tutti gli atti del processoL'aspetto penale del processo, sviluppato a Cremona, mette in evidenza che Carobbio non è credibile. Chiaramente Carobbio, accusato inizialmente di associazione a delinquere transnazionale, reato gravissimo, per il quale sono previste sanzioni enormi, altissime, ha cercato di recidere i suoi legami con gli zingari, dicendo che, se accordo c'è stato, è stato un accordo di spogliatoio, casereccio, per il quale evidentemente non c'è collegamento con gli zingari, Cè dunque un interesse a scaricare su altri la responsabilità, come se lui fosse una pedina e la decisione fosse stata presa da altri. Carobbio vuole semplicemente sminuire i suoi legami con l'organizzazione malavitosa. Non c'è mai nessun riscontro alle sue parole. Mai. Perché Carobbio è ritenuto credibile? Io ho un'idea ben chiara: non avendo la possibilità di avere riscontri alle sue dichiarazioni, si è puntato ad elevare la figura del pentito Carobbio. In un processo penale tutto ciò sarebbe carta straccia".
Poi De Rensis: "L'omessa denuncia si concretizza quando qualcuno ascoltando qualcun altro che dice: 'Facciamo un illecito', pur dovendo andare a denunciarlo, non lo fa. Siccome Carobbio ha detto che nello spogliatoio c'erano tutti, non sappiamo perché molti di questi tutti non sono stati deferiti: Conte è stato condannato in primo grado per due omesse denunce in un contesto in cui tutto lo spogliatoio sapeva, come ammesso dallo stesso Palazzi. Ma allora perché deferito solo Conte? Inoltre Carobbio si contraddice da solo: prima dice che tra Gegic e Ilievski solo il primo parlava italiano. E allora perché 160 contatti telefonici con Ilievski? In che lingua parlavano?".
Infine Chiappero: "Carobbio ad un certo punto ammette quello che le indagini difensive hanno fatto emergere, e cioè che Conte fa un discorso emotivamente coinvolgente per vincere quella partita. Allora la domanda è: come può essere logico, come può essere vero che un allenatore prima dica 'Ragazzi, state tranquilli, oggi si pareggia, e un minuto dopo fa partire un discorso che lo stesso Carobbio dice essere stato fatto, in base al quale i ragazzi dovevano invece impegnarsi per vincere. Quindi, secondo Carobbio, Conte in occasione delle partite incriminate prima dice 'oggi si pareggia', poi però fa un discorso per motivare la squadra. Che senso ha? E poi c'è il caso Alessio, deferito senza nemmeno essere interrogato".



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