Pirlo: Ora dipende solo da noi e non dagli altri. Galliani gufa e spera.

News, 9 aprile 2012.

Pasqua di lavoro per i bianconeri a Vinovo. Pirlo: Pensiamo a far bene noi, siamo primi, l'importante è continuare a vincere e non ci interessa più il risultato delle altre. Galliani gufa: "Quello che è successo a noi può capitare anche alla Juventus da qui alla fine del campionato". L'imbattibilità della Juve a caccia di sempre nuovi record. Giudice sportivo: Juve-Lazio senza squalificati; ma Marchisio è entrato in diffida. Giovanni Semeraro: Se mio figlio mi avesse mentito sarebbe dura.

Bianconeri subito al lavoro - Pasqua di lavoro per i giocatori bianconeri, perché mercoledì c'è già la Lazio che aspetta e promette di non essere certo un avversario morbido (è in lotta per il terzo posto e sabato sera ha fatto fuori il Napoli). E allora lavoro e concentrazione al top in quel di Vinovo: se la Juve si trova dov'è ora lo deve a questi fattori. Alle dieci di ieri dunque tutti agli ordini di Conte: lavoro defaticante per chi ha giocato a Palermo, normale attività per gli altri. Stamattina si replica.

Pirlo: Dipende tutto dalle nostre vittorie, non dai risultati degli altri - Sono bastati 90' per ribaltare le gerarchie di questo campionato. Prima di sabato, come amava ripetere Conte, solo il Milan avrebbe potuto perdere questo campionato, adesso è la Juve ad essere avanti, di un punto (e un soffio...) e a guidare il gioco ora è proprio la Vecchia Signora. Pirlo, in una lunga intervista di ieri a Sky, dimostra di esserne assolutamente consapevole e di non voler mollare l'osso, perché lì in alto si sta bene: "C'è la consapevolezza di poter far bene e di stare sempre attaccati. Adesso siamo lì, bisogna continuare a pensare in grande e cercare di pensare partita dopo partita. Siamo lì a un punto e bisogna cercare di mantenere questo ritmo perché basta un passo falso che le gerarchie possono cambiare subito. Quindi pensiamo subito alla partita di mercoledì, a vincerla e poi dipenderà solo da noi. Pensiamo a far bene noi, siamo primi e quindi l'importante è continuare a vincere, non ci interessa più il risultato delle altre. In caso di vittorie nostre, saremmo sempre primi, quindi è giusto continuare così". Così, qualunque sia l'avversario cui ci si trova di fronte: "In serie A sono tutte partite difficili. Ormai mancano solo sette gare, quindi contro chiunque noi giochiamo, dobbiamo cercare di vincere, che ci sia la Roma o il Cesena per noi fa lo stesso; intanto pensiamo a quella di mercoledì che è importante, poi vedremo le altre. La Lazio è il primo scoglio per poter continuare il nostro sogno. Viene mercoledì, sappiamo che è una grande squadra e lo ha dimostrato già l'anno scorso, però noi vogliamo vincere, vogliamo continuare il nostro cammino, quindi dobbiamo cercare di portare a casa i tre punti". La sconfitta del Milan è stata una bella sorpresa inaspettata, ma che ha qualche scusante: "Non ce l'aspettavamo, anche perché era passato anche in vantaggio e non ho mai pensato ad un ribaltamento di risultato. Quindi ci hanno fatto questo piacere e noi ne abbiamo approfittato. Ma il Milan non è in crisi, però è normale che quando vieni da partite così importanti in Champions un po' di stanchezza la domenica la senti. Però ha sempre fatto bene fin adesso, quindi non penso sia un momento di crisi". Il rapporto tra lui e Conte funziona (e si vede): "C'è un bel rapporto, c'è grande stima e i risultati si vedono". Certo, lui Conte lo ha assaggiato anche come avversario, e non lo trova cambiato: "Era come lo vedete da allenatore, uno molto energico, grintoso, che non mollava mai, come lo dimostra in panchina adesso". Adesso Conte è un allenatore che tiene sempre i suoi con i piedi per terra, i sogni sono una bella cosa solo quando diventano realtà, e in questo caso ancora non lo sono, come conclude Pirlo: "Per adesso non abbiamo ancora fatto niente".

Galliani: Può capitare anche alla Juve - Adriano Galliani vuole allontanare il pessimismo dall'ambiente rossonero, e per questo ha rinunciato a partire per una breve vacanza pasquale e, assieme ad Ariedo Braida, è rimasto a Milanello a supportare psicologicamente la squadra e Allegri dopo il passo falso contro la Fiorentina, che è costato ai rossoneri la testa della classifica. Galliani trova che intorno al Milan si stia creando un pessimismo esagerato. A voler guardar bene, dice a Sky Sport, il Milan è la squadra italiana che è andata più lontano in Europa, è l'unica che ha già vinto un trofeo (Supercoppa in quel di Pechino, e dimentica il trofeo Berlusconi, tanto caro a Max Allegri), "non date retta ai bombaroli, siamo in testa da due anni (non sempre quest'anno, in verità, ndr) e a leggere i giornali sembra che siamo in zona retrocessione. Non dobbiamo mollare". In realtà "abbiamo pagato la fatica di Barcellona", ma "quello che è successo a noi contro la Fiorentina può capitare anche alla Juventus da qui alla fine del campionato". E sottolinea che la posizione di Allegri non è in discussione: "Non capisco perché si metta in discussione anche l’allenatore dopo un piccolo passo falso, stiamo sereni".

Continua l'imbattibilità, verso nuovi record - "Essere imbattuti ora mi piace molto, è un dato che amo sottolineare e che ci dà tanto orgoglio. Sono situazioni che accadono in maniera molto rara e passano tantissimi anni perché si frantumino dei record. Il fatto stesso di aver raggiunto la fenomenale squadra di Capello è già un motivo di grande soddisfazione. E' inevitabile che è un piccolo tesoro che siamo orgogliosi tutti quanti di custodire, di tenere". Queste parole di Conte ieri nell'immediato dopogara. Perché la Juve ha già battuto il record delle 28 giornate di imbattibilità della Juve di Fabio Capello. Ma non basta. Con la vittoria di Palermo la Juve ha ora eguagliato il primato di imbattibilità dall'inizio del campionato per i tornei a 20/21 squadre: apparteneva all'Inter di Mancini 2006-07 (l'Inter cartonata e senza avversari credibili), rimasta imbattuta per le prime 31 gare e messa poi al tappeto dalla Roma (3-1) nel recupero del 22simo turno; battesse la Lazio, andrebbe a caccia della Fiorentina che nel torneo 1955-56, a 18 squadre, vinto proprio dai viola, rimase imbattuta per 33 turni. Poi le rimarrebbe ancora il record del Milan di Capello, stagione 1992, con lo scudetto (fu il dodicesimo) e l'imbattibilità; per la verità anche il Perugia 1978-79 terminò il campionato imbattuto, ma senza vincere lo scudetto: finì infatti secondo, dietro il Milan e davanti alla Juve, e senza il sogno il record perderebbe troppo del suo valore. A voler essere precisi ci sarebbe anche il Genoa 1922-23 che vinse lo scudetto imbattuto, ma non si era ancora nell'epoca dei campionati a girone unico.
Un ultimo fiore all'occhiello: la Juventus è uno dei soli tre club imbattuti in Europa in questa stagione: gli altri sono gli ungheresi del Debrecen e i macedoni del Vardar Skopje.

Marchisio entra in diffida - L'ammonizione rimediata a Palermo per comportamento scorretto nei confronti di un avversario (al 78' ha trattenuto per la maglia Ilicic), essendo la settima sanzione, ha fatto scattare la diffida per Claudio Marchisio. E' l'unica conseguenza emersa per la Juve dalle decisioni del Giudice sportivo. Paga dazio invece il Milan con ben tre squalificati: infatti Ambrosini, Aquilani e Bonera, tutti già diffidati, sono stati nuovamente ammoniti contro la Fiorentina per comportamento scorretto nei confronti di un avversario e quindi sanzionati con un turno di squalifica. Fuori per un turno anche: Caracciolo (Novara), espulso per essersi reso responsabile di un grave fallo di gioco, Pinilla (Cagliari), espulso per doppia ammonizione per comportamento non regolamentare in campo, Spolli (Catania), espulso per aver commesso un intervento falloso su un avversario in possesso di una chiara occasione da rete, Paletta (Parma), già in diffida e nuovamente ammonito per proteste nei confronti degli Ufficiali di gara, Di Vaio (Bologna), Kucka (Genoa), Manfredini (Atalanta), Cannavaro e Britos (Napoli), tutti me cinque già diffidati e nuovamente ammoniti per comportamento scorretto nei confronti di un avversario.
Ammonito con diffida il preparatore atletico della Fiorentina Massimo Catalano per avere, al termine del primo tempo, al rientro negli spogliatoi, rivolto all'Arbitro una critica irriguardosa; ammoniti anche: gli allenatori Sannino (Siena) e Colantuono (Atalanta) per essere, al 47' del secondo tempo, usciti dall'area tecnica; Luigi Piangerelli, (Cesena) collaboratore tecnico dell'allenatore, per avere, al termine del primo tempo, contestato platealmente l'operato arbitrale; e il responsabile dei preparatori atletici dell'Inter Stefano Rapetti, per avere, al 20' del secondo tempo, contestato platealmente l'operato arbitrale.
Per quanto riguarda le società ammenda di 25.000 euro con diffida al Cesena per avere suoi sostenitori, al 41' del primo tempo, lanciato una bottiglietta piena d'acqua verso un Assistente, colpendolo ad una spalla senza conseguenze lesive; di 15.000 euro alla Lazio per avere suoi sostenitori, al 4' ed al 20' del secondo tempo, indirizzato sul portiere della squadra avversaria un fascio di luce laser; per avere inoltre, nel corso della gara, lanciato nel recinto di giuoco due petardi e un bengala; di 4.000 euro al Novara per avere suoi sostenitori, nel corso della gara, indirizzato continuativamente grida ingiuriose nei confronti dell'Arbitro e del Quarto Ufficiale; di 2.000 euro al Napoli per avere suoi sostenitori, al 35' del primo tempo, lanciato nel recinto di giuoco un petardo.

Semeraro: Se mio figlio mente, è dura - La posizione del Lecce nella vicenda del calcioscommesse è sempre più delicata. I tre arrestati e poi rilasciati dopo aver ampiamente raccontato agli inquirenti ciò che sapevano, e cioè Andrea Masiello, Giovanni Carella e Fabio Giacobbe, hanno evidenziato le responsabilità del trentottenne imprenditore Carlo Quarta (che da parte sua si dice peraltro estraneo) nel truccare il derby Bari-Lecce a favore dei salentini che dovevano salvarsi. E Carlo Quarta è molto vicino a Pierandrea Semeraro, figlio del presidente Giovanni Semeraro, che nei giorni scorsi aveva orgogliosamente dichiarato l'estraneità sua e della sua famiglia a tutta la vicenda. Ma di fronte ai tanti indizi che spuntano dalle carte, alcune certezze un po' vacillano: "Mi piacerebbe capire di più, ma non riesco a farlo", dice il patron giallorosso. Ripone tutte le sue speranze nel fatto che il figlio gli abbia detto la verità, cosa di cui non vuol dubitare: "È un momento difficile per la mia famiglia. Credo a mio figlio Pierandrea, se non dice la verità a me a chi deve dirla? Se mi avesse raccontato una bugia sarebbe dura".


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