Indagati Martino e De Cillis per falsa testimonianza. Nuovo round Moggi-Zeman.

News, 29 febbraio 2012.

 

A seguito della denuncia presentata dal legale di Pieri, Manfredi Martino e Teodosio De Cillis sono indagati per falsa testimonianza. Il pm Letizia Mannella ha chiesto il rinvio a giudizio di Luciano Moggi per la querela presentata da Zdenek Zeman. Moggi esprime la sua solidarietà  a Buffon e Conte. L'Unione Stampa Sportiva Italiana, prendendo posizione sul caso Pellegatti, richiama i giornalisti al rispetto della deontologia professionale. Agnelli e Nedved a Vinovo  a far sentire la loro vicinanza a Conte e al gruppo, privo di ben dieci nazionali. Petrucci dice no all'amnistia per il calcioscommesse. Tacconi: Il calcio di oggi non è più calcio, è calcio-gossip. Nel calcioscommesse, in relazione ad Udinese-Bari, spunta il nome di Bonucci, che non è tuttavia indagato. Orgoglio Amaranto, comitato di tifosi aretini, ha spedito alla Federcalcio una petizione, corredata da firme, in cui chiede risposte concrete in merito ai  danni causati all'Arezzo da Calciopoli. Per combattere il calcioscommesse e difendere il club da eventuali comportamenti illeciti  di tesserati e collaboratori, il Varese adotta un codice etico inserendo nei contratti una clausola ad hoc.


Manfredi Martino e Teodosio De Cillis indagati per falsa testimonianza - Come preannunciato qualche giorno fa dalle colonne di questo sito sono attualmente indagati per falsa testimonianza i sigg. De Cillis Teodosio e Manfredi Martino, a seguito della denuncia presentata dall'Avv. Claudio Palazzoni per conto dell'ex arbitro Tiziano Pieri. Il Martino è accusato di aver fornito agli inquirenti informazioni false per non essere coinvolto nello scandalo. Le dichiarazioni del Martino sono state decisive sia per la condanna di Antonio Giraudo e dell'ex arbitro Paolo Dondarini con riferimento a Juventus-Lazio del 5 dicembre 2004, sia per quella dell'ex arbitro Pieri con riferimento a Bologna-Juventus di qualche settimana dopo. Per quanto riguarda il De Cillis, l'accusa è riferita al suo ruolo di teste d'accusa al processo di Napoli, quando, dopo le innumerevoli domande nel corso del controesame dell'Avv. Prioreschi e dell'Avv. Trofino - difesa Moggi - sull'eventualità che i carabinieri si fossero recati in Svizzera, presso il suo negozio, ad acquisire la documentazione relativa alle schede svizzere, sul punto, dichiarò per ben tre volte, che mai, assolutamente, i carabinieri si erano recati nel suo negozio a Chiasso, ma che era stato lui stesso a recarsi a Como per consegnare tutta la documentazione. Queste domande erano mirate a chiarire la questione sulla necessità di una rogatoria e sull'inutilizzabilità della suddetta documentazione. Sentito come teste, il maresciallo dei Carabinieri Nardone, che aveva svolto l'acquisizione in Svizzera, smentì clamorosamente il De Cillis, sostenendo l'esatto contrario. Ora sarà quest'ultimo a doversi difendere dall'accusa di avere mentito sotto giuramento al Collegio giudicante del Tribunale di Napoli.

Zeman contro Moggi: chiesto il rinvio a giudizio - In aprile Zdenek Zeman aveva sporto querela nei confronti di Luciano Moggi per diffamazione aggravato ed ora la Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio dell'ex dg bianconero. I fatti prendono le mosse da quando, il 20 novembre 2009, nel corso della sua deposizione al processo di Napoli, Zeman aveva sostenuto che la sua carriera aveva subìto gravi danni a causa dell'ostracismo di Moggi: infatti, dopo la sua denuncia sul doping, con accuse poi rivelatesi infondate, ma che era costata alla Juve un lungo processo, Moggi avrebbe cercato di rovinargli la carriera suggerendo a Corbelli, allora presidente del Napoli, di assumerlo per poi esonerarlo dopo pochissime gare.
Al termine dell'udienza successiva Moggi aveva dichiarato alla stampa: "Se Zeman pensa che sia stato io a farlo esonerare per rovinargli la carriera, dovrebbe ringraziarmi perché ha guadagnato cinque miliardi di lire netti per un anno". Moggi aggiunse anche che Zeman era stato licenziato dal Napoli, dalla Lazio, dalla Salernitana, dal Lecce, dal Fenerbahce e dalla Stella Rossa "...perché non sa allenare, è lento e impacciato nel parlare e i giocatori non lo capiscono". Tali dichiarazioni erano state riportate nella querela in quanto, a detta di Zeman, sono frasi "gravemente lesive del mio onore e del mio decoro".
Ed ora il pm Letizia Mannella ha chiesto il rinvio a giudizio di Luciano Moggi: la richiesta passa ora all'esame del gup.

Moggi: Sto con Buffon e Conte - Il vergognoso post Juve-Milan non ha lasciato indifferente Luciano Moggi che, in un'intervista esclusiva rilasciata a Tuttojuve.com, ha detto la sua. E' partito con una decisa difesa di Gigi Buffon, messo alla gogna per le sue dichiarazioni sul goal fantasma: "Quando si dicono cose a caldo, può capitare di dire cose che non hanno nulla a che vedere con il momento. Non dobbiamo dimenticarci che c'è la rabbia e la tensione del dopo partita ad incidere. Sabato è successo di tutto con il goal valido annullato a Matri e il goal in malo modo annullato a Muntari che era buono. Buffon ha espresso liberamente un proprio pensiero non capisco tutta questa caccia alle streghe e moralismi... Gigi è un ragazzo acqua e sapone. Fondamentalmente ha detto una cosa che pensano tutti. A sua discolpa aggiungo che è difficile accorgersi nel frangente di un secondo mentre si gioca e si compie un movimento se la palla è entrata o meno. Buffon è stato ingenuo, ma sincero e leale nelle sue esternazioni. Siamo di fronte a un campione che ha dato tanto a Juve e Nazionale. Quelli che non lo vogliono più e non lo ritengono meritevole dell'azzurro dovrebbero ringraziare Dio di avere in porta un fuoriclasse come Gigi". Solidarietà anche a Conte: "Lasciamo stare questo capitolo che è disdicevole. Trattare Conte come ha fatto Pellegatti non è da giornalisti. C'è stata una mancanza di deontologia".
Il discorso va a finire anche sul calcioscommesse, in relazione al fatto che il pm Di Martino l'altroieri abbia auspicato un'amnistia sul piano sportivo, per poter ripartire veramente da zero, è risolutamente contrario: "Sono rimasto senza parole di fronte ai moralisti e alle affermazioni del piemme De Martino. Ci vuole l'amnistia altrimenti si ferma il calcio: dire ciò è una vergogna! Ci sono state partite falsate con un giro di soldi che ha taroccato la regolarità delle gare. Il calcio se si deve fermare per ripulirlo s'ha da fermare. Su Calciopoli e il calcioscommesse stiamo assistendo a due pesi e due misure. Meno male che il Coni ha detto che è irrealizzabile l'amnistia. Io non la voglio, le assoluzioni me le conquisto da sole. Ci vuole giustizia per le tante famiglie rovinate da questi scandali".
Sulla richiesta di rinvio a giudizio per la querela di Zeman non vuole neppure soffermarsi: "Certi personaggi non meritano neppure risposta. Non hanno nulla da dire. Zeman spicca nell'arte del far confusione: tante parole ma fatti zero".
Oggi per i bianconeri è in programma un'amichevole con la Novese, che milita nel girone A della serie D, dove occupa il quinto posto in classifica.

L'Ussi condanna la condotta di Pellegatti - Sul caso Pellegatti ha fatto sentire la sua voce anche l'Unione Stampa Sportiva Italiana, che ha richiamato l'Ordine dei Giornalisti al rispetto della deontologia professionale. Questo il testo del comunicato apparso sul sito dell'Ussi: "L'Unione Stampa Sportiva Italiana, sempre impegnata a garantire un corretto esercizio della cronaca sportiva e a denunciare atteggiamenti lesivi da parte di società e tesserati, con altrettanta forza giudica deplorevoli le espressioni gravi pronunciate dal collega Carlo Pellegatti, giornalista di Mediaset Premium, durante la telecronaca dell'incontro Milan-Juventus del 25 febbraio 2012, nei confronti di Antonio Conte, allenatore della Juventus. La cronaca di una partita deve restare il racconto del gesto sportivo e mai degenerare in espressioni offensive e irrispettose. L'Ussi chiede all'Ordine nazionale dei Giornalisti, che ha nella deontologia professionale uno dei suoi compiti primari, di verificare i fatti per evitare che anche in futuro i giornalisti si prestino, come talvolta accade, ad accettare una interpretazione distorta del ruolo, che è quello di informare e non, invece, prestare la voce, e la professionalità, ad una cronaca di parte. L'episodio in questione conferma l'assoluta necessità che l'Ordine intervenga affinché mai, in nessuna emittente, la “telecronaca del tifoso” sia affidata ad un giornalista. In questa sua azione, l'Ordine nazionale dei Giornalisti avrà sempre l'Ussi al suo fianco".

Agnelli e Nedved a Vinovo - A Vinovo ieri mancavano ben dieci bianconeri impegnati con le rispettive Nazionali (gli azzurri Barzagli, Bonucci, Chiellini, Marchisio, Matri e Pirlo, l'uruguagio Caceres, lo svizzero Lichtsteiner e il montenegrino Vucinic), in compenso rientrava pienamente in gruppo Luca Marrone, che ha smaltito il problema muscolare ai flessori della coscia destra. Ma c'era una presenza importante, quella di Andrea Agnelli, arrivato con Pavel Nedved a dare il suo sostegno a Conte e ai ragazzi che, dopo una partitella in famiglia, hanno svolto la solita razione di lavoro atletico ad alta intensità, con scatti e cambi di direzione. Agnelli ha salutato i giocatori e si è poi intrattenuto a colloquio col tecnico; dopo circa un'ora è tornato in sede, lasciando a Vinovo Nedved, che  è rimasto ancora per oltre mezz'ora a confabulare con Conte, in un fitto scambio di idee ed impressioni.

Petrucci: No all'amnistia per il calcioscommesse - Petrucci dichiara irricevibile l'ipotesi di un'amnistia a livello sportivo avanzata dal procuratore di Cremona Di Martino: "Rispetto l'opera dei magistrati e dunque ringrazio Di Martino per il lavoro che sta facendo. Ma ho sentito anche il presidente della Figc, Abete, e quella dell'amnistia sportiva è un'ipotesi irrealizzabile. Proprio il Coni, in osservanza al Cio, ha recentemente varato un codice etico per il rispetto dei principi di lealtà e correttezza sportiva, è evidente che non possiamo essere favorevoli all'amnistia. Nel momento in cui vengono alla luce certi episodi, il nostro discorso deve essere chiaro dall'inizio e non dare adito a dubbi o interpretazioni diverse''.
No ribadito anche da Antonello Valentini, direttore generale della Figc: "L'amnistia non è percorribile. Il presidente Abete e Petrucci si sono sentiti stamani, noi abbiamo già nei nostri codici forme premiali per chi collabora e sono state utilizzate anche la scorsa estate, nel primo processo per il calcio scommesse. Certo, è un momento difficile per il calcio italiano e questa inchiesta giudiziaria rischia di farci perdere credibilità. Proprio per questo credo che i protagonisti debbano darci una mano".

Tacconi: Basta col calcio gossip - L'occasione per intervistare Stefano Tacconi a goal.com l'hanno offerta le polemiche che hanno visto al centro, come imputato, Gigi Buffon. E Stefano sta con Gigi. Quand'anche si fosse accorto che il pallone aveva varcato la linea "non avrei detto nulla, sarei rimasto zitto. Mai dire la verità nel calcio. Io l’ho sperimentato sulla mia pelle nel corso della mia carriera: per aver detto una volta la verità sono rimasto fuori sei mesi. Da allora ho capito che essere sinceri nel calcio non paga”. Prendere decisioni è compito dell'arbitro: "Ognuno guardi in casa propria e si attenga al suo ruolo: gli arbitri facciano gli arbitri e i calciatori facciano i calciatori". Perché oggi si parla troppo: e questo calcio più parlato che giocato a Tacconi proprio non va giù: "Nel calcio di oggi si parla tutti troppo. Io dico questo: che ognuno si prenda le sue responsabilità e che si torni solo a giocare a calcio. Una volta gli Scudetti si vincevano con pugni, cazzotti e denti rotti, oggi che ci sono mille telecamere che riprendono tutto, invece, gli Scudetti si vincono parlando… Che torni a essere solo il campo a parlare”. E va giù duro, con quella schiettezza che non lo ha mai abbandonato: “Il calcio di oggi mi fa cagare. Ormai non è più calcio, è calcio-gossip: quello è uscito con quella, quell’altro ha sniffato coca… Sono questi gli argomenti che spesso si leggono sui giornali e su Internet, di calcio giocato non si parla quasi più. Continuando di questo passo sarà sempre peggio. Si deve tornare a giocare a calcio, ormai più si parla, più si vince. Hanno accusato la Juve di doping e di comprare i campionati, ma quelle erano tutte signore squadre. Oggi si parla tanto di Zeman e del suo ‘calcio spettacolo’: bene, che faccia pure quello ritiene di fare, a me il suo calcio spettacolo non piace e non interessa”. Sulla claque che pretenderebbe di togliere a Gigi la fascia di capitano è tranciante: "È successa la stessa cosa a Fabio Capello con Terry: volevano che lui gli togliesse la fascia da capitano e per tutta risposta il commissario tecnico ha rassegnato le dimissioni. Noi abbiamo la fortuna di avere un signor allenatore come Prandelli, che ha chiarito da subito che non c’era niente di male in quello che Gigi ha detto. Lasciamo che sia lui, che conosce meglio di tutti gli altri il gruppo azzurro, a decidere per la Nazionale, non pretendiamo di condizionare le sue scelte facendo dei sondaggi”.

Nel calcioscommesse spunta il nome di Bonucci - Il nome del 23enne difensore bianconero Leonardo Bonucci, ex Bari compare negli atti di indagine dell'inchiesta sul calcioscommesse, pur non risultando indagato. Il riferimento a Bonucci è legato alla gara Udinese-Bari, del campionato 2009-2010, allorché il difensore militava nel Bari. La partita si concluse sul 3-3 e quindi la combine ad essa relativa avrebbe potuto riguardare la tipologia delle gare 'over', una delle più gettonate dal clan (o dai clan) di scommettitori che gravitavano attorno al club pugliese. Attualmente Bonucci si trova a Genova in ritiro con la Nazionale; Prandelli ha dichiarato di avergli parlato e di averlo trovato assolutamente sereno.

Orgoglio Amaranto chiede giustizia ad Abete - Orgoglio Amaranto, il comitato di tifosi dell'Arezzo promotore di una raccolta di firme, partita a fine settembre per non far cadere il silenzio su un fatto grave come "il grottesco coinvolgimento dell'Arezzo in Calciopoli, con una tifoseria appassionata costretta suo malgrado a subire ingiustizie palesi, mentre altre squadre, nemmeno sfiorate da indagini e sanzioni, oggi si trincerano dietro la prescrizione", ha oggi spedito la petizione, corredata da una lettera di accompagnamento e dalle firme alla Figc, all'attenzione del presidente Giancarlo Abete. Nella lettera, dopo aver espresso il motivato disappunto e lo sdegno della città (la petizione è stata firmata anche dal sindaco e da tutto il Consiglio Comunale) per il trattamento subìto dal club, anche e soprattutto alla luce di quanto emerso nel corso del processo di Napoli, Orgoglio Amaranto chiede risposte concrete, riservandosi di percorrere tutte le possibili strade perché sia fatta luce e giustizia.

Il Varese si tutela contro i calciatori sleali - Le società cominciano ad essere preoccupate per l'emergere di sempre nuovi casi di loro 8tesserati che infrangono le regole e il principio di lealtà, incorrendo in sanzioni e facendovi incorrere, per il criterio della responsabilità oggettiva, la società. E iniziano a prendere le contromisure. Il Varese, per esempio, un club di serie B non coinvolto direttamente nello scandalo del calcioscommesse (e che purtuttavia ritiene di esserne stato danneggiato perché club che l'anno scorso erano arrivato davanti al Varese nella classifica finale, uno per tutti l'Atalanta, si sono poi ritrovati pesantemente al centro delle indagini) ha inserito nel contratto dei suoi giocatori una postilla etica che dovranno sottoscrivere, impegnandosi a dichiarare di non essere mai stati coinvolti in episodi di illecito sportivo e venendo informati delle severe sanzioni in caso di violazione. Ha spiegato l'iniziativa il presidente biancorosso Antonio Rosati: "Noi ci stiamo spendendo per un campionato pulito; non stiamo facendo nulla di eccezionale, ma vedo che il nostro mondo è piuttosto in ritardo su questa strada. Servono regole scritte, ferree e non interpretabili. Da presidente voglio che il Varese resti indenne da certi problemi che stanno inquinando il mondo dello sport. Anche per questo ho voluto che la società ottenesse la certificazione SA8000, documento che hanno in pochi e che riguarda proprio il comportamento etico di un'azienda o di un club".
"Oltre al codice etico e alla certificazione, abbiamo studiato una clausola speciale da inserire nel contratto dei singoli calciatori
- ha spiegato il legale del club Amirante - innanzitutto per proteggere gli atleti e poi a tutela del club nei casi di calcioscommesse o comunque di comportamenti etici. Un paragrafo già inserito per esempio nel contratto di Rivas (giocatore arrivato a gennaio dal Bari, un ambiente che si sta rivelando molto compromesso col calcioscomesse, ndr) e che verrà aggiunto a quelli di tutti i suoi compagni di squadra. La clausola prevede che il Varese metta a disposizione una consulenza penale e sportiva ai suoi tesserati per affrontare nel modo migliore gli obblighi dati dalla loro condizione di professionisti e tutelarli qualora venissero implicati in vicende poco lecite. La stessa clausola però prevede che in caso di violazione delle regole la società potrà aprire subito un arbitrato e richiedere la decurtazione dello stipendio sino al 100% oltre alla possibilità di licenziare un giocatore giudicato infedele".



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