Giorgio Bocca, uno dei primi a sfatare Calciopoli, ci ha lasciato. Lippi: Allegri e Conte al top.

News, 26 dicembre 2011.

 

E' morto a 91 anni Giorgio Bocca, giornalista vero che nel 2006 aveva già intuito l'inconsistenza di Farsopoli. Lippi: Allegri e Conte pesano più del 20% nell'economia dei successi di Milan e Juve. Anche per i giornalisti il peggiore è Milito, davanti a Krasic e Cissé. Per Marca tra le prime venti piacevoli sorprese del primo scorcio dei campionati europei c'è Claudio Marchisio. L'Atalanta ha scaricato Cristiano Doni. Il Losanna si appella al Tas contro il Sion; altri club potrebbero seguirne l'esempio.

Morto Giorgio Bocca, uno dei primi a intuire la natura della Farsa - Giorgio Bocca non era un giornalista sportivo: ma in questo caso la parola che fa la differnza è la prima, era un giornalista, il cui testamento spirituale, che lui stesso ci tramandò nell'aprile 2008, quando fu insignito del premio Ilaria Alpi alla carriera, recitava: "Tutti quelli che fanno il giornalismo lo fanno sperando di dire la verità: anche se è difficile, li esorto e li incoraggio a continuare su questa strada". Niente a che vedere, come si comprende subito, con chi oggi fa del giornalismo uno strumento per orientare l'opinione pubblica. Bocca era un professionista dell'inchiesta, uno che sapeva anche scavare nel torbido, scatenando spesso la passione di chi andava cercando giustizia, con coraggio e pulizia, mai prono al potere e mai in cerca della gratitudine di alcuno.
Era nato nel 1920, aveva iniziato a scrivere da adolescente su periodici locali e non aveva più smesso (l'ultimo suo pezzo è del 28 novembre 2011, sull'alluvione in Liguria per la sua rubrica 'L'antitaliano' su L'Espresso). Autore anche di parecchi libri, spaziava con disinvoltura dall'attualità politica e dall'analisi socioeconomica agli approfondimenti storici e storiografici, dall'esperienza partigiana alla questione meridionale e al terrorismo, sentendosi sempre libero e indipendente, nel racconto come nella polemica. Quella libertà e indipendenza che, lucidamente, informava anche la sua personale sintesi della propria biografia politica: "Sono uscito dal fascismo, sono entrato nella Resistenza a capo di una divisione partigiana di Giustizia e libertà e poi, pur essendo stato vicino al Psi non mi sono più iscritto ad alcun partito: non ho più voluto avere uno che decidesse sulla mia testa". Lo sport non era una delle sue tematiche predilette, il che non gli aveva tuttavia impedito, già sin dal 31 luglio 2006, di indicare tutti i dubbi che gravavano sulle indagini, sulla loro sbrigatività e crtiticabilità, su una condanna già scritta in partenza, sulla voglia di far passare per congiura di pochi malfattori (la famosa cupola sgarrupata) quello che era in realtà un malcostume. Perché gli sembrava lampante che anche gli errori della classe arbitrale non avevano falsato i valori del campo, che la Juve aveva avuto non più e non meno delle altre squadre e che il suo primato sul campo era stato 'ratificato' dall'andamento del Mondiale 2006.
Ha detto Roberto Saviano: "Da lui ho capito che non bisognava mai lasciarsi ferire, né abbassare gli occhi: gli insulti sono spinte ad andare oltre, a entrare più in profondità nei problemi. La mia strada per l'inferno l'ha indicata lui, Gomorra si è nutrito della sua lezione". La stessa lezione che abbiamo fatto nostra e che non dovremo mai dimenticare.

Lippi: Allegri e Conte sono al top - Lunga intervista, su Sky Sport, a Marcello Lippi che ha toccato, come spesso gli accade, numerose tematiche. Uno dei temi fondamentali è stato l'attuale campionato con in testa alla classifica Milan e Juventus e, secondo Lippi, buona parte del meritano l'hanno i due tecnici, Allegri e Conte: ”Allegri è stato bravo, è riuscito a trovare subito il feeling. Conosco tanti giocatori del Milan, mi hanno detto spesso che Max si è inserito molto bene. Ha toccato le corde giuste e hanno vinto il campionato: la gestione dei grandi personaggi nello spogliatoio non è un problema per lui. In campo vanno i giocatori, ma i presupposti psicologici e di organizzazione per esprimere le loro qualità sono mano dell’allenatore. Lui e Conte sono due personaggi determinanti e vanno a sfatare la convinzione che l'allenatore conta il 20%. Secondo me conta molto di più del 20%. E' vero che in campo vanno i giocatori, ma nel creare i presupposti psicologici che permettono loro di esprimere le loro qualità si sente la mano dell'allenatore". Ma la rinascita sul campo della Juve non porta solo il nome di Conte ma anche, ad esempio, quello di Buffon: “Quest’anno abbiamo visto quanto sia importante il ritorno di Buffon ai suoi livelli. Ha avuto una parentesi negativa per via di un infortunio non di poco conto. In una squadra Gigi Buffon non è solo il grande portiere, ma anche il punto di riferimento dei compagni, dei tifosi, della società, diventa la rappresentazione del pensiero e della filosofia del club. Questa e altre cose stanno facendo grande la Juventus“. Tra le 'altre cose' c'è l'esplosione di un centrocampista duttile come Marchisio, esplosione che però non stupisce Lippi: “Quest’anno abbiamo visto quanto sia importante il ritorno di Buffon ai suoi livelli. Ha avuto una parentesi negativa per via di un infortunio non di poco conto. In una squadra Gigi Buffon non è solo il grande portiere, ma anche il punto di riferimento dei compagni, dei tifosi, della società, diventa la rappresentazione del pensiero e della filosofia del club. Questa e altre cose stanno facendo grande la Juventus“. Conclusione sul calcioscommesse: “Grande, grandissima amarezza vedere queste pagine nel calcio ancora oggi. La convocazione di Farina (il calciatore del Gubbio che ha denunciato la combine propostagli, ndr) da parte di Prandelli racchiude l’essenza di questo gioco: chiunque si avvicini al calcio, sin da bambino, sogna la Nazionale. Questo vuole essere un premio ad un ragazzo, che non credo sia l’unico, che ha fatto un gesto importante. Auguriamoci che ne seguano tanti altri. Chi si comporta bene tecnicamente e moralmente, nel calcio, può arrivare in Nazionale. Quando dovevamo andare in Germania sembrava che dovessimo portarci il peso di Calciopoli, e invece nessuno ci ha fatto una mezza parola su questo problema: noi italiani ingigantiamo sempre i problemi. Gli altri non possono permettersi di criticare il calcio italiano".

I giornalisti confermano: il flop è Milito - Un paio di settimane fa si era aggiudicato il Bidone d'Oro, grazie ai voti dei radioascoltatori di Catersport ed ora Diego Milito ha fatto il bis: anche i giornalisti confermano: il flop della serie A è di gran lunga l'interista Diego Milito, impostosi con ampio margine (187 punti) su Krasic (95 punti, già terzo nel Bidone d'Oro) e Cissé (80). Poi Pato (70), Zarate (37), Forlan (36), Caracciolo (34) Taiwo (27), Bojan (26), Meggiorini (25), Gilardino (20), Mutu (19), Alvarez (13), Bonucci (12), Acquafresca, Elia e Jonathan (11), Santiago Silva (10).

Marca: tra i magnifici 20 c'è Marchisio - Il quotidiano spagnolo Marca, ha stilato una sua lista di 20 giocatori che rappresentano le migliori liete sorprese di questi primi mesi dei maggiori campionati europei (goleador inaspettati, giovani promesse o calciatori in cerca della loro consacrazione definitiva). Tra essi vi è Claudio Marchisio, che Marca presenta come "uno dei grossi calibri di una Juve che, dopo alcuni anni in cui è rimasta relegata in secondo piano, quest'anno lotta per lo scudetto. Instancabile, disciplinato e con una regolarità di rendimento difficile da battere, il centrocampista bianconero è stato scoperto come centrocampista avanzato, non per niente con i suoi goal ha già risolto diverse partite".
Il gruppo degli eletti comprende altri tre giocatori della nostra serie A: Giovinco (Parma), Boateng (Milan) e Denis (Atalanta).
Gli altri sedici sono: per la Premier League Sturridge (Chelsea), Adam (Liverpool), Cabaye (Newcastle) e Vorm (Swansea); per la Bundesliga Reus (Borussia Monchengladbach), Kroos (Bayern), Abdellaoue (Hannover), e Lewandowski (Dortmund); per la Ligue 1 Giroud (Montpellier), Gouffran (Bordeaux) e Gonalons (Lione); per la Premjer Liga russa Doumbia (CSKA Mosca); per l'Eredivisie olandese Mertens (PSV) e Maher (AZ Alkmaar); per la Primeira Liga portoghese Rodríguez (FC Porto); per la Jupiler Pro League belga Matias Suarez (Anderlecht).

L'Atalanta scarica Cristiano Doni - La storia tra l'Atalanta e Cristiano Doni è finita; a scrivere la parola fine è stato un comunicato del club bergamasco, stupito e dolorosamente colpito dal contenuto delle dichiarazioni che i media hanno riportato come quelle rilasciate da Doni al gip di Cremona: "L’Atalanta Bergamasca Calcio SpA prende atto con sorpresa e grande amarezza delle dichiarazioni, come riportate dagli organi di stampa, rese venerdì davanti al Gip di Cremona dal proprio tesserato Cristiano Doni, della cui estraneità ai fatti contestatigli era sempre stata, in buona fede, fermamente convinta. L’Atalanta esprime la propria fiducia nella magistratura e una volta concluso l’iter giudiziario si riserva di agire con tutta la necessaria fermezza, in ogni possibile sede, contro chiunque abbia danneggiato la sua storia, la sua immagine e la sua onorabilità. Questo anche nell’interesse di tutti coloro che si stanno prodigando con il massimo impegno e spirito di abnegazione per consentire alla squadra di ottenere gli attuali prestigiosi e meritati risultati sportivi, nonché di tutta l’appassionata tifoseria nerazzurra, che, anche in questo difficile e delicato momento, la sta sostenendo con il solito impareggiabile calore".

Caso Sion: il Losanna va al Tas contro il club di Constantin - Un nuovo problema è sorto per il Sion: avendo la Swiss Football League respinto il ricorsi sinora inoltrati da Losanna, Thun, Lucerna e Basilea contro il Sion che in cinque gare avrebbe inserito nel foglio partita almeno uno dei sei giocatori acquistati dal Sion durante il contestato mercato estivo e qualificati da misure provvisorie stabilite da uno dei vari ttribunali che il presidente Constantin aveva adito. Il presidente del Losanna, Jean-François Collet ha dichiarato di essere in procinto di depositare il suo appello al TAS, e il presidente del Thun, Markus Stähli, ha espresso l'intenzione di procedere a sua volta; potrebbe a questo punto avviarsi una causa collettiva contro il Sion; il Sion rischierebbe di perdere almeno 13 punti (4 vittorie e un pareggio), il che lo farebbe precipitare al penultimo posto in classifica, appena un punto sopra al fanalino di coda Losanna.


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