Nicchi designatore, Collina in Uefa. Moratti già lo rimpiange

News, 4 luglio 2010.

Designatore: Nicchi al posto di Collina. Moratti: Di Collina avevamo bisogno. Palazzi ai suoi 007: Non chiamatemi, se potete. La Juve a Pinzolo. Germania devastante, Maradona a casa. La Spagna di misura sul Paraguay.

Designatore: Nicchi al posto di Collina - Pierluigi Collina abbandonerà dalla prossima stagione il ruolo di designatore per approdare al prestigioso ruolo di responsabile della commissione arbitri dell'UEFA: sarà l'ex arbitro toscano a designare gli arbitri per gli incontri di Champions League e Europa League. A succedergli, il presidente dell'AIA, Marcello Nicchi, che ha comunicato la decisione nel corso della conferenza stampa che inaugura la stagione arbitrale: "Ringrazio Collina per quello che ha fatto nella riorganizzazione del mondo arbitrale. E' una persona di grande spessore che ci invidia tutto il mondo. Ha deciso di lasciare per andare a fortificare e a ridare dignità alla nostra federazione nel mondo."
Ulteriori decisioni di rilievo: pensionati Saccani e Trefoloni, mentre è stato concesso un anno di proroga all'ascolano Emidio Morganti. La CAN si dividerà inoltre in due squadre, similmente a quanto avvenuto per la riforma della Lega Calcio: i 21 fischietti prescelti arbitreranno d'ora in poi solamente le partite della massima divisione.

Moratti: Di Collina avevamo bisogno - In un'intervista-dibattito al Caffè della Versiliana a Marina di Pietrasanta, Massimo Moratti si è detto felice per l'incarico di designatore Uefa ricevuto da Pierluigi Collina, ma al contempo si è detto dispiaciuto per il calcio italiano, che di Collina aveva ancora bisogno: "Sono felice per lui, ma in Italia avevamo ancora bisogno di lui. Mi dispiace perché lo stimo molto, credo che avrebbe potuto ancora far bene per il nostro calcio e soprattutto in un momento come questo in cui usciamo male dal Mondiale". Che tra i due ci fosse feeling non v'erano dubbi.

Palazzi ai suoi 007: Non chiamatemi, se potete - Stefano Palazzi il 1° luglio scorso, come riporta Tuttosport, ha inviato una letterina a tutti i componenti della Procura, impiegati e sostituti. Cosa chiede loro? Di ridurre al minimo i contatti telefonici diretti con lui e, se proprio indispensabile, di rispettare gli orari: "dalle 12 alle 13 e dalle 19 alle 20". Viene fissato anche un giorno per il ricevimento. Infatti, spiega, "Le funzioni dell’ufficio di Procura sono diventate e stanno diventando sempre più complesse" e vi sono "400 procedimenti in più rispetto al 2009". Quindi "per consentirmi di trovare la concentrazione ne­cessaria - dice - sia nel mio lavoro professionale che nell’incarico federale", chiede il rispetto degli orari fissati, anzi, se non è proprio indispensabile, preferisce non essere contattato direttamente: "Solo al fine di ottimizzare le mie energie vi chiedo di fare sempre riferimento al vostro direttivo dele­gato senza contattarmi direttamente. Contattate­mi, soprattutto telefonicamente, solo nei casi in cui sia strettamente indispensabile". E tutto ciò proprio nel momento in cui Abete decide di affidargli la Commissione d'indagine sulle 117.000 telefonate di Calciopoli.

La Juve a Pinzolo - Ha preso il via ieri il primo ritiro dell'era Del Neri: la squadra, atterrata a Verona intorno alle 15.10, si è spostata in pullman in val Rendena, ove è giunta alle 17.25. Trecento tifosi attendevano l'arrivo dei bianconeri nei pressi dell'Hotel Olympic Royal, che ospiterà la squadra per tutta la sua permanenza a Pinzolo. E al centro sportivo Pineta si è svolto il primo allenamento della stagione.

Felipe Melo in Mortal Kombat - Gli internauti brasiliani sono letteralmente scatenati contro Felipe Melo, ritenuto la causa prima della sconfitta e conseguente eliminazione della Seleçao, per il suo autogoal e per il cartellino rosso rimediato per aver calpestato Robben, espulsione che ha lasciato in dieci il Brasile nel momento topico della gara. E sui social network la loro rabbia ha fatto sì che Felipe Melo sia stato trasformato in un nuovo personaggio dello storico videogame 'Mortal Kombat'.

Germania devastante, Maradona a casa - Una Germania ben organizzata e tonica ha letteralmente asfaltato l'Argentina, estromettendola dai Mondiali con un eloquente e meritato 4-0. Un'umiliazione per gli argentini, che non sono mai apparsi in grado di opporsi validamente ai tedeschi, i quali hanno avuto numerose occasioni da goal e ne hanno concretizzate quattro con Müller, Klose (autore di una doppietta) e Friedrich; l'Argentina ha combinato ben poco, con un Messi deludente ed una squadra che ha opposto solo qualche timida iniziativa personale alla formazione teutonica compatta, giovane e intraprendente. E la linea verde di Löw ha così strapazzato senza pietà gli uomini di Maradona, che ora, al ritorno in patria, dovrà affrontare le inevitabili polemiche per le sue scelte spesso impopolari.

Tristissimo Maradona- "Una grande tristezza, più grande di quella del giorno in cui ho lasciato il calcio giocato - questo il commento di Maradona dopo la sconfitta - E' l'episodio più duro della mia vita, è stato come prendere un pugno da Mohammed Alì. La speranza di passare il turno era forte, tutti avevamo la speranza di battere la Germania. E' la delusione che mi ha fatto male". Resterà? "Voglio ringraziare pubblicamente tutta la mia squadra e chi ci è stato accanto. Il sogno si è infranto. Io posso anche andarmene domani ma spero che questi ragazzi continuino a far vedere cosa sono capaci di fare, ovvero a giocare a calcio come sanno fare senza cadere nel gioco violento". Diego ha poi avuto uno scatto di rabbia quando un giornalista gli ha chiesto se qualcuno in Argentina sarà stato contento per quanto accaduto: "Mi stai prendendo in giro? – ha risposto Maradona - Non farmi arrabbiare. Penso che nessuno possa essere felice. Un paese in cui si respira calcio non può gioire per una partita del genere". La stampa argentina però ha preso molto male la sconfitta: il quotidiano sportivo 'Olé' titola "Bastonata mondiale"; il 'Clarin' scrive "La Seleccion lascia il Mondiale dando un'immagine di pura impotenza", per 'La Nacion' è una "sconfitta senza attenuanti, Argentina travolta".

La Spagna di misura sul Paraguay - Sarà la Spagna ad affrontare la Germania in semifinale, ma col Paraguay per le Furie Rosse non è stata una passeggiata. I sudamericani non si sono lasciati mettere in soggezione dai più quotati rivali e, ben messi in campo, correvano, ripartivano, marcavano stretto a centrocampo, chiudevano gli spazi. Intorno al quarto d'ora della ripresa, i tre minuti che potevano decidere la partita, prima in un senso poi nell'altro, ma alla fine non è successo nulla: prima un rigore per il Paraguay, ma Cardozo punta sulla potenza e non angola, permettendo al glaciale Casillas di parare. Sul rovesciamento di fronte, Alcaraz atterra Villa. Sul dischetto va Xabi Alonso che segna, ma l'arbitro fa ripetere, e stavolta Vilar para (e poi in mischia atterra Fabregas, ma l'arbitro non vede). La gara si decide solo all'84', quando Iniesta offre una bella palla al subentrato Pedro, che la stampa sul palo, ma sulla ribattuta Villa la butta dentro, mandando la Spagna in semifinale, la prima della sua storia.


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