Zac: ora la Juve è in forma. Del Piero si spiega

News, 25 aprile 2010.

Zaccheroni finalmente soddisfatto. Del Piero spiega il suo gesto. Bettega ricorda l'indimenticato Andrea Fortunato. Inaudito, la deposizione di Bergamo rivela che la FIGC sapeva dal 2006: Palazzi si dimetta!

Zaccheroni: Adesso la Juve è in forma e si vede - Alberto Zaccheroni ai microfoni di Sky si presenta finalmente soddisfatto della prova dei suoi e del risultato: "Sono contento di questo risultato, la Juventus è in crescita sotto l'aspetto fisico e la cosa penso si sia notata in campo nel primo come nel secondo tempo. Abbiamo tenuto una buona pressione nella loro metà campo per tutta la partita. Mi aspettavo la conferma di quanto visto venerdì a Milano contro l'Inter e oggi ce l'ho avuta. La condizione fisica ora è finalmente accettabile. Ho visto a Milano e oggi contro il Bari una Juve fresca. Spero che ora la squadra continui a crescere e a dimostrare il buon momento che sta attraversando". Loda la buona prova di Iaquinta e Diego: "Sono mesi che dico che la Juventus è una squadra di grande valore e che il Diego migliore lo abbiamo visto con Iaquinta in campo. Oggi la prestazione di entrambi mi ha dato ragione". Sul goal annullato: "Credo che la situazione è stata valutata direttamente dall'arbitro che ha deciso di annullare la marcatura". A proposito del diverbio con Del Piero al momento dell'entrata di Salihamidzic, che avrebbe dovuto sostituire proprio il capitano, invece che, come poi verificatosi, Marchisio, che era a terra dolorante: "Lo scontro verbale con Del Piero? Nulla da chiarire, tra due persone civili si risolve sempre tutto, eravamo distanti e per farci capire abbiamo alzato la voce ma è assolutamente tutto a posto".

Del Piero si spiega - La prima domanda che viene rivolta ad Alex Del Piero a fine gara riguarda la sua 'lite' con Zaccheroni al momento dell'entrata di Brazzo: a dover uscire, secondo Zaccheroni, deve essere il capitano, che però ha fatto notare al mister che c'era Marchisio a terra, infortunato; visto che sarebbe stato l'ultima cambio a disposizione, ci ripensasse: "Mi son tolto la fascia per andare a darla a Buffon - risponde Del Piero - ho visto Claudio a terra, c'e stato un momento di confusione, perché il cambio era stato già chiamato. Meglio così perché era l'ultimo cambio, poi avremmo dovuto giocare in dieci". Evidentemente essere sostituito lo disturba.... "Non è questo che mi disturba, ognuno ha le proprie convinzioni, oggi sono un giocatore della Juve e devo fare il massimo. Però mi è dispiaciuto molto essere sostituito con l'Inter venerdì scorso. Non mi ha disturbato, mi ha dato tanto dispiacere. L'ho anche detto in un colloquio sereno con il mister, lui ha fatto quella scelta, ma io ero molto molto dispiaciuto". Del problema infortuni, che ha condizionato un po' tutta la stagione della squadra, dice: "Quello degli infortuni è una delle cose più eclatanti che ci siano capitate, non l'abbiamo mai preso come alibi, al di là di quello ci sono tante cose che non hanno funzionato e siamo in questa situazione. Abbiamo vinto oggi e siamo felici, ora dobbiamo farlo anche nelle prossime tre partite e incrociare le dita. Ma non dobbiamo guardar troppo agli altri campi". Per la Champions.. "È durissima ma vogliamo farcela".

Bettega ricorda Andrea Fortunato - Il 25 aprile 1995 Andrea Fortunato, ventitreenne terzino della Juve, doveva arrendersi nella battaglia più importante della sua giovane vita e si spegneva a Perugia, abbattuto dalla leucemia. Dopo quindici anni il ricordo di questo ragazzo è ancora assai vivo nell'animo dei tifosi e di chi ha condiviso con lui tanti momenti di sport, come Roberto Bettega, che così racconta sul sito ufficiale della società: "Una volta ci fermammo nella sala da pranzo di Villar Perosa, dopo cena, a parlare insieme, perché era un momento non troppo positivo per lui. Pensandoci a posteriori, probabilmente stava già covando la malattia. Ho cercato di rincuorarlo, facendogli capire quanto fosse difficile la nostra piazza, indossare questa maglia. Un’altra volta, si giocava un’amichevole a Tortona e tra il primo e il secondo tempo rimase negli spogliatoi perché aveva un po’di febbre. Quello fu il campanello d’allarme". E proprio a Bettega toccò il compito di comunicare alla squadra la verità sulle condizioni di Andrea: "La notizia toccò profondamente tutti. È chiaro che trattandosi di un ragazzo di quell’età, di uno sportivo, si fa fatica a pensare che possa essere colpito da un male così grave. In piccola parte provai la stessa cosa quando avevo vent’anni e forse ero quello che si era trovato più vicino ad una situazione del genere e quindi toccò a me dirlo ai suoi compagni. Andrea aveva una grande forza, una grande volontà, che credo tutti trovino quando si è costretti ad affrontare certe sfide. Sono sicuro che ce l’abbia messa tutta per provare a vincere la sua, ma purtroppo non è bastato". Così conclude Bettega il suo ricordo: "Andrea si ammalò nel pieno della sua giovinezza, del percorso del suo sogno. Il calcio fu sicuramente colpito, anche perché per fortuna situazioni del genere sono rare in un mondo come il nostro, fatto di atleti. E poi la personalità di Andrea aveva toccato tutti e anche per questo furono in molti a partecipare al dolore per la sua perdita. Sono cose purtroppo tristi, che però rimangono dentro e viene da chiedersi perché ad esempio io sono stato più fortunato… Viene da chiedersi: perché lui?".

Venti bianconeri convocati per il Bari - Alberto Zaccheroni, per la gara interna contro il Bari, ha convocato venti giocatori: Buffon, Cannavaro, Grosso, Salihamidzic, Marchisio, Iaquinta, Del Piero, Amauri, Manninger, Zebina, Camoranesi, Poulsen, Candreva, Paolucci, Diego, De Ceglie, Legrottaglie, Marrone e Pinsoglio.

Leonardi: Basta con la storiella di Calciopoli - Per Pietro Leonardi, ad del Parma, è ora di smetterla di parlare di quella che definisce 'la storiella di Calciopoli'. Lo ha detto a chiare lettere parlando agli studenti del Master Internazionale in Strategia e Pianificazione delle Organizzazioni, degli Eventi e degli Impianti Sportivi, organizzato dalle Università di San Marino e Parma : "Adesso ricominciamo con la storiella di Calciopoli: questo è un incredibile danno che si crea al sistema. Apro e chiudo la parentesi sull'argomento, altrimenti domani vado un'altra volta su tutti i giornali. Allora, se è un problema di Magistratura ordinaria, c'è la Magistratura ordinaria; se è un problema di Federazione giuoco calcio, c'è la Procura Federale. Basta. Ma tutti i giorni dobbiamo stare a sentire questa tarantella? Chi ha sbagliato è giusto che paghi. Fine. E invece continuiamo… Noi abbiamo il massimo dell'autolesionismo: dobbiamo andare a presentarci all'Europeo del 2016, ci stiamo preparando proprio bene. Poi adesso vedrete che verrà fuori qualcos'altro, e gli arbitri, e perché i tifosi fuori in trasferta… E' tutta una polemica. Comunque non voglio parlare di quel problema, perché c'è chi è preposto a parlarne: solo contesto l'enfasi della cosa. Questo lo contesto, perché è autolesionismo". Peccato che quella di Calciopoli non sia una storiella, né una tarantella, ma una storiaccia, un pasticciaccio brutto, e che chi era ed è preposto abbia fatto di tutto perché pagasse solo qualcuno, additato dal sentimento popolare. Continuiamo, Leonardi, continuiamo, finché tutta la verità non verrà fuori.

Bergamo insiste: La Figc sapeva - Paolo Bergamo lo ha sempre detto: lui parlava con tutti, anche perché non era vietato... E lo aveva anche dichiarato ufficialmente nella sua deposizione agli inquirenti dell'allora Ufficio Indagini, gli uomini di Borrelli, che nelle persone di D'Andrea e De Feo, l'8 giugno del 2006 lo avevano interrogato. Bergamo ha ripercorso ora questa sua deposizione parlandone con Alvaro Moretti di 'Tuttosport', ribadendo la sua amarezza per non essere stato creduto, visto che nessuno ha approfondito la cosa né cercato riscontri. Questo quanto aveva dichiarato Paolo Bergamo, nero su bianco, a proposito della telefonata della griglia con Moggi, del 9 febbraio 2005: "Non ho mai negato di parlare della probabile formazione della griglia, che comunque dovevo confrontare con Pairetto, anche con tutti gli altri dirigenti di società che me ne avessero fatto richiesta. Questa consuetudine di parlare della griglia o di quegli arbitri che potevano andare nella griglia, ribadisco, ce l’avevo anche con altri dirigenti (tra gli altri Facchetti, Meani, Capello, Sacchi). Non so dire se Pairetto si confrontava con altri su questi temi. E preciso che la conoscenza della griglia era il “segreto di Pulcinella” in quanto gli arbitri erano certamente individuabili per gli addetti ai lavori". Ma in via Allegri avevano preferito non indagare, insabbiare. E adesso parlano di prescrizione.

Il Barça va, ma il Real non molla - Barça e Real continuano la loro marcia implacabile alla testa della Liga, rispettivamente con 87 e 86 punti; la terza, il Valencia, è laggiù, a 59. I blaugrana confermano il loro primato superando per 3-1 uno Xeres praticamente retrocesso, ma orgoglioso e punito forse oltre i suoi demeriti.Il primo goal degli uomini di Guardiola è di Jeffren, che sfrutta un lancio perfetto di Xavi. Raddoppia Henry servito di tacco da Ibrahimovic. Ma non è un bel Barça e Bermejo riapre subito la gara. Nella ripresa entra anche Messi, ma ad andare ha segno è Ibra, dopo un'azione condotta con Touré. Lo Xeres perde due uomini, espulsi per scorrettezze, e i catalani portano a casa i tre punti. Il Real risponde uscendo vittorioso per 2-1 dalla trasferta di Saragozza: in vantaggio con Raul, il Real si fa riacciuffare al 61' da Colunga, nonostante gli avversari da inizio ripresa giochino in dieci per l'espulsione di Matteo Contini (per una gomitata ad Higuain). Entra a questo punto Kakà che a otto minuti dalla fine, su invito di Cristiano Ronaldo, incrocia sul secondo palo, regalando la vittoria alle merengues.


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