Il libro, le sim e i fatti nascosti di Calciopoli

bergamoIeri a Milano, al circolo della stampa, sala Walter Tobagi, in Corso Venezia 16, l'ex designatore arbitrale Paolo Bergamo ha presentato alla stampa milanese il libro "Sono morto una notte di luglio", scritto a quattro mani con Valberto Miliani, ex addetto stampa dell'Inter del presidente Pellegrini.
A presentarlo è intervenuto Gino Bacci, conosciuto giornalista sportivo e autore della prefazione, che ha ripercorso la lunga carriera di Bergamo, iniziando dalla sua militanza da arbitro, “uno dei migliori di sempre”, ha precisato. Una volta smessa la giacchetta nera, Bergamo venne chiamato a ricoprire in coppia con Pairetto il difficile ruolo di designatore arbitrale. Sono gli anni delle sette sorelle, ricorda Bacci, anni in cui la lotta per lo Scudetto era molto aperta. A tal proposito, lo stesso Bergamo ha ricordato come al suo primo anno da designatore il Tricolore venne vinto dalla Lazio, il secondo dalla Roma, e l'anno dopo ci fu il suicidio dell'Inter. “Non venite a dirmi che quello scudetto lo vinse la Juve, quello lo perse l'Inter in una partita senza storia, perduta malamente”. Il riferimento, ovviamente, è al famigerato 5 maggio 2002. Nel 2004 decise di lasciare l'incarico, proponendo a Collina di sostituirlo, ma l'ex fischietto viareggino rifiutò l'offerta.
Venendo a Calciopoli, l'ex designatore ha voluto precisare che il capo d'imputazione formulato ai suoi danni al processo di Napoli si riassume, sostanzialmente, nell'aver alterato il sorteggio degli arbitri. A tal proposito, Bacci ha ricordato che “Il sorteggio era eseguito anche dai giornalisti, che in tal caso dovrebbero essere considerati complici ed indagati, ma nessun collega è stato indagato”.
In merito al sorteggio, Bergamo e Bacci hanno illustrato un particolare emblematico del modo distorto con cui i media hanno trattato un po' tutta la vicenda. Più volte diverse emittenti (come Telelombardia e Rai) hanno trasmesso un video montato in modo da mostrare al pubblico un ordine dei fatti invertito, ovvero fuorviante, rispetto a quanto avveniva nella realtà: infatti, nel video viene prima mostrato un giornalista che estrae il nome dell'arbitro e poi Pairetto che sorteggia la partita da abbinare; la registrazione, però, è stata fatta partire a metà abbinamento, accostando il sorteggio di un arbitro e di una partita non abbinati fra loro; nella realtà, infatti, Pairetto sorteggiava per primo, scegliendo la partita, e solo a quel punto il giornalista pescava il nome dell'arbitro corrispondente. Nel filmato in questione, i telespettatori avevano l'erronea impressione che Pairetto potesse "guidare" illecitamente l'accoppiamento, mentre ciò, nel caso, sarebbe potuto avvenire solo ad opera del giornalista. Comunque, ha ricordato l'ex designatore, anche i notai dei sorteggi sono stati interrogati dai CC, senza che emergesse alcunché di irregolare.
Terminata la presentazione, Bergamo si è concesso alle domande dei presenti in sala.
Era presente il nostro Salvatore Cozzolino, alias Dominiobianconero, che ne ha subito approfittato per porre una questione che a noi è sempre sembrata come minimo sospetta: “Leggendo le intercettazioni ci si accorge che qualcosa non torna: in una telefonata Lei si rivolge alla sua segretaria dicendole che aveva appena sentito Moratti. Ma andando a rivedere a ritroso l'informativa dei Carabinieri di questa telefonata non vi è traccia, come se lo spiega?”.
Secondo Bergamo “le telefonate sono state selezionate da chi faceva le indagini” e molte chiamate che ricorda di aver fatto non le ha poi ritrovate nelle informative e negli articoli di stampa. Tutti, a suo dire, avevano sia il suo numero fisso che quello cellulare. A mo di esempio, ha citato l'episodio della cena con Facchetti prima di un Livorno-Inter, e ha approfittato della presenza di Milani, co-autore del libro, per fargli confermare la circostanza, ricordando che in quell'occasione lui e Facchetti lo avevano chiamato al telefono.
Ha inoltre ricordato di essere stato oggetto di intercettazioni e pedinamenti illegali ad opera della Telecom negli anni 2001-2002. “Sono stato oggetto di indagine patrimoniale, tutti i miei conti correnti sono stati controllati, hanno controllato anche quelli di mia moglie e dei miei familiari, ma non hanno trovato nulla”.
Per chi sta seguendo il processo di Napoli, molto interessante è stata la risposta all'obiezione, mossa dal pubblico, sul perché allora usasse una sim straniera. Bergamo ha spiegato che la sim svizzera gli venne consegnata da Pairetto e che lo scopo era quello di parlare con il suo co-designatore senza la paura di essere intercettato. Tale timore era stato da lui percepito come concreto da quando Moggi, nella cena annuale di inizio stagione degli arbitri tenutasi a Milano, aveva manifestato la certezza di esserne vittima, non riuscendo a spiegarsi in che modo gli avversari della Juve fossero in certi casi venuti a conoscenza in anticipo di alcune operazioni di mercato.
Non ci vorrà mica dire che Calciopoli non è avvenuta?! Tutti abbiamo ascoltato le intercettazioni pubblicate da tutti i quotidiani on-line!” ribatte quello della sim straniera.
Il nostro "Dominio" interviene ancora: “Bisognerebbe leggere le carte ed ascoltare il processo di Napoli e non limitarsi a leggere i giornali”.
Io ho ascoltato le intercettazioni su youtube” ribatte l'altro, “e poi ci sono le sentenze sportive ed anche la Juve ha ammesso le sue colpe”.
Il clima si fa rovente e Bacci richiama tutti alla calma. Bergamo ricorda la fretta con cui vennero celebrati i processi sportivi, “è stato fatto tutto in brevissimo tempo”. Bacci chiosa le parole di Cozzolino, sottolineando che "effettivamente non ci sono illeciti nelle telefonate, non c'è un accordo per sistemare una partita, non c'è Moggi che ringrazia un arbitro per un rigore dato".
La voce di un giovanotto si fa largo nella sala: “Ma come giustifica il fatto che gli arbitri avessero le sim straniere?”.
Bergamo ribatte: “A me gli arbitri l'hanno sempre negato e poi Lei ha seguito come sono state attribuite le sim a Napoli? Solo per il fatto che una sim agganciava delle celle nel comune di residenza di qualche arbitro si è affermato che la sim appartenesse a lui, le pare una attribuzione certa?
Ma ci sono le intercettazioni degli arbitri!” ribadisce il giovanotto.
Al che Cozzolino ribatte: “Non esistono intercettazioni di Moggi con gli arbitri e nelle intercettazioni non vi sono illeciti. Per la verità, si sa con certezza che un arbitro in attività ha avuto contatti con un altro dirigente sportivo: è Nucini con Facchetti”.
A sentire quel nome, il giovanotto si altera e si mette a insultare: “Ma smettila, deficiente!”.
Mantenendo la calma, il nostro ci riprova: “Se riesci a trovarmi un solo illecito ti regalo 1.000€, e poi queste cose le ha dette Nucini sotto giuramento al processo di Napoli”.
Non mi risulta!” la risposta piccata.
E Cozzolino: “Ascolta la deposizione di Nucini al processo di Napoli, se vuoi ti mando il file mp3!
Visibilmente alterato, a quel punto il giovanotto si alza e abbandona la sala imprecando.
Per la verità il viso del giovanotto non era sconosciuto e, chiedendo in sala, diversi giornalisti hanno confermato che si trattava di Gianfelice Facchetti. Spiace di aver urtato la sensibilità di un figlio a cui è mancato prematuramente un affetto così importante, ma resta il fatto che, come i nostri lettori ben sanno, quanto il nostro Cozzolino ha detto ieri in un pubblico dibattimento, per altro con la massima educazione e pacatezza, non è frutto d'invenzione, tutt'altro, e sarebbe sbagliato pretendere una sorta di censura sull'argomento.


Foto Gallery