Lippi e gli insulti di Parma

lippiSiamo sinceri: per uno juventinovero Marcello Lippi non potrà mai essere solo il selezionatore della Nazionale (così come per un anti-juventino).
Difficile prendere una posizione sul tecnico al di là delle simpatie di parte, dei guelfismi e dei ghibellinismi. Vederlo sbroccare così contro insulti e contestazioni, poi, riporta alla mente altri momenti caldi del passato, quando allenava la Juve. Allo ju29ro scatta subito l'istinto di protezione, la solidarietà da compagno d'assedio. D'altra parte, Marcello non è mai stato un simpaticone e certe sue uscite furenti e permalose non hanno giovato granché all'immagine della Juve. Anche se, da questo punto di vista,
in Argentina ora c'è qualcuno che non gli è certo da meno.

"A Parma fischi ed insulti soprattutto per Lippi. La stampa non è stata da meno. Come lo giustificate? La reazione di Lippi è accettabile?"

Dominiobianconero - Sono 15 anni che LIPPI viene insultato in tutti gli stadi d'Italia. Sono 15 anni che lo sport nazionale dell'Itaglia antijuventina è trovare una giustificazione negativa alle sue vittorie. Ci hanno provato col doping, poi con gli illeciti, poi con Calciopoli hanno cercato di farlo dimettere dalla Nazionale. Infine gli hanno rinfacciato la sua amicizia con il Male di tutti i Mali, Luciano Moggi. La sua risposta l'ha data sempre sul campo. Ma ieri sera, dopo l'ennesimo coro, galvanizzato da una vittoria in rimonta, ha sbottato. Fa parte del suo essere sanguigno. In fondo è un uomo come tutti. E come diceva Totò ogni limite ha una pazienza. Non sarà piaciuto ai giornalisti, ma ai suoi ragazzi, quelli che vanno in campo, sicuramente sì. Ed è quella la cosa importante.

Andrealoca - La mia reazione a caldo, vedendo in diretta Carlo Paris abbandonato al box delle interviste dopo lo sfogo, è stata quella di pensare che Lippi avesse esagerato, e probabilmente è davvero così. Però, riflettendo meglio su una serata in cui il pubblico della "civilissima" Parma ha cantato cori che partivano dall'invocazione del Pallone d'Oro Antonio Cassano, fino ad arrivare alle hit del momento ("Onore per Gabriele", e "No alla tessera del tifoso"), penso che forse servisse qualcuno che desse una scossa, mandando tutti al diavolo. Lippi è arrogante e antipatico, è giusto che abbia fatto lui da parafulmine.

Rinasco Bianconero - Sbaglia Lippi a lamentarsi, ma sbaglia a lamentarsi solo con l'ingrato pubblico provinciale. Quelle urla, tanto simili a quelle di 3 anni fa, prima e dopo la vittoria, non nascono dalla pancia del tifoso, bensì sono forgiate da una penna, una penna Bic multicolore in mano agli arlecchini che, sia nell'anno di grazia 2006, così come oggi, usano tutti i colori tranne l'azzurro.
Scaldano le menti con sondaggi pro e contro Cassano, pro e contro Lippi, pro e contro i ritorni di Nesta e Totti, salvo poi cambiare sfumatura in corsa, durante e dopo le gare. E' un'abitudine tutta italiana quella di passare dalle urla al canto, ce l'hanno insegnato i politici, la televisione e i giornali. Quello che rimane è, e deve essere, personale e ponderato. Io oggi sono un Campione del Mondo, per questo ringrazio Marcello Lippi, libero di fare le proprie scelte anche se non mi trova d'accordo. Nazionale che vince, dopo 4 anni, si cambia.

Andy54 - Non sono rimasto sorpreso dal comportamento del pubblico di Parma perché ho vissuto un anno in quella città, quando ancora imperava il signor Tanzi, e ho potuto toccare con mano l'odio che molti coltivano nei confronti della Juventus. Piuttosto, parliamo della stampa: noi Lippi lo avevamo avvisato (clicca e leggi l'articolo).
Era facile immaginare il trattamento che avrebbe avuto Lippi, l'antijuventinismo è vivo e a nulla serve la campagna "smile". Ma avete letto l'editoriale, pieno di livore, di Vocalelli sul Corriere dello Sport? Scrive: "Di inaccettabile, e usiamo volonta­riamente un termine molto più ele­gante che efficace, c’è invece soltan­to il comportamento di Lippi, che or­mai è convinto di essere il padrone del calcio nazionale. Nel processo di disamore che accompagna la na­zionale, denunciato proprio da Lippi, forse pesa anche l’atteggiamento al­tezzoso del Ct". Fare da tramite dei tifosi va bene, fare sempre la stessa domanda va meno bene, e poi condurre "battaglie" di stampa, a seconda delle latitudini, per Totti o Caio è da giornalismo provinciale. Ma non contento, il Vocalelli continua "Un Commissario tecnico a cui inve­ce, in nome della sua indiscutibile bravura, il calcio italiano sta perdo­nando tutto. Di aver lasciato la Nazio­nale dopo i Mondiali... di avere già in testa il prossimo addio dopo il Sudafrica. Come se la nazionale italiana fosse un taxi da cui scendere e salire, senza dover dare spiegazioni". Il calcio e la stampa italiana a Lippi non hanno mai perdonato nulla, basta ricordare l'ignobile trattamento riservatogli nell'estate 2006, salvo poi salire sul taxi del vincitore (anche Vocalelli) e svolazzare come banderuole.
E Vocalelli vuole anche le spiegazioni del perché Lippi abbandonò dopo i Mondiali 2006? Gli italiani lo capirono: Lippi lo avevano, i giornalisti per primi, ricoperto di sterco e ne avevano chiesto la testa, senza una vera ragione, se non l'odio per il bianconero che impera in modo palese in tante redazioni.

Pinobici - E' il solito comportamento dell'italiano medio, rancoroso verso chi ce l'ha fatta, verso chi occupa posizioni di responsabilità. "Se è li è perchè ha molti appoggi è il pensiero diffuso, c'è una trasposizione delle frustrazioni personali accusando gli altri di barare, di non meritare il posto che occupano. "Se ci fossi io avrei chiamato Cassano", oppure "come si fa a non chiamare Cassano", ed in questo anche i giornalisti hanno le loro colpe. E' un'Italia che non riconosce il merito a chi ce l'ha. Lippi è stato finora sopportato perchè, in fondo, l'ha vinto quel mondiale, ma sono certo che tutti, giornalisti in primis, aspettano (anzi, sperano oserei dire) il tonfo della nazionale per scagliarsi contro Lippi, per perorare un ostracismo a favore dell'ameba di turno (Donadoni docet).

Mario Incandenza - Tesi: Italia - Cipro era una partita senza alcun valore, la qualificazione era stata ottenuta a Dublino. Una specie di amichevole. In altri tempi la squadra Campione del Mondo in carica manco le faceva le eliminatorie, andava di diritto alla fase finale. A Parma si sarebbe dovuto semplicemente celebrare una festa, augurare buona fortuna agli Azzurri per l'avventura dell'anno prossimo, in una coreografia a base di holas e po-po-po-po. Perché tutte quelle bavose contestazioni? Antitesi: Forse perché a un quarto d'ora dalla fine i Campioni del Mondo erano sotto 0-2 con i terribili ciprioti? E da quando è proibito criticare, soprattutto quando uno paga il biglietto? Il pericolo più grande per una squadra di calcio è quello di adagiarsi sugli allori: memento Bearzot 1986, allorché, senza appunto manco disputare gironi eliminatori, la Nazionale andò ai Campionati del Mondo onusta di gloria e per questo molle, uscendo agli ottavi senza far troppo faticare Platini e i suoi Galletti.
Sintesi
: Avanti così, dunque, giornalisti e anti-Juve, continuate a soffiare sul fuoco (ho letto deliranti editoriali in cui la - solo rischiata - sconfitta con Cipro veniva paragonata alle eliminazioni con le Coree), che Marcello è abituato e saprà infondere ai 23 che convocherà, chiunque saranno, il sacro fuoco della rivalsa, l'unico in grado, storicamente, di dare ai calciatori italiani la forza di ottenere risultati ai Mondiali.

Furino1945 - Sembra che stiamo difendendo tutti Lippi ed è vero ma c'è qualcosa di più, secondo me. Lippi ieri sera ha detto che la nazionale, la nazionale campione del mondo meritava e merita di essere amata dal pubblico e questo mi ha colpito più della polemica scatenata da Vocalelli col suo sondaggio, se Lippi avesse diritto o meno di prendersela con il pubblico. Mi ha colpito perché mette a nudo il nostro difetto che non è solo quello di non amare la nazionale ma, più in generale, di non amare lo sport e le sue regole. Siamo un popolo di tifosi e non di sportivi; forse ce l'abbiamo nel dna, forse. Di sicuro abbiamo tre giornali sportivi che fanno il tifo anche loro invece di raccontarci lo sport, il calcio in particolare, e farcelo amare. Noi con la nostra redazione virtuale ce ne accorgiamo tutti i giorni e cerchiamo anche di mettere in guardia i lettori ma è dura, dura davvero. E posso capire Lippi; belin, se lo capisco.

Il Mago di Ios - QUATTRO premesse. 1. A me la FIGC FC interessa poco o nulla. Se dovessi scegliere tra una vittoria in Coppa Italia della Juventus ed un mondiale della FIGC FC, non avrei alcun dubbio. Coppa Italia, tutta la vita. 2. Non sono contento che ci siano (tanti) giocatori juventini nella FIGC FC. Rischio infortuni, maggiore stanchezza, se si vince è merito di altri, se si perde è colpa loro. Per cui mi auguro che il passaporto di Amauri non arrivi mai. 3. Marcello Lippi mi ha francamente deluso quando ha deciso di tornare ad allenare la FIGC FC. Lo avevo apprezzato moltissimo quando aveva mandato tutti quanti (commissari, giornalisti, italioti beoti in genere) a stendere dopo Berlino, molto meno quando è poi tornato sui suoi passi. 4. Il dissenso è lecito, se motivato ed espresso in forma civile.
Il comportamento (di una parte) del pubblico parmigiano e di molti giornalisti (in primis, il consulente personale di Cobolli per Farsopoli) è stato ed è INDEGNO. Concordo quindi con Lippi. "Sono incazzato come una bestia. E' una cosa vergognosa". Lo dico anche io. Anche se il motivo è leggermente diverso da quello esposto da Lippi. Non è vergognosa la contestazione (del pubblico prima, dei pennivendoli poi) nei confronti di Lippi e della FIGC FC. E' vergognoso, invece, che tale contestazione sia semplicemente dettata dal risentimento di spettatori parmigiani e pennivendoli cortigiani nei confronti della Juventus e di tutto quanto abbia un sia pur minimo tocco di colore bianconero.

Huskylover – Parliamoci chiaro, ciò che non si perdona a Lippi non è la mancata convocazione di Cassano o una prova scialba della squadra (che peraltro ci poteva stare, nella situazione): ciò che non gli si perdona non ha nulla a che vedere con i campi di calcio, è il fatto di essere stato (e magari poter essere ancora in futuro) legato alla Juve, quella ‘banda di ladroni’ che tanto ha vinto, lei sì, sul campo…
E l’orchestra del pubblico ragliante contro Marcello è ben diretta dal pennivendolo di turno che, da vero amante della Nazionale, preferisce le figuracce di Donadoni ai successi di Lippi (così come preferisce gli stenti di Casiraghi ai risultati tangibili di Gentile). Risultato? Una festa rovinata dal sentimento popolare, che peraltro ha dato già prove ben più vergognose di questa…
Fossi stata io al posto di Lippi, dopo Berlino e dopo Donadoni, li avrei mandati a quel paese, si arrangiassero… L’orgoglio è un peccato? Forse sì, forse no.

TheBest - "Titoli che ha vinto, Lippi sa quelli che ha vinto... e quella è quella cosa importante." (cit.).
Da parte nostra: "Siamo vicini alla squadra e al commissario tecnico." (cit.).

Trillo - Marcello Lippi non è solo permaloso come una scimmia, è anche strabico.
Perché il bersaglio del suo risentimento non dovrebbero essere i giornalisti e i tifosi che ieri sera a Parma hanno fischiato la Nazionale quand'era sotto 0-2 contro Cipro. Il bersaglio del suo risentimento, semmai, dovrebbe essere quella stessa Federazione che alla vigilia del mondiale 2006 l'avrebbe volentieri scaricato insieme a Cannavaro, Buffon e qualche altro associato per delinquere di stampo bianconero e se non lo fece - udite udite, anzi, ricordate ricordate - fu solo per la netta presa di posizione di un tale di nome Guido Rossi che ne decretò il diritto-dovere di andare avanti verso quella che avrebbe dovuto essere - mi permetto di ipotizzare con una buona dose di malizia - una disfatta mondiale senza precedenti; una base, cioè, sulla quale poter scaricare la porzione di merda confezionata anche per lui fin dal mese di maggio ma comodamente, senza fretta, in differita, che sennò chi ce li avrebbe portati i ragazzi in Germania, a quel punto? Ma fu proprio Lei, mister Lippi, me lo ricordo bene, che il giorno del suo ritorno in Nazionale post Berlino ringraziò - sì: ringraziò, testualmente - la Federazione per l'opportunità che Le aveva (ri)dato. E allora non faccia lo gnorri, mister Lippi. Tenere famiglia non è un reato, per carità, ma ad una condizione: che non si tenti di spacciare qualcosa per una tragedia qui in Italia, che non sa essere nulla di più che il paese del melodramma.

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