Uno Juventino a Roma: Er go' de Turone, di Massimo Zampini

tifosiEssere Juventini significa sapere che quando vinci è perché "hai rubato", e quando perdi è perché "era giusto così".
Infatti, in caso di vittoria, ci sarà sempre un fuorigioco non segnalato, un giocatore che andava espulso, un arbitro in sudditanza psicologica, etc...; in caso di sconfitta, sentirai parlare (e parlerai) solo di calcio giocato: questo è il bello del calcio.

Se poi si è Juventini a Roma, come l'autore, allora c'è qualche ulteriore complicazione.
Massimo Zampini, avvocato romano di grande passione Juventina, ha imparato fin da bambino (come racconta nel suo libro) a convivere con la sua condizione di straniero in patria, almeno calcisticamente parlando.
Dal controfallo di Cicinho, al mancato rigore di Gautieri, ai guanti di Aldair, fino ad arrivare alla sintesi delle convinzioni mitologiche di tutti gli antijuventini della capitale (e non solo), alla madre di tutte le ingiustizie sportive: Er go' de Turone.
Il gol non convalidato per fuorigioco al difensore giallorosso contro la Juve, nel maggio '81: pochi centimetri, dai quali prendono le mosse trent'anni di piagnistei e di avversione capitolina nei confronti dei colori Bianconeri.
Massimo ha adottato (quasi provocatoriamente) "Er go' de Turone" come nickname nelle sue numerose partecipazioni ai forum e ai blog gobbi, e ha scelto di farne il titolo del suo libro, fresco di stampa a cura della Coniglio Editore. Un libro da Juventini, un libro non solo per Juventini.

Una parte del libro è in pratica un diario, nel quale Massimo ci racconta, settimana per settimana, le due stagioni successive al ritorno in serie A. E lo fa trattando il tema con intelligenza e usando la sua garbata e pungente ironia. Senza indulgere nel vittimismo, nemmeno di fronte a macroscopici errori arbitrali, ma anche senza piegarsi e adeguarsi al cosiddetto sentimento popolare.
Ne esce una cronaca precisa, puntuale e non prolissa dei fatti e, soprattutto, delle sensazioni che ne derivano all'autore. Particolarmente godibili alcuni affreschi nei quali ci racconta, col sorriso sulle labbra, il suo modo di vivere (in qualche caso, dall'estero) le partite più sofferte, o quelle memorabili, o l'attesa delle stesse.

Un segmento importante è riservato alla sua quotidianità di Juventino nella capitale: storie, sentimenti, aneddoti. Con toni a volte più seri, a volte più umoristici, ci rende partecipi di come si conviva, fin dall’infanzia, con i campanilismi e i pregiudizi di un ambiente che si nutre di luoghi comuni venduti come verità da radio locali, giornali e bar sport.
Interessante e godibile anche il contributo dell'amico Antonello Angelini, che conferma quanto sia difficile, ma anche affascinante, essere Juventini a Roma.
Per chi volesse farsi quattro risate, imperdibile l'inserto a colori con la raccolta di tutte le parodie delle gazzette, realizzate in questi anni per la trasmissione tv "La Juve è sempre la Juve".

Non manca una parte dedicata a calciopoli/farsopoli e alle sue conseguenze, nella quale Massimo smaschera le contraddizioni e le profonde iniquità della vicenda, ma sempre con la chiave dell'ironia, stimolando il lettore a porsi in modo interrogativo di fronte all'accaduto, senza accettare in modo passivo le tesi imperanti sui media.
Suggerisce un approccio diverso, gioca con le intercettazioni e con le riunioni operative alla Gazzetta, bacchetta la stampa. E ne dialoga apertamente (con leggerezza, ma con fermezza e serietà) con Francesco Saverio Borrelli, ma anche con Alex Del Piero e Gianni Rivera.

Interessanti e preziosi anche i contributi di Giuseppe Pollicelli, curatore di prestigiose opere a fumetti, e di Roberto Beccantini, l'autorevole voce Bianconera de "La Stampa".
Nella sua prefazione, il grande Christian Rocca dice che "con questo libro, Massimo dimostra tutto il suo amore per i colori bianconeri e per il calcio giocato": non possiamo che essere, come spesso accade, d'accordo con lui.

Un bravo a Massimo Zampini. Dalle trasmissioni radiofoniche, passando attraverso il web e le tv locali, ora la sua ironia sottile e penetrante approda in libreria. Avanti così.
Forza Juve. We love football.

 

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L'interessante intervento di Paolo Bergamo alla presentazione del libro


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