Il processo illecito - Parte prima sulla Juventus (5)

LANESE: PRO O CONTRO?
Abbiamo qui un altro esempio di come all’insieme di telefonate inconcludenti e soprattutto alle quali Luciano Moggi non partecipa neanche è stato dato un significato di illecito sportivo.
L’idea comune, a seguito del bailamme mediatico, è che si tratti comunque di telefonate nelle quali viene davvero commesso qualcosa di illecito, magari poco, ma comunque qualcosa.
In realtà sono telefonate dalle quali non emerge davvero nulla. E’ l’interpretazione palesemente falsa, illogica, distorta, assurda, per niente corrispondente alla realtà, che fa loro assumere un significato negativo per la Juventus.
E, da notare bene, le intercettazioni sono tutte dello stesso tenore.
Fonte: Il libro nero del calcio vol. 1
pagina 210
Si parla di De Santis (Capitolo: Il legame tra De Santis e Moggi): si riporta che l’arbitro in questione avrebbe diretto la gara Parma-Juventus 1-1 in maniera “sfacciatamente favorevole alla Juventus”.
Il motivo per cui i CC sostengono questa tesi è che ci sarebbe una telefonata di Tullio Lanese con Boschi (osservatore ufficiale dell’incontro) nella quale il presidente dell’AIA chiede conto all’osservatore dell’arbitraggio di De Santis.
L’osservatore risponde che ci sono stati alcuni episodi poco chiari: un rigore non concesso (ma non specifica a favore di chi sarebbe stato quel rigore) e due ammonizioni non comminate a giocatori della Juventus, evidenziando poi che ne aveva parlato successivamente con l’arbitro e gli aveva fatto notare quanto sopra.
Lanese: “...a parte l’episodio del rigore…” “te lo dico che ...per ammonire un giocatore della Juventus uno di debba dà una coltellata altrimenti non ammonisce è...”.
Quindi, a giudizio di Lanese, il fatto grave non sarebbe tanto il rigore non concesso quanto piuttosto le due ammonizioni non sanzionate, perché i giocatori della Juventus devono venire ammoniti come gli altri e non “aspettare che diano delle coltellate”.
Da qui potremmo effettuare due semplici osservazioni:
1. Per quale motivo Lanese, che si sospetta sia una rotella dell’ingranaggio malavitoso che fa capo a Moggi, si lamenta tanto se non vengono sanzionate due ammonizioni nei confronti dei giocatori Juventini?
2. Perché ai poco investigativi (ma solo in questo caso) CC non viene la curiosità di sapere a favore di chi sarebbe stato il rigore?
La prima domanda è retorica e non merita risposta se non nel comune buon senso di valutazione della realtà.
Per quanto riguarda la seconda domanda, troviamo la risposta a pagina 219: il rigore era per la Juventus.
Quindi, l’arbitro filo juventino per antonomasia arbitra in modo sfacciatamente favorevole una partita per la Juventus (a giudizio dei CC), concedendo due ammonizioni in meno alla Juve ma negandole un rigore sacrosanto, poi un membro della gang che muove le fila a favore di Moggi si lamenta per l’arbitraggio: non per il rigore non concesso alla Juventus (quello ci può stare: “...a parte l’episodio del rigore…”) ma specificatamente per le ammonizioni non sanzionate alla Juve.
Le incongruenze si moltiplicano e sono di diversa specie:
1. De Santis non concede il rigore (mentre dovrebbe essere naturalmente propenso a fischiarlo stante quanto sostenuto in tutto il dossier) 2. Lanese si lamenta per gli errori commessi a favore della Juventus (dovrebbe essere lui stesso a volerli)
3. Lanese si lamenta SOLO per gli errori commessi a favore della Juventus (in veste istituzionale, dovrebbe invece lamentarsi per entrambi)
4. L’arbitraggio viene giudicato sfacciatamente favorevole alla Juventus (ma un rigore negato non vale ben di più di due ammonizioni non sanzionate?).

E’ CONSENTITO DEDURNE
Sentenza CAF, pagina 84
"Ora, se potrebbe anche essere ipotizzabile che Pairetto e Bergamo avessero una lecita necessità di comunicare tra loro, tale ipotesi non appare sostenibile nei rapporti tra Moggi e i designatori. Se le comunicazioni tra loro vi sono state (la circostanza è pacifica) e se lo stesso Moggi si è dato carico di fornire (almeno a Bergamo) il telefonino ed ha provveduto a ricaricarlo a sue spese, è consentito dedurne che l'oggetto delle conversazioni (non essendo state prospettate altre ipotesi plausibili da parte degli incolpati) non dovesse essere del tutto lecito."
Se é consentito dedurre per condannare, allora consentiteci di dedurre che Guido Rossi (Commissario Straordinario FIGC / Commissario Straordinario Telecom), Massimo Moratti (Consigliere Telecom), Carlo Buora (Vice Presidente Telecom) nel commissionare e fornire le intercettazioni (illegali e non richieste da organi di Stato) a 7 procure per poi riuscire a farsele accettare da quella di Napoli, avessero qualche interesse in quanto rispettivamente Consigliere Amministrazione Inter, Presidente Inter, Vice Presidente Inter.

LA PROVA DELLE AMMONIZIONI MIRATE
“Il libro nero del calcio” vol. 2
A pagina 9 si parla del “fenomeno dei calciatori assenti per squalifica delle squadre che incontrano la Juventus”.
In tale ottica si assiste ad una delle conclusioni più allucinanti dell’intero dossier, ovvero al considerare come prova d’illecito la dichiarazione di un dirigente del Milan.
Infatti si dice: “…tale fenomeno (nda: quello delle ammonizioni mirate) non sfugge neanche al dirigente milanista Leonardo Meani” e a prova si riporta una telefonata tra tale dirigente ed il guardalinee Copelli, quello che Moggi avrebbe dovuto professionalmente distruggere (e che invece andrà ad arbitrare ai Mondiali in Germania).
È il 20 marzo 2005: pochi minuti dopo il termine della partita Inter-Fiorentina l’assistente chiama il dirigente rossonero per fargli notare che due giocatori della Fiorentina già diffidati sono stati ammoniti e verranno squalificati per la prossima partita con la Juventus. Meani si lamenta quindi per quella che secondo lui sarebbe una pratica diffusa.
Questa telefonata ci dà occasione per alcune osservazioni:
1. per quale motivo un guardalinee che ha arbitrato Inter e Fiorentina sente la necessità di telefonare a fine partita a un dirigente del Milan?
2. quale valenza di colpevolezza per la Juventus può avere quanto asserito in una conversazione privata da un dirigente di una squadra avversaria della Juventus stessa?
La difesa di Giraudo porterà nel processo di secondo grado a discolpa una statistica nella quale si farà notare che i diffidati delle avversarie della Juventus erano assolutamente nella media. Inutile dire che l’equanime corte non vorrà nemmeno visionare tale documento.
Quindi, la sintesi è questa: un guardalinee telefona ad un dirigente di una squadra (Milan) alla fine di una partita preoccupato di giocatori diffidati che non potranno incontrare una seconda squadra (Juventus) sua concorrente al titolo ed il contenuto di tale telefonata, in cui i due interlocutori sproloquiano su un’arzigogolata teoria da loro inventata, è considerato un punto cardine per dimostrare un illecito della seconda squadra.

 

LE PARTITE INCRIMINATE
Vorremmo ora analizzare più in dettaglio i punti forti dell’accusa federale: le circostanze che più evidenzierebbero gli estremi della frode sportiva da parte della dirigenza juventina.
Il libro nero del calcio, vol. 2
Capitolo: La frode sportiva (da pag. 2 a pag. 74).
Ci limiteremo a riportare esclusivamente le 5 partite prese in considerazione dalla stampa, per le ipotesi di colpevolezza. Le altre partite sono ancora meno significative: basti pensare che vengono considerate atto di frode anche le partite perse dalla Juventus e addirittura la partita Livorno-Juventus disputata dopo la matematica conquista dello scudetto!
Le partite analizzate sono:
Lecce – Juventus 0-1 disputata il 12.11.04
Juventus – Lazio 2-1 disputata il 05.12.04
Bologna – Juventus 0-1 disputata il 12.12.04
Juventus – Udinese 2-1 disputata il 13.02.05
Roma – Juventus 1-2 disputata il 05.03.05