Loro l'avevano detto

Llorente e Tevez, Tevez e Llorente. In goal tutti e due insieme, come accaduto col Verona. Allora poteva sembrare un caso, ma da allora sono passati due mesi e, se Tevez è rimasto sempre Tevez, Llorente è diventato quello che, storicamente, deve essere un centravanti della Juventus. Uno che la butta dentro, e mica solo quando c'è da completare il tabellino. Cinque goal, tutti pesantissimi, e domenica pure un assist di pregevolissima fattura. E subito sul web si è scatenata la perfidia gobba di quelli che si segnano tutto e sono pronti a rinfacciarlo al momento giusto. Perché se anche tanti juventini non erano stati teneri soprattutto verso il basco, a prendersela con quelli che il calcio lo raccontano per mestiere c'è sempre più gusto. E se uno segue un po' il calcio invece che l'onda umorale dei bar dello sport, certi giudizi agostani avrebbe dovuto risparmiarseli. Anche perché non si trattava di un giovane arrivato dalla Lega Pro, ma di un giocatore con un po' di pedigree. Buona Llorenteide agostana, allora.

Ps Diceva il saggio: "Un bel tacer non fu mai scritto".