Il mostro di Calciopoli davanti all'Alta Corte

petrucciCon il ricorso all'Alta Corte di Giustizia del Coni per un pronunciamento sulla radiazione di Moggi, Giraudo e Mazzini, lo stato dell'arte di Calciopoli, da caotico che era, diventa paradossale. Nel frattempo, infatti, la Procura Federale ha aperto l'indagine e avviato gli interrogatori sulle "nuove" intercettazioni per cui, da un lato sembra prossimo l'atto finale del processo del 2006 ma, dall'altro, lo stesso processo viene per molti aspetti riaperto.

Un paradosso, un mostro, giuridico e non solo, con Moggi che dovrebbe essere radiato perché aveva rapporti esclusivi e delinquenziali con Bergamo e Pairetto, mentre Bergamo e Pairetto vengono interrogati per ore ed ore sullo stesso tipo di rapporti intrattenuti con dirigenti di altre squadre, Inter in primis, come già dagli stessi messo a verbale, ma invano, negli interrogatori dell'estate 2006.
Un mostro senza capo né coda e non meraviglia che il presidente Abete, indecisionista per natura, si sia rivolto all'Alta Corte; l'ha fatto in altre occasioni recentemente, in particolare per il rinnovo del contratto dei calciatori quando il suggerimento era stato di far ricorso ad un commissario ad acta nel caso Lega ed Aic non avessero trovato un accordo.

Il Coni, va ricordato, soprassiede al funzionamento della giustizia sportiva nell'ambito delle Federazioni, dovendone garantire adeguatezza e correttezza; l'Alta Corte quindi, come è stato scritto in questi giorni, potrebbe essere l'equivalente della Cassazione per la giustizia ordinaria; uno dei suoi componenti inoltre, il professor Massimo Pardolesi, era uno dei tre saggi interpellati sull'assegnazione dello scudetto 2005-06.
Del mostro di Calciopoli verrebbe allora da dire che al Coni sanno vita, morte e miracoli (e forse qualcosa di più) e da chiedersi se proprio l'Alta Corte, prendendo spunto dalla fantomatica radiazione, non debba invece nell'occasione preoccuparsi di alcune rilevanti questioni di metodo ovvero di alcuni aspetti tra i più imbarazzanti del mostro che avrà davanti.

Sul nostro giornale ne abbiamo già discusso a lungo e li richiamiamo: il mancato rispetto delle norme sul giusto processo, come s'era paventato nell'audizione al Senato del dott. Borrelli, sotto certe ipotesi, nel frattempo realizzatesi; l'abnorme danno economico derivante dalle pene inflitte nel 2006 ad una società quotata in Borsa e ai suoi amministratori, in aperta contraddizione con il parere espresso in altra circostanza dal Professor Caianiello, Presidente Emerito della Corte Costituzionale, su richiesta di Petrucci; la possibilità di dirimere per via stragiudiziale dispute giuridiche sulla radiazione, come concordato dalla Figc nel caso del presidente del Genoa, Preziosi, a conferma che il funzionamento della giustizia sportiva è sì autonomo, ma fino ad un certo punto.
Gli esperti di giustizia sportiva dubitano adesso che l'Alta Corte possa pronunciarsi sul quesito posto da Abete e disputano su codici e codicilli; alla redazione di Ju29ro.com sembra invece più importante il contesto generale, il mostro che abbiamo prima accennato, dentro il quale si agita anche l'interrogativo di un provvedimento che nessuno ha emesso, epperò dovrebbe essere esecutivo previa solo (!?) la comunicazione agli interessati.

Un contesto generale che, giorno dopo giorno, come stiamo puntualmente documentando, alimenta dubbi e perplessità e rende sempre più verosimile il rischio che dopo la conclusione del processo di Napoli altre aule di Tribunali saranno chiamate a scrivere (o riscrivere?) la storia di Calciopoli.
Dicevamo del professor Pardolesi e dei tre saggi che già nell'estate 2006, a ben guardare, qualche dubbio sul possibile mostro è come se lo avessero avuto, tant'è che hanno rinviato alla Figc, allora commissariata, la decisione sull'assegnazione dello scudetto. Potrebbe essere un precedente importante, si potrebbe cioè immaginare che anche adesso l'Alta Corte possa, piuttosto che decidere sulla radiazione in base a codici e codicilli, richiamare la Figc alla necessità di affrontare una volta per tutte il mostro che s'è venuto creando.
Per il rinnovo del contratto dei calciatori proprio l'Alta Corte aveva indicato la via d'uscita del commissario ad acta, poi evitata; anche per Calciopoli, a nostro avviso, potrebbe essere proprio il Coni, in base alla facoltà riconosciuta all'Alta Corte quanto a funzione consultiva (Titolo III del relativo Codice, in particolare art.15.1) a suggerire il complessivo riesame della vicenda di Calciopoli davanti al Consiglio Federale della Figc, magari indicando come alternativa proprio una sorta di commissario o commissione ad hoc.