Un punto ciascuno non fa male a nessuno

Vidal segna il gol dell'1-1San Siro finisce 1-1, un pari che ci può stare soprattutto per una Juve apparsa un pochino stanca (chi si era lamentato dei minuti giocati in Nazionale?), a tratti troppo lunga e impossibilitata (anche a causa catenaccio mazzarriano) a portare il solito pressing. Non è stata una bella partita, tutt'altro, l'Inter ha dato tutto e forse anche di più, sfiorando l'impresa nel momento in cui Chiellini ha perso quella palla sanguinosa che ha portato al quarto gol di Icardi nelle tre partite giocate contro la Juve nel 2013. Non è stato un errore di squadra, è stato un errore del singolo, per quanto grave e determinante, ma non mi preoccupo soprattutto perché il “fattaccio” è stato compiuto dal difensore solitamente meno avvezzo a cincischiare col pallone fra i piedi. La reazione è stata da grande squadra: nemmeno un minuto e mezzo e Asamoah serviva Vidal in area; il cileno, con movimento da perfetto centravanti, freddava Handanovic.

Da quel momento incominciava una mini-partita di un quarto d'ora, con la Juve che si faceva più volte pericolosa dalle parti del portiere nerazzurro, ma gridano vendetta gli interventi poco convinti di Isla, Pogba e il pizzico di egoismo mostrato da Tevez che, pur concludendo pericolosamente, nell'occasione avrebbe forse dovuto servire il meglio piazzato Quagliarella. Pazienza, si poteva vincere ma tutto sommato con quell'errore sciagurato a poco più di un quarto d'ora dalla fine si poteva anche perdere. Indipendentemente dagli episodi, cosa ha detto questa partita?

Ha detto che inizialmente la Juve ha cercato invano di inserirsi negli spazi intasati da Mazzarri, che per tutto il primo tempo ha lasciato l'iniziativa ai bianconeri difendendo in 11 all'altezza della propria trequarti difensiva, salvo uscirsene un paio di volte senza creare effettivi pericoli. Nella seconda parte di gara, l'Inter è sembrata averne di più sul piano fisico, e il sospetto che gli impegni delle Nazionali abbiano pesato è forte, anche se la reazione al gol di Icardi e il finale ci raccontano di una Juve che è meglio non dare mai per morta. L'unico pericolo serio di tutta la partita è venuto nel primo tempo da un'azione successiva a calcio d'angolo: un tiro di Nagatomo fin troppo pulito sul palo coperto da Buffon in seguito ad una respinta troppo morbida di Pogba. Già, Pogba, talento enorme che proprio in settimana aveva confessato quanto Conte gli chieda continuamente di essere "cattivo".

Ebbene, oggi e non solo nella suddetta occasione, si è visto quanto il francesino manchi di cattiveria, sia sottoporta (anche nel primo tempo, a tu per tu con Handanovic non è andato convinto) che in fase di impostazione e gestione della palla (gridano vendetta alcuni palloni persi per eccessiva sufficienza). Non ho dubbi che Conte farà capire al ragazzino, che ogni tanto necessita di una strigliata, che la pagnotta si guadagna ogni settimana e che certe leziosità vadano riservate a momenti in cui il risultato è acquisito. Come fa Vidal, per esempio, che bada al sodo, lotta e non si rassegna mai, e che nel primo tempo viene steso da Taider dopo aver sfiorato impercettibilmente la palla con un braccio e ammette la 'colpa'. A parti invertite, chissà quante recriminazioni, anche perché Mazzarri si è lamentato (e poteva accadere diversamente?) del mancato doppio giallo a Lichtsteiner, in precedenza ammonito per un fallo “contemporaneo” con Alvarez.

Un giallo terribilmente compensativo estratto per placare gli animi di San Siro, furenti dopo la sacrosanta ammonizione che Orsato aveva appena mostrato a Campagnaro, entrato - lui sì - durissimo su Tevez. Orsato e i suoi collaboratori hanno preso un'altra clamorosa topica su un angolo per la Juve non concesso nonostante l'evidente stacco solitario di Ranocchia. Infine, da abbonato Sky devo ringraziare l'emittente satellitare ma, causa fede calcistica avversa, sono costretto a rifiutare il gentile omaggio odierno, cioè la visione gratuita e in chiaro di Inter Channel. Sì perché oggi Bergomi (il cui incipit, qualsiasi cosa debba dire, è sempre: “L'Inter!...”) e Caressa (urla scomposte ad ogni manovra interista, sospetta narcolessia ad ogni attacco bianconero) hanno fatto invidia a quel simpatico omino che risponde al nome di Roberto Scarpini.