Dopo 15 anni, la Juve torna a farne sei.

quagliarella01In appena un tempo la Juve liquida la pratica Pescara, dopo che per tutta la settimana ci avevano propinato immagini e ricordi di quel 5-1 a favore degli abruzzesi, forse il risultato più prestigioso mai ottenuto dal club biancazzurro.
Ebbene, a questa Juve è bastato un tempo per restituire agli avversari lo stesso identico punteggio di quel pomeriggio del 1993, e nella ripresa la ciliegina di Quagliarella regala alla Juventus un risultato esterno che le mancava da 15 anni, da quel 6 aprile del '97, quando a San Siro la squadra di Lippi di fatto pose fine alla carriera di Baresi, Tassotti e delle colonne storiche di quel Milan.
Tornando al presente, la sconfitta contro l'Inter sembra aver restituito ai bianconeri quell'aggressività e quella fame che sembravano sopite: sin dalla gara di Champions League l'approccio era apparso differente rispetto alla media stagionale, e a Pescara la cosa si è ripetuta.
Certo che il livello degli avversari incontrati non è eccelso, ma se da altri parti hanno celebrato punteggi simili spacciandoli per “ritorno alla propria dimensione” (es. Milan-Chievo 5-1) stasera non si può negare ai ragazzi di Conte il merito di aver dato spettacolo e mostrato molte cose buone.
Spariscono le questioni sul modulo, è bastato recuperare un atteggiamento aggressivo per dissipare molti dubbi.
Fanno bene tutti, dagli esterni confermati rispetto a mercoledì (Asamoah segna persino un gol da centravanti), ai tre mediani (Vidal apre ancora una volta le marcature, e in stagione sono 8: non male per uno definito “in crisi”) e persino alle tanto bistrattate punte.
Giovinco spacca la partita con l'assist per il goal del cileno poi, oltre al solito movimento e alle immancabili occasioni fallite, ne mette uno in proprio di assoluta qualità, mentre Quagliarella lo imita mettendone tre di grandissimo livello (prima tripletta in carriera, 8 gol stagionali anche per lui) e candidandosi ad una maglia da titolare per gli impegni che verranno.
La ripresa è un allenamento agonistico, la Juve non infierisce pur mancando diverse occasioni e Alessio regala un buon minutaggio a Padoin, Marrone e Bendtner, tanto per tenere tutti sulla corda.
Un piccolo appunto a Buffon, che da qualche settimana non mi pare infonda gran sicurezza ai compagni: dal famoso gol di Bergessio in cui il portierone mi era apparso in lieve ritardo, passando per il - centralissimo - rigore di Milito e l'altrettanto inefficace respinta su Guarin che propiziò il raddoppio dell'argentino, fino al gol subìto da Cascione e ad un altro paio di interventi un pochino incerti effettuati stasera, Gigione mi sembra attraversare un momento poco reattivo.
Nulla di grave, certi momenti di appannamento arrivano e passano e, conoscendo quale sia il livello di autocritica cui si sottopone il numero uno bianconero, sono certo che già dalla prossima settimana ritroveremo un Buffon in grande spolvero.
Contro la Lazio mancherà Pirlo, ammonito per un fallo molto veniale e squalificato per il prossimo turno: forse è un bene perché, per quanto sia temibile la squadra di Petkovic, direi che la gara più importante di questa prima parte di stagione sarà quella che la Juventus dovrà affrontare tre giorni dopo.
E che il bresciano riposi non mi fa disperare più di tanto, anche perché rientrerà Paul Pogba, oggi assente per via del doppio ritardo che ha scatenato le ire di Mino Raiola.
Calma e gesso, Mr. Raiola, e prima di tutto impari a rispettare le decisioni di chi è titolare del cartellino del giocatore da Lei gestito, come dovrebbe rispettare altri soggetti (il riferimento alle recenti sparate nei confronti di Blatter e Platini è voluto); e Marotta ha ben spiegato il perché della decisione, presa per salvaguardare il gruppo e comunicata sul sito ufficiale per evitare illazioni e congetture, che in casa Juve sono sempre ingigantite ad arte.
Il dg bianconero ha però aggiunto un'altra cosa importante, ovvero che la cosa è fine a se stessa, nel senso che da lunedì il giocatore sarà nuovamente a disposizione del Mister, e che il caso - se di caso si può parlare - è chiuso.
Quindi, i giornalisti vadano altrove a cercare casi e polemiche, magari andando ad indagare su quel che combinava un massaggiatore improvvisato che, in compagnia dei suoi farmaci, frequentava lo spogliatoio del Napoli, oppure sfruculiando nei dolori del giovane Wesley, uno degli eroi del triplete che non vive affatto il momento di spensieratezza di cui gode il resto del gruppo.
Ma, forse, chiedere che i giornalisti facciano i giornalisti è troppo in questa piccola “Itaglia”, molto più facile fare i tifosi o al massimo seguire gli interessi di bottega.

 

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