d'onofrioAbbiamo raggiunto l'avvocato Paco D'Onofrio, esperto di diritto sportivo, per una breve chiacchierata a proposito degli ultimi casi che hanno interessato la giustizia sportiva. In particolare, ci premeva comprendere se il caso Milito-Motta possa considerarsi a tutti gli effetti concluso con la sentenza di pochi giorni fa, nonostante il codice indichi espressamente che, verificata l'irregolarità della trattativa, gli atti debbano considerarsi nulli. D'Onofrio spiega: "La Commissione Tesseramenti, che decide in merito alla regolarità di contratti e tesseramenti, può essere adita dalla corte giudicante solamente in via incidentale. La Commissione Disciplinare ha scelto semplicemente di non entrare nel merito della questione, così come non aveva fatto il Procuratore Palazzi nel suo deferimento. Il ricorso alla Commissione Tesseramenti non è consentito a parti terze, come poteva essere ad esempio la Roma, interessata a una vicenda che avrebbe potuto cambiare la vincente del campionato. Nullo l'atto, i tesseramenti sarebbero stati irregolari, e come conseguenza l'Inter avrebbe dovuto essere penalizzata di un punto per ogni partita giocata dai suddetti giocatori. Credo che la questione avrebbe interessato anche l'UEFA. Ripeto: la giustizia sportiva ha scelto di non interessarsi del problema.
La questione pertanto può definirsi conclusa: l'Inter se la cava con una multa e una breve squalifica per Moratti"
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Il presidente dell'Inter ha reagito veementemente alla condanna, esternando il proprio disappunto verso la FIGC, l'opinione di D'Onofrio è che "probabilmente l'Inter ricorrerà in appello, per dare sostanza giuridica alla propria teoria del complotto". In appello, dunque, sarebbe quindi possibile che la corte, questa volta, trasferisca invece la questione alla Commissione Tesseramenti con tutto quello che ne consegue ma, aggiunge l'avvocato, "è una possibilità, visto questo precedente, puramente teorica".
Giovedì prossimo, D'Onofrio sarà in aula per discutere l'appello alle decisioni della giustizia sportiva contro i Menarini, per il caso Moggi-Ceravolo, in qualità di legale dei proprietari del Bologna. "Sono due casi differenti, che hanno portato incredibilmente alla stessa condanna: tre mesi per Moratti, tre mesi per i Menarini. Nel primo caso eravamo in presenza di una dichiarazione confessoria, quella di Preziosi, e di una falsa testimonianza, quella di Moratti. Niente di tutto ciò è riscontrabile nel secondo caso. Di più, il codice nulla vieta per quanto concerne i direttori sportivi, essendo la norma limitata a giocatori ed allenatori, ma la corte ha deciso per un'interpretazione estensiva, che nella mia opinione non trova riscontro alcuno nel codice. Insomma, il peso è assai differente, le pene uguali."
Certo, facciamo notare, in caso di nullità degli atti, il Genoa ci avrebbe sorprendentemente guadagnato ottenendo due giocatori con una valutazione ancora più alta di quando li aveva ceduti: la norma insomma sembra avere molti difetti, quasi che fosse intesa esclusivamente "contra personam", Luciano Moggi. D'Onofrio ci spiega che "anche il Genoa avrebbe seguito la sorte dell'Inter per quanto concerne l'utilizzo di Acquafresca, ma è evidente che ci sia un vuoto legislativo e una giurisprudenza che lascia molto spazio a diverse interpretazioni." Contra personam, insomma? "Le riflessioni le lascio a voi."

In Germania, intanto, la notizia del pilatesco non cale della corte giudicante ha generato molta delusione: i due principali canali, ARD e ZDF, hanno commentato laconiche sulla solita giustizia all'italiana e la puntuale mancata applicazione delle regole, seguite dal resto delle maggiori testate tedesche. Un'altra brutta figura della Federcalcio pulita.