scena crimineAbbiamo spesso suggerito, nei nostri articoli, spunti di riflessione a quanti erano interessati a farsi una propria idea della vicenda di Calciopoli. Al contrario di Gazzette e Corrieri che già dall'estate 2006 invitavano i lettori a guardare avanti perché la vicenda secondo la (loro) giustizia sportiva era chiusa, abbiamo prima suscitato dei dubbi e poi, seguendo il processo di Napoli, messo in luce contraddizioni, carenze ed errori.
Niente di straordinario, sia chiaro: abbiamo informato e fatto riflettere, come dovrebbe fare qualunque giornale. Straordinario, però, è stato il ritrovarsi su una linea editoriale opposta a quella della stampa tradizionale, straordinario è stato il risultato di informare facendo contro-informazione. Tanto straordinario che ci chiedevamo spesso in redazione quanto l'argomento Calciopoli potesse ancora interessare i tifosi, quanto potesse valere la nostra contro-informazione che faceva riflettere rispetto ai milioni di lettori, magari frettolosi, di Gazzette e Corrieri invitati a guardare avanti.

A questo interrogativo sembra poter rispondere l'indagine campionaria Demos & Pi sulla "mappa" del tifo calcistico riportata da 'La Repubblica' dell'8 settembre. Tante indicazioni e tabelle sulla passione per il calcio, che flette rispetto all'anno precedente, sulla sempre maggiore incidenza degli "ultras'" e del tifo "contro", sulla ripartizione dei tifosi con la Juve capolista col 29,2% del totale e, per la prima volta dal 2006, la domanda in cui si chiede agli intervistati un giudizio su Calciopoli.
Le risposte, come si può notare nella tabella riassuntiva, sono interessanti e in qualche caso inaspettate e assai significative.
Intanto solo il 26,5% dei tifosi intervistati ritiene la vicenda "un caso di giustizia sportiva che ha portato alle giuste decisioni", per il 28,5% si tratta di "un caso di giustizia sportiva con gravi errori e irregolarità" e per il 38,9% di "un tentativo di danneggiare alcune squadre a favore di altre". In parole povere, ed è il primo dato di grande interesse, quasi sette tifosi su dieci non credono alla storia di Calciopoli come l'hanno raccontata Gazzette e Corrieri. Per molti di questi tifosi, e questo è davvero sorprendente, non ci sono stati solo errori e irregolarità, ma un disegno e obiettivi precisi.

Ancora più interessanti le risposte dei tifosi suddivise per le singole squadre, in particolare dei tifosi bianconeri e di quelli dell'Inter.
Tra i tifosi juventini la percentuale di chi ravvisa, per così dire, gli estremi di una farsa sale al 53,7%; aggiungendo quelli che credono in errori e irregolarità si arriva quasi all'85%; tra i tifosi bianconeri, cioè, a Calciopoli non ci crede più quasi nessuno. Tra i tifosi dell'Inter sono più numerosi i "dubbiosi" (51,2%) rispetto a quelli che credono ci siano state delle decisioni giuste (46%). Dati a dir poco sorprendenti; dati che dovrebbero far riflettere tutti gli "operatori" del settore.
Certo, si tratta di un'indagine campionaria e i numeri che si possono leggere nelle varie tabelle (e anche in quella su Calciopoli) vanno presi con una certa cautela. In ogni caso rispetto agli interrogativi cui accennavamo all'inizio di questo articolo (la contro-informazione di giornali on-line come Ju29ro.com; l'interesse dei tifosi per la vicenda di Calciopoli) l'indagine in discorso sembra dare risposte inequivoche.

Quanto all'interesse dei lettori è significativo che tra i tifosi bianconeri meno del 3% non dà un giudizio su Calciopoli perché "non sa, non risponde" e ancor più significativo è che la stessa percentuale valga anche per i tifosi dell'Inter (mentre sale al 18,6% tra tutti gli intervistati, tifosi e non). E' la conferma che negli ultimi cinque anni un numero crescente di appassionati s'è interessato ed ha approfondito l'argomento. E' la conferma che non eravamo dei visionari o peggio; a questo punto, anzi, è verosimile che questo interesse possa crescere ancora in dipendenza delle prime sentenze che arriveranno da Napoli e delle decisioni ed iniziative che intraprenderà la Juventus.
Sulla contro-informazione di giornali come il nostro rispetto ai grandi media nazionali l'indagine Demos sembra proprio richiamare la previsione a suo tempo fatta dagli esperti secondo la quale i "navigatori web" con le loro ricerche e i loro "giornali" avrebbero potuto condizionare la stampa tradizionale più di quanto questa non sia solita condizionare l'opinione pubblica. Quella previsione, a nostro avviso, si sta rivelando azzeccata; dovrebbero tenerne conto i grandi giornali tradizionali, mentre per tutti i mezzi di informazione innovativa come Ju29ro.com l'obiettivo adesso deve essere quello del consolidamento qualitativo.

L'inchiesta di Repubblica riassume l'indagine Demos sotto il titolo "Se il pallone tifa contro", evidenziando un aspetto (quello di tifare non solo per la propria squadra ma anche contro un'altra, particolarmente "antipatica") che tutto sommato si ritrova un po' in tutti i campionati, anche esteri, ma che nella nostra serie A negli ultimi cinque anni è pericolosamente arrivato a interessare più del 50% dei tifosi, con l'Inter ormai da qualche anno prima nella graduatoria delle più antipatiche.
Anche questo aspetto ha a che fare con lo scandalo del 2006, tant'è che 'La Repubblica' richiama la "frattura di Calciopoli, ancora aperta nel cuore di molti tifosi". Comporre quella frattura, aggiungiamo noi, significherebbe ridare credibilità al nostro calcio; lo chiedono tutti quei tifosi (quasi sette ogni dieci) che alla vicenda di Calciopoli come è stata finora raccontata dalla Gazzetta e dal Corriere hanno risposto, in parole povere, di non credere.