palazziDavanti alla Commissione Disciplinare che deve decidere sulla radiazione (giustizia sportiva), Luciano Moggi si è difeso con vigore, e meglio di lui ha fatto il suo pool difensivo guidato da Maurilio Prioreschi. Udienza infuocata quella del 06-06-2011. Nonostante l’Alta Corte del CONI abbia chiesto di “attualizzare” il procedimento in essere, il Procuratore Palazzi ha interpretato questo “invito” solo come indirizzato ad una maggiore esaustività dell’obbligo di motivazione della decisione. Secondo Palazzi, la sentenza di condanna in primo grado di Giraudo e la richiesta di condanna per Moggi al processo di Napoli confermano che con il passare del tempo non si è modificato il quadro complessivo, le nuove prove emerse non possono essere prese in considerazione, il procedimento è finalizzato solo ad accertare se la gravità dei fatti è tale da giustificare la radiazione ed esiste la possibilità di chiedere una sorta di grazia, che Moggi invece non ha chiesto. Dall’altra parte, invece, i legali di Moggi al contrattacco.
Paco D’Onofrio: “Il quadro probatorio a Napoli è cambiato completamente. All’epoca c'era una vittima, il calcio, e un carnefice: Moggi. Vogliamo continuare a credere a quella storia?”. E ancora: “Nella sentenza, il potere di condizionamento di Moggi avrebbe comportato l’alterazione della classifica. Ma anche questo è stato smentito, e qui non occorre aspettare la sentenza di Napoli, perché sono dei dati oggettivi. Quando si parla di condizionamenti arbitrali ed alterazioni della classifica è falso, perché con gli arbitri di Moggi la Juve ha una media di 1,88 punti, ma con gli altri ha una media di 2,66: questi sono dati, sono verità. E nel 2006 non c’erano…”. Poi un fendente velenosissimo: “Io sono un difensore non un delatore, ma non posso non rilevare che società considerate onorevoli all’epoca, oggi vivono momenti diversi. Squadre che avevano dirigenti che entravano negli spogliatoi e ricordavano lo score con quell’arbitro e promettevano regali agli stessi arbitri...”. Poi la parola è passata agli altri avvocati che hanno messo in risalto questioni procedurali e, dopo, all’avvocato Prioreschi: “La grazia la chiedono i colpevoli, non gli innocenti. Mentre Palazzi parlava sembrava di sentire il PM Narducci a Napoli; ci deve essere un batterio killer a Roma e Napoli che ferma il passare del tempo: tutti rimangono al 2006! Lei, dott. Palazzi, rimane al 2006 solo quando Le fa comodo però, perché poi Lei richiama la condanna di Giraudo che è del 2008 (comminata senza l’utilizzo delle nuove telefonate, ndr), e poi richiama le condanne chieste a Napoli nel 2011, ma io ancora non ho parlato a Napoli… Lei si è opposto alle nuove prove che noi abbiamo annesso agli atti, con argomentazioni in diritto. Ma Le devo dire che non sono prove nuove, perché erano negli atti dell’indagine, e che sono state oggettivamente occultate dai Carabinieri. Io non so se lo hanno fatto apposta, ma un fatto è certo: sono state occultate prove importantissime”. Dopo questo affondo sulla conduzione delle indagini, Prioreschi ha precisato che già nei dialoghi delle telefonate del 2006 c’erano riferimenti ad altre telefonate intercorse tra i protagonisti dello scandalo e altri soggetti rimasti fuori dai giudizi, sportivi e non, e lo stesso dato si evince dalle testimonianze rese già nel 2006 dagli stessi protagonisti. “Ma tutto questo è stato ignorato, e le sentenze sono figlie di queste indagini che non hanno tenuto conto di quanto già presente negli atti”. Precisa: ”Autonomia della giustizia sportiva non può significare autarchia”. A titolo di esempio ha sottolineato i comportamenti censurabili, e molto gravi, tenuti dall’ex arbitro Nucini e da Facchetti, tralasciati sia dalla giustizia penale, sia da quella sportiva. E ancora: ”Le sentenze dell’epoca erano basate solo su informative, non c'è nessun accertamento. E non si può fare un procedimento disciplinare su indagini selettive fatte solo ed esclusivamente con un obiettivo: Moggi. E lo ha detto anche il Colonnello Auricchio, in risposta ad una mia domanda, che le indagini si erano mosse solo ed unicamente verso Moggi”. Poi, altra vicenda agghiacciante: “Un altro esempio che le indagini fossero solo su Moggi ce lo dice anche l’episodio di Rosario Coppola (ex assistente della Can A e B, ndr), che va dai Carabinieri per raccontare le pressioni subite per modificare un referto arbitrale a favore dell’Inter, non mi pare una cosa di poco conto, e gli viene risposto che la cosa non interessava e che a loro non risultava nulla. I Carabinieri hanno detto questo, gli stessi Carabinieri che avevano già migliaia di telefonate, tra cui anche quelle dell'Inter, e dicevano questo… E ciò ha comportato un oggettivo vantaggio per i dirigenti di alcune società, perché con quella parzialità è stato dipinto Moggi come quello che non era”. Poi sulle specifiche accuse: ”Mi attengo alla sentenza della CAF, dove Moggi è stato ritenuto colpevole per violazioni dell’art.1 (slealtà sportiva, ndr) per una serie di condotte che avrebbero avvantaggiato solo la Juventus”. Poi elenco dei fatti e la mancanza di esclusività dei rapporti con i designatori. E dopo aver fatto riferimento alla vicenda Paparesta e alle altre sulle griglie: “A mio giudizio non solo non c'è la gravità del fatto, ma non c'è proprio il fatto, alla luce di quanto emerso a Napoli”. Il clima era ormai caldissimo, e l’avvocato un fiume in piena.
”Per dare 5 anni a Moggi e mandare in serie B la Juve, sono bastate 21 intercettazioni su 180.000; di queste 21 telefonate, 7 erano con giornalisti (moviolone), 5 riguardano Paparesta, una con la moglie di Moggi, 2 con Della Valle, una con la segretaria, una con Giraudo e una con Bergamo. Tutto quello che è emerso fa venir meno il presupposto del condizionamento del campionato”. Poi ha citato molte delle telefonate più raccapriccianti, quelle di Facchetti, Lanese, Moratti, Meani, Galliani, Collina, Cellino, Foti, ecc. All’interno vi legge pressioni, lamentele degli arbitri sulle pressioni subite, richieste di arbitri o preclusioni per alcuni altri, indicazioni sulle griglie, regalini, raccomandazioni, incontri, pranzi, cene, cene segrete, amicizie, connivenze, familiarità, ecc, (alcune sarebbero illeciti sportivi, sufficienti per la retrocessione di alcuni club). ”E siccome coi designatori ci parlavano tutti, dove sta questo condizionamento della Juve a scapito delle altre squadre? Ma voi pensate che se la CAF avesse avuto queste telefonate avrebbe dato 5 anni a Moggi e avrebbe detto che solo la Juve era favorita? Io credo proprio di no, perché se la CAF avesse avuto queste telefonate non avrebbe potuto scrivere che c'era un 'illecito strutturale'. È giusto che per l’omissione di queste telefonate c'è qualcuno che si è pure intascato uno scudetto, oltre ad averla fatta franca?". E poi ha urlato la domanda del secolo: "È giusto radiare Moggi quando Copelli ancora arbitra oggi il Milan? È giusto che Calciopoli si è fatta in un mese e la Juve aspetta per l’esposto da un anno? Quello che hanno fatto i Carabinieri con il copia e incolla delle telefonate è una vergogna! La giustizia non si amministra con due pesi e due misure!”.
Poi l'intervento molto accalorato di Moggi, per ricordare le tante ingiustizie subite. Fine.
L'impressione è che, qualunque sia la decisione, (si avrà nei prossimi dieci giorni circa), la FIGC passerà guai grossi. In caso di radiazione si vedrà recapitare una richiesta danni multimilionaria, in caso contrario Moggi tornerà a lavorare nel mondo del calcio a partire dal mese di luglio. Così, "a naso", da qualche parte c'è già qualcuno che trema e che trama.

(Articolo pubblicato nel n° 395 del 10-06-2011 di Stadio Goal)

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