Zampini(Da "Libero” del 19 marzo 2013)

«Ma è una storia vecchia di trent’anni», protesta simpaticamente Carlo Sassi. Non sa, questo signorile giornalista tifoso della Cremonese, che ha il merito o la colpa (dipende dai punti di vista) di avere introdotto nel 1967 la moviola in Italia, che per centinaia di migliaia di tifosi, specialmente a Roma, il gol annullato dall’arbitro Bergamo al difensore giallorosso Maurizio Turone durante una sfida al vertice tra Juventus e Roma è storia ancora attualissima, come se fosse accaduta non trent’anni (trentadue, per la precisione, era il 10 maggio 1981) ma trenta giorni fa. Il gol di Turone appartiene alla mitologia del calcio italiano: è considerato una delle prime prove certe delle ruberie juventine, c’è chi gli ha dedicato un libro (“Er go’ de Turone” di Massimo Zampini, noto opinionista romano di provata fede bianconera) e a Roma molti bambini lo citano sapendo solo vagamente di cosa si tratti ma senza che gli passi per la testa discuterlo, trattandosi di un dogma tramandato dai padri. Invece, un po’ di giorni fa, proprio una voce autorevole come quella di Carlo Sassi è giunta a infrangere certezze che parevano di granito. Durante la puntata del 24 febbraio della trasmissione di Radio Due Rai “Circo Massimo”, Sassi, dinnanzi a un interdetto Massimo De Luca, ha affermato: «La moviola dimostrò che il gol era irregolare, che Turone era oltre Prandelli (all’epoca difensore della Juve, ndr), poi però a Roma con un marchingegno particolare dimostrarono che invece non era in fuorigioco, il che non era vero». Stranamente, quest’esplosiva dichiarazione era passata inosservata, ma ieri il sito Ju29ro l’ha rilanciata su Internet (la si può ascoltare su YouTube) e ora il caso è esploso.

Sassi, com’è avvenuta la manomissione?
«Non si trattò di una manomissione ma di un’interpretazione tendenziosa».

Ovvero?
«Noi che ci occupavamo della moviola, dato che solitamente all’epoca si disponeva di un’unica inquadratura (obliqua e dall’alto), sapevamo che quel particolare punto di vista (lo stesso da cui è stato immortalato il gol di Turone) falsava di parecchio - addirittura fino a due metri - la reale dinamica dell’azione. Se Lei fa un esperimento a casa sua con una telecamerina può verificare di persona che con la prospettiva funziona così. Era quindi pacifico che quella di Turone fosse una posizione di offside e il guardalinee della partita, giustamente, come tale la valutò, segnalandola a Bergamo che annullò la rete».

Nel 1981 quante erano le telecamere della Rai che riprendevano un incontro?
«A seconda dei casi, si andava da una sola telecamera a un massimo di tre per le partite di cartello. Due erano collocate in basso, vicino alle porte, e una in alto, in corrispondenza del centrocampo. Oggi di telecamere ce n’è una ventina e tutto viene mostrato in tempo reale. La moviola post partita, in effetti, non serve più a nessuno se non a coloro che il match se lo sono visto allo stadio».

Come e da chi il gol di Turone venne spacciato per regolare?
«Questa lettura non corretta venne accreditata negli ambienti della Rai di Roma (io stavo a Milano). Ricordo che non fu tirata fuori subito ma qualche tempo dopo il verificarsi dell’episodio. Mi pare attorno al 1983, quando Roma e Juve si disputarono di nuovo lo scudetto, conquistato in quel caso dai giallorossi».