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Indignazione: sdegno, rabbia, risentimento verso qualcosa che è considerato ingiusto, immorale, riprovevole. (Zanichelli 2010)


Pensavamo di aver visto tutto sei anni fa. Processi farsa, un commissario straordinario della Federazione in palese conflitto d’interesse, linciaggio mediatico a destra e a manca, giornali che anticipavano le sentenze in una delle più clamorose violazioni del segreto istruttorio degli ultimi anni. Quest’ultima vicenda di “calcio sporco”(che stavolta sporco lo è per davvero) purtroppo sta dimostrando che la stampa italiana è sempre la stessa. Stavolta, però, la Juventus non c’entra nulla e come l’altra volta si presenta fresca vincitrice dello scudetto, lanciata più che mai in un progetto economico e aziendale che potrebbe finalmente riaprire un ciclo dopo gli anni più bui della sua storia. Ciononostante, anche stavolta il tifoso juventino deve sorbirsi i titoloni a nove colonne su (in ordine di apparizione) Pepe, Bonucci, Conte e, notizia di oggi, Gigi Buffon. C’è gente agli arresti, ci sono veri tentativi di combine, ci sono soldoni in bella vista,c’è un’organizzazione criminale straniera che contattava i giocatori, ma i soliti noti è un mese che ci stanno propinando solo volti juventini accostati a questa vicenda. “Voi juventini sono sei anni che vi sentite le vittime di tutto e di tutti”: questa è la frase che mi sono sentito dire non appena ho fatto notare che Buffon non è nemmeno indagato.

Ma cerchiamo di riassumere i fatti: lo scorso 29 maggio un’operazione delle forze dell’ordine coordinate dalla Procura di Cremona ha portato all’arresto di calciatori come Mauri e Milanetto, a perquisizioni tra cui quella a casa di Antonio Conte e “visitine” direttamente a Coverciano come quella a Mimmo Criscito. Ovviamente Conte subito ha rubato la scena a tutti. Uno dei più grossi coacervi di antijuventini, il quotidiano “Repubblica”, ovviamente non ha perso tempo e subito Fulvio Bianchi ci spiegava come la Juve potesse perdere la Champions, salvo poi correggere l’articolo senza neanche sprecarsi a dire a qualcuno ”scusate, ci siamo sbagliati”. E di lì un crescendo rossiniano. Indagato anche Bonucci, cosa rischia Conte, la Juve ha contattato Capello e altre amenità di questo genere. Poi succede che Andrea Agnelli non solo confermi Conte pubblicamente, ma gli dichiari l’assoluta vicinanza della società. E nessuno che si sogna di dire che di fronte ad un accusatore (Carobbio) c’è una decina di ex calciatori del Siena che ne smentiscono l’accusa. Siamo tornati esattamente a sei anni fa, col giornale di De Benedetti a condurre la crociata armato fino ai denti di titoloni. Che poi chissà se un giorno ce lo spiegheranno che cosa gli abbiamo fatto i vari Zunino, Mensurati, Bocca, ecc.

Ultimo, ma sicuramente non ultimo, Gigi Buffon. Soltanto ieri il nostro numero uno si era permesso di far notare che in un paese civile è una cosa vergognosa che siano i giornalisti a sapere le cose prima dei diretti interessati e che i fotografi arrivino prima dei carabinieri quando c’è da consegnare un avviso di garanzia. Mi sembra lapalissiano se ogni tanto si ci ricorda che esistono dei diritti delle persone. Eppure oggi pomeriggio la bomba: diventa pubblica un’informativa della Procura di Torino dove si ipotizza un coinvolgimento del portierone a causa di versamenti fatti dallo stesso ad un tabaccaio di Parma. Si precisa anche che Buffon non è indagato e che i fatti risalgono al 2010. E Repubblica: “Le scommesse di Buffon, puntati un milione e mezzo di euro”, con tanto di pistolotto moralista di Fabrizio Bocca. E la Gazzetta, per non essere da meno titola: “Ecco le puntate di Buffon, assegni per 1,5 milioni” e mette a disposizione l'ordinanza in pdf.. Ma chi l’ha detto che quei versamenti siano stati fatti per scommettere? Dove sono le prove? E, soprattutto, come mai se i fatti risalgono al 2010, questa informativa esce fuori il giorno dopo le dichiarazioni di Gigi?

Saremo anche vittime noi juventini, ma, conoscendo come, quando e perché la stampa italiana si muova in un modo piuttosto che nell’altro, inizio a pensare che si stia facendo il massimo per mettere in difficoltà questa Juventus rinnovata nel palmarès e nello spirito facendo squalificare Antonio Conte, il vero artefice di questa annata storica. Peccato, perché in un paese veramente democratico, non solo si dovrebbe evitare la spettacolarizzazione della giustizia rispettando la presunzione d’innocenza, ma un mondo dell’informazione sano dovrebbe avere l’obiettivo di permettere ai lettori di andare il più vicino possibile alla verità, non sbattere il mostro in prima pagina (che poi casualmente è sempre bianconero). Si dovrebbe in una democrazia. Però mi sa che anche questa volta ha ragione il buon Christian Rocca.