abeteTutti i quotidiani hanno pubblicato la sfuriata di Moratti contro Abete, colpevole di non aver rispettato i patti. A porsi le domande vere, però, ossia a chiedersi se sia diventata pratica comune stringere patti in privato con il presidente federale, ma soprattutto se non sia scandaloso che si pretenda che il potere esecutivo sportivo, la FIGC, sottometta al suo volere il potere giudiziario sportivo, siamo stati in prima battuta solo in tre (attendiamo segnalazioni): noi, Tuttosport, con gli articoli dei bravi Alvaro Moretti e Alberto Pastorella, e Roberto Beccantini, nel suo spazio su La Stampa, che ha parlato correttamente di art.1 e art.6 ipotizzabili per la questione.
Ora: sappiamo che molti giornalisti sportivi non vengono propriamente da studi classici ma, in un paese democratico, il principio della separazione dei poteri dovrebbe essere noto a tutti.
Invece ieri i quotidiani sportivi e non, soprattutto quelli amici dell'Inter, riportavano senza timore e senza pudore alcuno, le lamentele di Moratti verso lo sleale Abete, che non aveva mantenuto quanto promesso. Unanime l'interpretazione, e nel senso più innocentista possibile. Moratti non aveva spiegato, infatti, di cosa esattamente si lamentasse verso Abete: le sue lamentele facevano parte però di una più ampia sfuriata contro la sentenza del giudice sportivo Tosel, che aveva inflitto diverse squalifiche ai tesserati nerazzurri. Una sentenza definita, con moderazione, "ridicola".

A interpretare le sue parole con malizia, si sarebbe anche potuto pensare che Moratti si riferisse alla sentenza stessa, che avesse chiesto ad Abete di influenzare la sentenza, di mitigarla. Su tutti i quotidiani ha prevalso però una tesi assai meno birichina: Moratti avrebbe chiesto ad Abete di influenzare "solo" la data di pubblicazione della sentenza, che è comunque prerogativa del giudice sportivo. E in qualsiasi democrazia è gravissimo, incivile e illegale che un membro dell'esecutivo cerchi di influenzare le prerogative del potere giudiziario. Questa, però, non è stata assolutamente la preoccupazione dei quotidiani che hanno riportato quelle dichiarazioni, presentandole come uno sfogo legittimo.

Tra ieri e oggi, però, si è appreso che, come naturale, Abete si è molto arrabbiato, perché in sostanza Moratti dava ad intendere quanto abbiamo detto, che Abete avesse promesso di compiere un atto illegale. Atto che Abete non ha compiuto evidentemente, ma che, ci tiene a precisare, non ha nemmeno promesso di compiere. Insomma Abete, quanto meno, conosce, insieme ai giornalisti di Tuttosport e a noi, il principio della separazione dei poteri.
E allora, sempre tra ieri e oggi, quei giornalisti (ad esempio Repubblica) si svegliano e dicono che forse si erano sbagliati a interpretare le parole di Moratti, che in quella promessa non mantenuta non c'era nulla di illegale, come se si fossero accorti solo oggi del contenuto scandaloso.

Il tutto, mentre da quegli stessi giornalisti ancora attendiamo il racconto di cosa sia davvero successo nel tunnel degli spogliatoi nell'intervallo; attendiamo che, come sempre successo in situazioni analoghe, si spifferi qualcosa. Per ora, ancora nulla. Attendono probabilmente, gli eroi, che l'Inter possa fare il suo ricorso in pace.

Bene, in tutto questo Moratti non è stato deferito e Palazzi non ha annunciato alcuna indagine sulle sue frasi. Chiariamoci: definire "ridicola" una sentenza del giudice sportivo sarebbe dovuto bastare, ma adombrare un patto con il presidente federale per "controllare" la giustizia sportiva a maggior ragione meriterebbe un approfondimento. Soprattutto perché Moratti, ancora, non ha rettificato, non ha inteso spiegarsi meglio, in una situazione così imbarazzante.
Che cosa, ci chiediamo, lo fa sentire tanto sicuro, tanto al riparo?
Ricordiamo che il procuratore Palazzi ha risparmiato Moratti dal deferimento già qualche settimana fa, quando dopo il derby milanese il patron nerazzurro aveva espresso dichiarazioni fortemente allusive nei confronti di un presunto complotto di palazzo. Perché Moratti non viene deferito?
E vengono invece deferiti Lotito, Mezzaroma e Spinelli, che aveva consigliato le dimissioni a Collina?
Palazzi dovrebbe spiegarlo, e in modo più convincente di quanto ebbe a dire a Beccantini, quando lo incalzò sulla trattativa condotta impunemente dall'Inter con l'inibito Preziosi (grande alleato degli onesti: condannato dalla giustizia ordinaria per frode sportiva, ha patteggiato 23 mesi di reclusione per bancarotta fraudolenta del Como): "non tutto quello che è, sembra; e non tutto quello che sembra, è". Olè.

Noi insistiamo perché le istituzioni continuano a perdere credibilità, in questo modo, nonostante la stragrande maggioranza della stampa non batta ciglio. Diteci voi.
Dopo Bayern-Fiorentina, si gridò allo scandalo, fioccarono i 3 e i 4 in pagella per Ovrebo, e si insistette con veemenza, soprattutto il Corriere, perché Abete spingesse a livello UEFA per tutelare le nostre squadre. Alla vigilia della partita con il Chelsea, Moratti telefona privatamente ad Abete, dolendosi, come ammette lui stesso, di un arbitraggio, quello di Tagliavento, ritenuto unanimemente ottimo. Durante la partita con gli inglesi, l'arbitro Mejuto Gonzales grazia dalla meritata espulsione Motta e Samuel e non concede due rigori solari al Chelsea.
Ieri, sul Corriere della Sera, il voto per Mejuto Gonzales è stato 6,5.
Ci prendono in giro, questi impuniti.

 

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