blancUn pugno nello stomaco.

Cosi si può definire l’intervista rilasciata da Jean Claude Blanc domenica scorsa al giornale più unto e della storia dell’editoria e non solo per le macchie di grasso lasciate da brioches e cappuccini: La Gazzetta dello Sport.

Un pugno nello stomaco per i concetti espressi, per lo zerbinismo del menestrello chiamato a raccoglierla, per il momento in cui è stata propinata, qualche mese dopo due interviste rilasciate nel 2008 che appaiono stucchevolmente simili per contenuti, temi e soprattutto toni trionfalistici. Ne avevamo già parlato qui.


Di solito, quando si convoca il principale giornale sportivo e si rilascia una intervista così istituzionalmente preparata e concordata c’è sempre un motivo ben preciso.

Nel caso di Blanc il motivo è duplice. Da un lato impressionare i tifosi, soprattutto quelli più influenzabili e sensibili alle chiacchiere. Dall’altro rimarcare i confini, interni ed esterni del potere. Nei confronti della proprietà, degli altri consiglieri, e dei suoi dipendenti.

La proprietà, perchè raccomandandogli l’incontro con Marotta (A.D. della Sampdoria) gli aveva chiaramente comunicato che i tempi sono maturi per sfilargli uno dei due incarichi che il “divoratore di baguettes” di Chambery gelosamente ricopre (e lautamente remunerato, per questo). Gli altri consiglieri, perché tra loro c’è qualcuno che si è messo in testa l’idea meravigliosa di fare il Direttore Generale. Ed infine i dipendenti, perché magari qualcuno potrebbe aver detto, di nascosto, alla macchinetta del caffè, che con Giraudo era un'altra musica. Giusto dunque ribadire che lui è sul pezzo sempre, come il suo predecessore.

Se noi fossimo marziani e fossimo atterrati sulla terra oggi, in cerca di informazioni calcistiche, avremmo certamente dedotto, leggendo l’intervista, che questa appena trascorsa è stata una stagione trionfale per la Juventus, che si incastona in un triennio trionfale. Insomma un successone.

Ma noi non siamo marziani. Per cui il pugno nello stomaco l’abbiamo preso, e bello forte.

Ecco quindi che siamo costretti a leggere che Blanc definisce quella appena conclusa una stagione positiva. Non abbiamo vinto nulla, abbiamo esonerato un allenatore, abbiamo avuto 70 infortuni, molte squadre hanno vinto a Torino dopo 50 anni, e ha pure il coraggio di dire che contano i risultati! Quali risultati non è dato capire, atteso che alla Juventus un'annata senza vincere nulla è fallimentare per definizione. Tra l’altro se in Campionato siamo arrivati secondi lo dobbiamo soprattutto alle scelleratezze di Roma e Milan, più che ai meriti nostri.

Poi Blanc parla a ruota libera. Di conti in pareggio, di progetto stadio, di giovani, di futuro del calcio, di Raiola e dei procuratori, di vittorie da ottenere senza perdite economiche. Dimentica Blanc che i conti in pareggio la Juventus li ha dal 1994. Che il progetto stadio lo aveva già sviluppato Giraudo, peraltro su una base economica pari a circa il doppio di quanto stipulato dal nuovo AD con la Sportfive. I giovani, di cui Blanc oggi si riempie la bocca, sono frutto del lavoro dei suoi predecessori. E in questi tre anni ne abbiamo anche bruciati moltissimi. Quello che per Blanc oggi è il futuro, per la Juventus pre-2006 era il presente. Oggi abbiamo costi uguali alla Juve di Capello con una rosa qualitativamente più scarsa, frutto di errori e sprechi (Tiago, Andrade, Almiron, Boumsong, Poulsen, Criscito, Knezevic… ). Blanc si vanta di poter dire NO a Raiola. Moggi invece lo rivoltava come un calzino. Con Blanc Raiola è un procuratore. Con Moggi era un ex-pizzaiolo con imbarazzi grammaticali. Vincere in modo equilibrato? Era quello che già veniva fatto prima del 2006. E Blanc se lo dovrebbe ricordare, visto che era nel CDA da alcuni anni come consigliere, prima di diventare Amministratore delegato.

Poi ad un certo punto Blanc si giustifica, non parla della B per fortuna (deve essere giunto al bersaglio il nostro appello a non nominarla più), ma parla di inconfrontabilità degli ultimi tre anni rispetto a tutti gli altri della storia della Juventus. Su questo aspetto siamo d’accordo finalmente con lui. Ci mancherebbe altro. Quattro allenatori in tre anni dopo che Lippi e Capello stessi rifiutarono di condividere il “progetto” non mi sembrano un biglietto da visita rassicurante; d’altronde non possiamo sapere se e quanto Ferrara durerà.

Noi tutti speriamo che possa aprire un ciclo positivo, ma non condividiamo l’ottimismo di Blanc che appare soprattutto di facciata. Altrimenti non si spiegherebbe il fatto che abbia cercato di ingaggiare fino all’ultimo momento Mister Spalletti. E siamo certi che Ferrara ha ben chiaro che alla fine è stato un ripiego. Ciro costa poco, ed è l’unico che ha accettato di assumersi la responsabilità, anche perché era già a Torino. E poi è simpatico, ride spesso, e soprattutto si accontenta. Stile Juvinese. Non male come curriculum. Speriamo stia simpatico anche a Del Piero. Soprattutto quando lo lascerà ogni tanto in panca.

A tale proposito appaiono patetiche le rassicurazioni date da Blanc sul fatto che la società ha sempre sostenuto Ranieri. Soprattutto sarebbe interessante se Ranieri stesso, un giorno, commentasse la sua avventura alla Juventus senza la museruola della “simpatia a tutti i costi”. Così come degna di menzione appare l’arrampicata sugli specchi causata dalla domanda sui 70 infortuni. Blanc ha il coraggio di dichiarare:"….. cerco di migliorare la coordinazione tra il nuovo medico e il nuovo preparatore. Devono lavorare insieme e condividere i dettagli. Non c'è altra scelta se vogliamo prevenire certi infortuni….." Implicitamente conferma che fino ad oggi lo staff medico e i preparatori erano cani e gatti. E ci conferma che ci ha messo 24 mesi, 2 anni, per rendersene conto. Ottima reattività, complimenti.

Ultime battute. Dal patetico si passa al grottesco. Blanc da intervistatore diventa intervistato. “Quante squadre con i bilanci a posto hanno vinto gli ultimi campionati?". Il suo interlocutore rimane muto. Ci pensiamo noi a rinfrescargli la memoria. Negli ultimi 15 anni solo UNA squadra ha vinto con i bilanci a posto. Ha vinto sette scudetti e molte altre cosette. Si CHIAMAVA Juventus.

L’apoteosi dell’intervista si verifica sul finale, quando si parla di Marotta. Blanc risponde piccato, tradendo il nervosismo: “Perchè l'argomento sottintende che saremmo degli incapaci, e non è così. In realtà non mi dà fastidio: Marotta è un'ottima persona, uno dei migliori dirigenti italiani e sta facendo bene alla Samp. Ma abbiamo un organigramma che in 3 anni molto difficili ha ottenuto grandi risultati. Ciò non toglie che cercare di migliorarlo è un dovere di chi lo guida, ed è quello che sto facendo: per esempio, abbiamo assunto un ingegnere, Riccardo Abrate, per affidargli il settore immobiliare della Juve."

Traduzione per i non addetti ai lavori: “E’ vero che ho due cariche e che guadagno un sacco di soldi, ma per il momento non ho nessuna intenzione di mollarne una. Per cui Marotta vada a fare in culo, sono tre anni che faccio finta di farmi il mazzo, grazie soprattutto al lavoro di quei delinquenti di prima e adesso questo viene a rompere? Al massimo prendiamo un capocantiere per lo stadio perché io devo andare in ferie e non posso seguire tutto.”

Alla prossima intervista Dott. Blanc. Gazzetta o Corriere? Scommettiamo?