Juve-Samp 2005: quando Capello suonò la nona

Fino al 26 ottobre 2005,  la Juve '85/'86 deteneva un particolare record: nessuno, nella storia del calcio italiano, era riuscito ad inanellare una striscia di ben otto vittorie consecutive, ottenute in altrettante partite dall’avvio della stagione. Nel campionato 2005/06 la squadra di Capello riuscì a fare ancora meglio: battendo infatti la Sampdoria, nel turno infrasettimanale arrivò a ben nove vittorie. Dopo Chievo, Empoli, Ascoli, Udinese, Parma, Inter, Messina, Lecce, fu dunque il turno dei blucerchiati. Record che sarebbe resistito fino all’anno scorso, quando  la Roma di Garcia fu capace di mettere in fila ben 10 successi.
Quella sui blucerchiati fu una vittoria che permise alla Juve di mantenere 5 punti di vantaggio sul Milan, la più immediata inseguitrice che in contemporanea vinse ad Empoli per 3-1, lanciandole il guanto di sfida in vista del successivo match a San Siro. Capello, nella sua estrema concretezza, pareva quasi non essere interessato a questo aspetto: “Non ho né voglia né tempo di guardare a queste cose. Mi interessa molto di più avere tenuto il Milan a distanza di sicurezza. Certo, abbiamo fatto qualcosa di straordinario, ma i record son fatti per essere battuti, mentre le vittorie rimangono e noi vogliamo vincere ancora.”
Il fatto che Capello avesse in testa il Milan lo si era già capito dalla formazione iniziale, affidata al “bilancino” del turnover come raramente faceva il tecnico di Pieris. Fuori Abbiati, Thuram, Vieira, Camoranesi ed Ibrahimovic; dentro Chimenti, Kovac, Giannichedda, Mutu e Del Piero. Meglio schierare gente motivata piuttosto che qualcuno con la mente già occupata dal pensiero del big-match di Milano, considerando inoltre che solo pochi mesi prima (precisamente a febbraio) la squadra genovese aveva espugnato per 1-0 il “Delle Alpi”, sempre in infrasettimanale, con un gol di Aimo Diana.
Novellino invece si affidò alla miglior formazione possibile, presentando un 4-4-2 speculare a quello bianconero, nella speranza di innescare le due punte Borriello e Bonazzoli, con i cross dalle fasce di Tonetto e Diana.
Fu proprio il match-winner dell’ultimo precedente a scagliare in porta il primo tiro della partita; all’11’ fu poi a Bonazzoli a girare a rete su assist di Borriello, colpendo il palo. Ci si aspettava una Juve arrembante ed invece era stata la Samp a partire forte. Con il passare dei minuti però i nostri presero le misure agli avversari, cominciando a guadagnare metri: in primis furono Kovac e Cannavaro a non commettere più errori in marcatura sulle punte doriane, seguiti da Emerson e Mutu. Il brasiliani, seppur  orfano del compagno Vieira, prese in mano le redini del centrocampo, mentre il rumeno andò vicino al vantaggio con un sinistro su cross di Del Piero. Un destro di Nedved, su cui Antonioli intervenne in due tempi, fu il preludio al gol del vantaggio bianconero: Trezeguet, da solito rapinatore d’area qual era, si avventò per primo su un pallone vagante in area, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, al 42’.  La Samp, che fino a quel momento aveva controllato bene il match, si riversò in avanti con grande rabbia. Al 45' Zenoni fece sedere Emerson e mise sul secondo palo uno splendido assist per Bonazzoli, che sfiorò il palo a pochi metri da Chimenti. Al 46' Diana superò Chiellini, ma non Chimenti che bloccò il suo destro.
Nel secondo tempo la Juve  trovò il raddoppio al 58’, lo firmò Mutu, al termine di una splendida combinazione Emerson-Del Piero-Trezeguet. Immediata la reazione della Sampdoria che, un minuto dopo, colpì la traversa con Kutuzov (subentrato a Borriello) e con Bonazzoli costruì un’altra azione pericolosa.
La Samp provò a non arrendersi, ma la solidità della Juve (solo 2, fin lì, i gol incassati) ebbe la meglio tanto che Nedved andò vicino al gol del 3-0 al 70’; e con il passare del tempo i blucerchiati persero le speranze di rimonta e la partita.