Champions League: quando l’ultima diventa decisiva, i precedenti

“La partita dell’anno” “il match più importante di questa prima parte di stagione” “una gara da non perdere”.Queste le definizioni più ricorrenti attorno alla partita di martedì sera allo Stadium tra Juve e Atletico. Tutte accettabili e condivisibili. Passare il turno di Champions è fondamentale non solo dal punto di vista economico (in gioco ci sono un bel po’ di milioni di euro di possibili entrate) ma anche per il prestigio di una squadra che rischia di rimanere fuori dalle migliori 16 d’Europa per il secondo anno di fila: uno scenario terribile, per chi ha più volte dichiarato di voler rimanere in pianta stabile nel gotha del calcio continentale. Basta non perdere, per passare il turno, con una vittoria con due gol di scarto si passa come primi. Se si perde, bisogna sperare che l’Olympiakos non batta il Malmoe in casa.
Non è la prima volta che, da quando la Juve partecipa alla formula della Champions con il “gironcino”, al primo turno è costretta a giocarsi la qualificazione all’ultima giornata. Vediamo com’è andata nei tre precedenti peggiori e migliori.
3) 08/12/2009: Juventus-Bayern 1-4. Il Bordeaux si era ormai garantito il primo posto, dietro Juve a 8 punti e Bayern a 7. Dopo lo 0-0 in Germania, entrambe erano riuscite a fare bottino pieno con il Maccabi Haifa, ma i nostri erano riusciti a pareggiare in casa con i francesi godendo così di punto che permetteva loro di avere due risultati su tre a disposizione. Dopo il vantaggio iniziale di Trezeguet, sembrava tutto in discesa, ma la squadra di Van Gaal cominciò a macinare gioco, rifilando un poker a Del Piero e compagni: pareggio su rigore di Butt, vantaggio di Olic (migliore in campo) su corta respinta di Buffon. Nel finale i gol della sicurezza di Van Buyten e Tymoshchuk.
2)11/12/2013: Galatasaray-Juve 1-0. Il ricordo della disfatta d’Istanbul è talmente fresco che non ci sarebbe nemmeno bisogno di raccontarlo. Probabilmente la maggioranza di coloro che conoscono bene la storia della Juve, o che l’hanno vissuta per la gran parte della loro vita, scorgendo nel televisore i primi fiocchi di neve hanno cominciato a maturare la convinzione che la beffa in qualche modo sarebbe arrivata. L’interruzione, il trattore, il campo infame, Conte imbufalito con la terna arbitrale, qualche buona giocata dei nostri; tutti antipasti prima della portata principale, quella più indigesta: il gol di Sneijder all’85’.  
1) 08/11/2000: Panathinaikos-Juve 3-1. Partita che arrivava a conclusione del peggior girone disputato dalla Juve. Deportivo, Panathinaikos, Amburgo sembravano avversari ampiamente alla portata. Nella giornata precedente, proprio contro i tedeschi, i ragazzi di Ancelotti avrebbero potuto guadagnarsi il pass al turno successivo, nel giro di 10 minuti invece subirono il vantaggio di Prager e rimasero in 9 per la doppia espulsione di Zidane e Davids, finendo poi per perdere per 3-1. Ad Atene, con il contemporaneo pareggio dell’Amburgo, sarebbe bastato un pari, ma ancora una volta la Juve rimase in 9 e perse 3-1: rispetto alla gara con l’Amburgo cambiava solo la sequenza delle reti (vantaggio dell’ex Sousa, pari d’Inzaghi, poi il doppio gol greco) ma non la sostanza. Eliminazione, anche da un possibile ripescaggio in Coppa Uefa.
3) 05/12/2012: Shakthar-Juve 0-1. Serviva un pari, per passare agli ottavi come secondi. Con una vittoria sarebbe arrivato il primo posto nel girone. Una prova maiuscola da parte dei ragazzi di Conte, capaci di non rischiare praticamente nulla dietro e farsi preferire agli ucraini per qualità di gioco. Dopo qualche buona occasione sprecata da Giovinco, Vucinic e un palo di Pirlo arrivò il gol qualificazione al minuto 55: cross dalla destra di Lichtsteiner e pallone finito in rete, grazie ad un tocco di Kucher nel tentativo di anticipare Giovinco.
2) 09/12/1998: Juve-Rosenborg 2-0. Il gol di Suat Kaya al 91’, preso all’Ali Sami Yen nella giornata precedente, sembrava aver chiuso ai bianconeri le porte dei quarti di finale. Ai turchi sarebbe bastato non perdere in casa dell’Athletic Bilbao già eliminato, anche con una vittoria dei nostri. Vittoria che  in quella Champions League ancora doveva arrivare dopo 5 pareggi consecutivi. Inzaghi e Amoruso regolarono dopo 36 minuti la pratica Rosenborg. Al 43’ sarebbe arrivato il goal di Guerrero per il Bilbao, goal grazie al quale Juve, Galatasaray e Rosenborg si ritrovarono tutte a 8 punti in testa al girone. E noi passammo grazie alla miglior differenza reti.
1) 10/12/1997: Juve-Man Utd 1-0. In quell’edizione a garantirsi l’accesso agli ottavi erano le prime di ogni girone e le due migliori seconde. Risultato che i nostri avrebbero potuto raggiungere tranquillamente se non avessero “deciso” di suicidarsi a Rotterdam contro il Feyenoord, dove vennero sconfitti per 2-0 da una doppietta di quel Julio Cruz che avremmo conosciuto meglio con Bologna e Inter. Serviva una vittoria,  sperando che nel frattempo Monaco e Bayer Leverkusen non pareggiassero, o che il Rosenborg non vincesse ad Atene contro l’Olympiakos. A meno di 10 minuti dalla fine i nostri avevano più volte sbattuto contro il muro eretto da Schmeichel e il Rosenborg vinceva 2-1 in Grecia.  Poi l’apoteosi: al minuto 83 gol di Inzaghi su assist di Zidane; e dopo 4 minuti un bolide su punizione di Djordjevic fissava sul 2-2 la partita tra greci e norvegesi. Juve qualificata come migliore seconda insieme al Bayer Leverkusen.