15 secondi

Sciabolata morbida di Bonucci a scavalcare il centrocampo. Rami si fa cogliere impreparato. Incursione di Marchisio che arpiona il pallone. Ma è costretto a defilarsi per temporeggiare. Filtrante in mezzo dove Tevez si è liberato e riceve indisturbato. Sul binario parallelo arriva una locomotiva svizzera, e perciò puntuale come un orologio connazionale, che ha seminato Urby. Tevez lancia nello spazio con un tocco delicato e perfetto. Saltello di Lichtsteiner indispensabile ad attenuare l'impatto sul pallone e stop a seguire meraviglioso. Arriva sul fondo e prima che la palla varchi la linea (non si è visto nemmeno un replay per controllare la regolarità dell'azione! #Mobasta), crossa rasoterra all'indietro. Llorente ha mandato il suo marcatore a cercar farfalle e insacca nell'angolino per l'1-0 più vergognoso del mondo...
Qualcuno titola: "Gol da playstation"
Poche righe per raccontare per intero l'azione che ha portato in vantaggio la Juventus allo scadere del primo tempo. Ieri sera si sono sprecati gli elogi per l'apache, il numero 10 sulle spalle bianconere, ed è sacrosanto. Perché Tevez, ieri, è stato mostruoso per tenacia, fisicità, corsa, delicatezza, precisione, forza e potenza. Si è preso sulle spalle una squadra un po' stanca e un po' stordita dal pressing iniziale di un buonissimo Milan e l'ha portata alla vittoria.
Ma l'azione del primo gol merita un'analisi più approfondita, perché le meraviglie sono state molteplici, Tevez ha fatto il gesto tecnico più straordinario, ma gli altri partecipanti non sono stati poi così da meno.
Seedorf aveva trovato le giuste contromisure al 3-5-2 di Conte, e ha avuto buon gioco grazie alla solita marcatura a uomo su Pirlo, a Pogba in serata "risparmio batteria" e un po' troppo concentrato a non sporcare la "cromatura" che si è disegnato sulle tempie, a un pressing molto alto (ma altrettanto dispendioso) e a un Pazzini che si dimostra più bravo di Balotelli ad interpretare il ruolo di punta avanzata davanti al trio di trequartisti.
Il "bordocampista" che riporta le parole degli allenatori durante il gioco riferisce, pochi istanti prima del gol di Llorente, di un Conte che incita i suoi a tenere duro per i restanti minuti e mantenere il risultato in bianco per poi riorganizzarsi nell'intervallo. Ma proprio a questo punto esce fuori la grande squadra che, bloccata nel suo solito giro-palla, trova il grimaldello per scardinare l'organizzazione avversaria.
Il lancio di Bonucci è velenoso, lungo il giusto per mettere in difficoltà Rami ma senza finire facile preda di Abbiati; Marchisio è perfetto nell'inserimento, caratteristica per la quale eccelle rispetto al suo omologo di stasera Pogba; a questo punto dell'azione, con il numero 8 bianconero defilato sulla destra, si incastrano perfettamente i meccanismi di un'azione magnifica; mentre Tevez si appresta a ricevere il passaggio, Lichtsteiner sembra quasi ignorare la palla e si infila in uno spazio preciso perché sa che il compagno dai piedi fatati gli darà il pallone in quel pertugio di pochi centimetri; dell'argentino abbiamo già detto; Llorente completa la catena perfettamente sincronica con il movimento a smarcarsi, tipico di una prima punta di livello mondiale.
Perché tutto questo spazio per un'azione di soli 15 secondi all'interno di una partita intera?
Perché la Juventus è definita, da quelli che ne capiscono, una squadra tosta che basa la sua forza sulla compattezza tra i reparti, sulle doti di alcuni singoli, sulla corsa. Ma quando si devono stilare le classifiche del bel calcio, il più bello non è mai quello juventino: abbiamo la sfrontatezza della Fiorentina di Montella, le quattro punte dei meravigliosi di Benitez, la velocità e lo spettacolo fornito dalla Roma di Garcia.
La Juventus di Conte non c'è mai.
Da ieri sera, da quei 15 secondi, da quell'incastro di movimenti e uomini spesso non esaltati dalla critica sportiva italiana, da quella splendida azione sarà un po' più difficile tenerla fuori. O una dose di faccia tosta maggiore.
Riguarderei questa azione per mille volte. In compagnia di Fabio Capello, possibilmente.
 
 
Che gioco, che ha la Juventus di Antonio Conte!
 
Twitter: @GiuSette7