Parma Juve ’03: una vittoria di forza di fronte a Sir Alex Ferguson

Il campo del “Tardini” rappresenta da sempre un ostacolo duro nei campionati della Juve: in 21 precedenti di campionato, infatti, solo 5 volte i nostri sono riusciti ad espugnarlo; a queste bisogna poi aggiungere la vittoria per 2-0 in quella finale di ritorno della Coppa Italia ‘94/95 che consegnò il trofeo ai ragazzi di Lippi. Da allora la Juve sarebbe rimasta a secco di successi in terra parmigiana per ben 8 anni; fino al 16 febbraio del 2003 quando, in una sfida valevole per la ventunesima giornata, riuscì a battere i padroni di casa per 2-1.

I bianconeri arrivavano al match di Parma con la possibilità di riprendere la vetta della classifica in coabitazione con l’Inter, in virtù della sconfitta dei nerazzurri in casa del Chievo, nell’anticipo della stessa giornata. Poteva dunque terminare una rimonta partita da lontano con ben 5 vittorie nelle 6 precedenti sfide: il pareggio era invece maturato in trasferta a Bergamo, due turni prima di quella in terra emiliana; in quell'occasione Del Piero aveva accusato un problema muscolare che lo avrebbe tenuto lontano dai campi di gioco per poco più di un mese. La successiva gara con l’Empoli, in cui arrivò una vittoria risicata per 1-0 grazie ad un rigore di Trezeguet al termine di una scialba prestazione, convinse Lippi che senza il suo numero 10 sarebbe stato necessario effettuare qualche accorgimento tattico; un 4-2-3-1 caratterizzato dalla presenza di Camoranesi, Nedved e Di Vaio dietro l’unica punta Trezeguet, con Zambrotta alle prime apparizioni da terzino sinistro, ruolo in cui nel corso del tempo si sarebbe rivelato uno dei migliori a livello europeo. Il Parma invece, allenato da Prandelli, aveva in Nakata, Mutu e Adriano i propri punti di forza, con il brasiliano ad agire da unica punta e i due fantasisti a supporto, con l’ex di turno Matteo Brighi, giunto in Emilia a guidare il centrocampo nell’ambito dell’operazione che aveva portato a Torino Marco Di Vaio.

Rispetto alle due precedenti sfide contro Atalanta ed Empoli la Juve mostrò da subito un piglio più deciso, con Nedved sempre pronto a creare il panico con i suoi movimenti a tagliare tutto il fronte d’attacco, con Camoranesi agevolato nel suo compito di creare superiorità numerica dalla presenza, nel ruolo di terzino, di Filippini, un mediano adattato per le indisponibilità in casa gialloblu e con un Di Vaio in grado di adattarsi al ruolo di attaccante esterno. I giocatori in campo sembrarono gradire così tanto la nuova disposizione che dopo 30 minuti misero la partita al sicuro: al 13’ Di Vaio svettava di testa sugli sviluppi di un calcio d’angolo dalla sinistra, mentre al 30’ era Tacchinardi a battere Frey con un altro colpo di testa su una punizione a spiovere di Nedved. I nostri, a quel punto, riuscirono a controllare con una certa agilità la gara, grazie all’ottimo filtro a centrocampo di Davids e Tacchinardi e grazie alla coppia di centrali Montero-Ferrara che, a dispetto dei rispettivi 32 e 36 anni, riuscivano comunque a chiudere tutti i varchi ai più giovani Adriano e Mutu. Trezeguet nel secondo tempo ebbe anche un’occasione per portare il risultato sul 3-0, ma colpì il palo di destro da buona posizione. Solo Mutu negli ultimi 10 minuti avrebbe riacceso l’incontro: prima con una punizione finita sulla traversa e al 91’ con un’altra punizione che stavolta andò in rete; ma ormai era troppo tardi per provare a raddrizzare l’incontro.

Una prova convincente in cui il risultato, dopo il 2-0 iniziale, non venne praticamente mai messo in discussione; il tutto di fronte agli occhi di Sir Alex Ferguson, andato direttamente al Tardini per spiare da vicino quella che sarebbe stata la successiva avversaria di Champions League. Già così per il 2-0 subito il giorno prima a Highbury contro l’Arsenal, tanto da tirare uno scarpino in faccia a David Beckham durante la strigliata post-gara negli spogliatoi, se ne ripartì alla volta di Manchester con qualche grattacapo in più, vista l’ottima prestazione dei campioni d’Italia. Peccato solo per l’epidemia influenzale che avrebbe colpito i giocatori bianconeri tra la trasferta emiliana e quella inglese, mettendo fuori causa Buffon, Iuliano, Birindelli, Salas, Di Vaio e debilitando fortemente anche Nedved e Trezeguet: e, con tanti indisponibili, arrivò una sconfitta per 2-1.