Avversari europei: il Galatasaray

mancini03

Il Galatasaray di Mancini è atteso allo Juventus Stadium in quella che si annuncia già come una gara decisiva per definire l'esito del girone.
Il mezzo passo falso bianconero in Danimarca e il crollo casalingo dei “leoni” di Istanbul, travolti 6-1 dal Real Madrid, fa assumere alla partita di domani i connotati della sfida da “dentro o fuori”.
Il club di Galata è il più prestigioso di Turchia, quello più vincente in patria e capace di regalare ai suoi tifosi gli unici trofei internazionali mai conquistati da un sodalizio turco: la Coppa UEFA del 2001 e la Supercoppa Europea dello stesso anno, vinte rispettivamente contro due grandi del calcio europeo come Arsenal e Real Madrid.
I quattro precedenti, tutti nella fase a gironi di Champions League, dicono di una vittoria a testa (2-1 Juve e 0-2 Galatasaray, 2003/04) e due pareggi (1998/99: 2-2 a Torino, 1-1 a Istanbul, nella famosa partita rinviata per il caso diplomatico Oçalan).
Negli anni alcune cose sono cambiate, innanzitutto lo stadio: abbandonato il vecchio e glorioso Ali Sami Yen i giallorossi si sono trasferiti nella nuova e modernissima Turk Telekom Arena, capace di contenere poco meno di 56.000 supporters che definire fanatici è poco.
Oggi il Galatasaray è un club che si può permettere ingaggi e giocatori che per l'Italia sono un miraggio: ecco perché un tecnico “costoso” come Roberto Mancini ha accettato di guidare la squadra simbolo della zona europea di Istanbul.
Ed è per lo stesso motivo che i giallorossi possono sostenere ingaggi di stelle magari un po' offuscate o in declino come Drogba e Sneijder, ma del tutto inavvicinabili per i nuovi standard del nostro calcio.
Il Galatasaray attraversa un momento di crisi di risultati, l'avvicendamento dell'”Imperatore” Terim - l'artefice del periodo d'oro del club, grazie al quale il tecnico ottenne il passaporto per l'Italia - non è dipeso solamente dal tracollo europeo, ma anche dal pessimo rendimento in Super Lig, sin qui caratterizzata da una vittoria e quattro pareggi.
Come gioca il Galatasaray? Fino a … ieri, 4-2-3-1.
Dubito che Mancini stravolgerà qualcosa in due giorni, anche se qualcosa ci si potrebbe attendere da un tecnico italiano che conosce bene la forza della Juventus.
In porta l'ex laziale Muslera, rimasto ai tempi della Lazio, e dunque capace di alternare prodezze ad errori macroscopici.
Linea difensiva a quattro con i due esterni (l'ex Arsenal Eboué e l'ex pupillo di Benitez al Liverpool, Albert Riera, nato esterno alto e riciclato in fase difensiva) molto portati ad offendere e decisamente meno efficaci in copertura.
Centrali i due colored Nounkeu e Chedjou (oppure il turco Balta), quest'ultimo appena arrivato dal Lille con il quale aveva condiviso la favola del club allenato da Rudi Garcia.
Centrocampo a tre con la nostra vecchia conoscenza Melo, praticamente regalato in questi anni ai turchi che finalmente in estate lo hanno riscattato a una cifra comunque risibile.
Per il brasiliano vale il discorso fatto per Muslera, ovvero rispetto ai tempi italiani non è cambiato di una virgola: qualche buona giocata ma soprattutto quel vizio di farsi notare per idiozie tecniche e - soprattutto - comportamentali.
Completano il reparto Inan, incursore col vizio del gol, e Baytar, uno dei tanti turchi nativi di Germania che popolano la rosa del club, come il più noto Hamit Altintop - un passato anche al Real Madrid, impiegato come jolly di centrocampo e a volte come esterno destro - e il difensore Hakan Balta, uno dei senatori della rosa.
Il trequartista, anche se in dubbio per domani, è Wesley Sneijder, sempre temibile ma non più in grado di riproporsi ai livelli del 2010, quando fra Inter e Mondiale si impose come uno dei migliori giocatori europei.
Il leader offensivo resta il carismatico Didier Drogba, 35 anni, un ingaggio mostruoso e una parentesi juventina sfumata alle spalle (a gennaio le parti sembravano vicine, poi arrivò il Galatasaray), una Champions League da dominatore vinta - col benestare degli Dei pallonari - nel 2012 e una pericolosità rimasta intatta soprattutto nei grandi appuntamenti.
Al suo fianco Burak Yilmaz, il miglior attaccante turco del momento, inseguito vanamente dalla Lazio in estate ed esploso la scorsa stagione proprio in Champions League.
Completano la rosa degli attaccanti l'esperto Umut Bulut e il giovane e talentuoso Bruma.
Nel complesso, una squadra sicuramente esperta, potenzialmente pericolosa, ma serve un suicidio bianconero per non averne ragione.