Champions League. Round 1.

OK LE TOP 3.
Real Madrid, Barcellona e Bayern Monaco sono le tre presenze costanti nelle semifinali di questa competizione negli ultimi due anni: da quel che si evince dai risultati del primo turno (rispettivamente: 6-1, 4-0, 3-0) nessuna delle tre ha intenzione di mollare.
Il successo esterno del Madrid in Turchia è stato in discussione fino al decimo della ripresa, minuto coinciso col raddoppio di Benzema (autore di una doppietta) per gentile concessione di Felipe Melo. Da quel momento, gara finita e inizio dello show di Ronaldo, fresco di rinnovo contrattuale a cifre paragonabili a quelle delle stelle NBA. Evidentemente infastidito dall'affronto, Leo Messi ha risposto con la stessa moneta (tripletta anche per l'argentino, la sua quarta nel torneo) schiantando l'Ajax. Solito collettivo straordinario il Bayern, che di palloni al CSKA ne ha fatti vedere pochi, e ha chiuso agevolmente il suo match con un 3-0 senza discussioni.

LE ASPIRANTI OUTSIDERS.
Manchester sorride sia con lo United (doppietta di Rooney, gran gol di Van Persie) che con il City, il quale dopo un primo tempo di studio ha travolto il Viktoria Plzen (Dzeko, Yaya Touré e Agüero). Il PSG vince di goleada in Grecia nonostante la prodezza dell'ex pescarese Weiss, autore dell'unico gol dell'Olympiacos. Benissimo il nuovo Shakthar di Lucescu: doppio Alex Teixeira e San Sebastian conquistata. Il Benfica di Jorge Jesus, recente finalista di Europa League, non ha faticato molto per aver ragione dell'Anderlecht, così come l'Arsenal ha vinto bene a Marsiglia. I gunners di solito a queste quote se la cavano sempre bene. Il problema, di solito, viene più avanti.

Un gradino più sotto, ci sono Atletico Madrid e Porto: una, realtà emergente, l'altra, ormai una costante del massimo torneo continentale. I “materassai” hanno avuto ragione dell'eterna incompiuta Zenit, i “dragoni” dell'Austria Vienna. Lo sfoggio di certe “generose protuberanze anatomiche” (leggasi: un gran culo) - consuete per il club - porta tre punti al rimaneggiato Milan sul Celtic, con due marcatori improponibili nel finale;  anche lo Schalke, pure lui agevolato da un gol in apertura abbastanza “fortunoso”, ha poi dilagato con Boateng e Draxler.

SORPRESE E DELUSIONI.
La sorpresa è il Napoli, che batte il Borussia Dortmund dimostrando di essere pronto almeno dal punto di vista mentale ad affrontare le grandi partite. E' vero che il primo gol è nato da un pasticcio del quarto uomo che ha portato all'espulsione di Klopp, ma Higuain su quella palla ci è andato da grande attaccante. Poco dopo, a Borussia non ancora ben assestato per l'uscita - causa infortunio - di Hummels, è arrivata l'espulsione di Weidenfeller, che ha costretto i tedeschi ad un secondo tempo in 10. La caratura dei gialloneri è comunque notevole, e anche se il raddoppio di Insigne (splendido, su punizione) chiudeva praticamente la partita, Lewandowski e compagni non si davano per vinti e mettevano alle strette il Napoli fino alla fine, complice l'autorete di Zuniga agli sgoccioli.

Bene il Napoli, quindi, ma non si può condannare il Borussia per la qualità dell'organico e per come gli episodi hanno influenzato la gara. Fra le italiane, resta la Juventus, una delle due grandi delusioni di giornata. I bianconeri non hanno saputo prevalere su quella che è sembrata essere la più scarsa fra le 32 partecipanti alla competizione, ed è curioso che l'unico pareggio nelle sedici partite sia stato quello scaturito dalla sfida di Copenhagen. Un pareggio che, nonostante si legga e si senta in giro a proposito di fantomatiche "22 occasioni da gol" equivale ad una mezza sconfitta. La Juve è sembrata involuta e poco cattiva per lunghi tratti della partita e liquidare il tutto appellandosi alla sorte significa nascondersi dietro un fragile alibi. Delusione massima di giornata, il Chelsea di Mourinho, così pieno di talento pronto a sbocciare (il portoghese ha definito i suoi come “uova di qualità pronte a schiudersi per generare pulcini che un giorno voleranno alto...”) e così fragile di fronte al Basilea di Salah e Streller, autori dei due gol con i quali gli svizzeri hanno ribaltato la sfida di Stamford Bridge e inflitto al figliol prodigo “Mou” la seconda sconfitta in quattro giorni. Tempi duri per i “profeti” della panchina, anche se la pochezza delle avversarie sembrerebbe offrire un'occasione di pronto riscatto sin dalla prossima giornata.