Juventus Stadium Greatest Hits

Due anni di Juventus Stadium. Cinquanta partite disputate, trentacinque vittorie, tre sole sconfitte. Due scudetti, soprattutto. Lo stadio dei sogni ha mantenuto le promesse, contribuendo in modo determinante a far tornare la Juve quello che è sempre stata: una squadra vincente, bella come forse non mai e con quella sua proverbiale grinta da provinciale. Andrea Agnelli, poco prima dell'inizio della prima stagione allo Juventus Stadium, si mostrava giustamente prudente: "Siamo consapevoli che alcune squadre hanno qualcosa in più di noi, ma altrettanto certi che dando sempre il 105% diremo la nostra".

E' andata molto meglio. Uno scudetto vinto senza perdere una sola partita, un secondo caratterizzato da un dominio assoluto sulle rivali, l'emozionante ritorno in Champions League, con la soddisfazione di eliminare i campioni in carica del Chelsea. Avevamo perso l'abitudine, forse, ma i ricordi legati allo Juventus Stadium ci sembrano particolarmente dolci. Abbiamo deciso quindi di fare una piccola classifica ju29ra delle migliori partite disputate all'interno dello stadio dei sogni. Quelle che, per una ragione o per l'altra, ci hanno fatto dire: "Questa sì che è la Juve."


2 ottobre 2011- 6a giornata di campionato - Juventus-Milan 2-0
Il vero Inizio, l'Epifania, la definitiva presa di coscienza di poter finalmente ritornare ad essere la Juve.
Dopo due stagioni con buone partenze ma arrivi in picchiata, era legittimo chiedersi se la bella Juve vista fino a quel momento, tonica e aggressiva quanto fluida e creativa, fosse davvero pronta alla prova del fuoco contro il Milan di Ibra.
Lo era, altroché. I campioni d'Italia, mai pericolosi, furono annichiliti, con i nostri a rincorrerli ovunque si nascondessero col pallone. Quella fu la sera in cui scoprimmo davvero il pressing alto e le tante caratteristiche del gioco nuovo di Conte. I difensori che non buttano mai via palla, il ritmo da partita di hockey, la volontà di tenere sempre il comando del gioco, dal primo al novantesimo. Sì, funzionava anche contro il Milan: il lavorio ai fianchi fu costante fino alla capitolazione finale.
I gol, infatti, arrivarono soltanto allo scadere, regalando emozioni incredibilmente intense. Chiunque fosse presente allo Stadium quel giorno, ricorda il rumore assordante che caratterizzò gli ultimi dieci minuti. La Juve, sospinta dal suo nuovo stadio, era finalmente rinata.



25 ottobre 2011 - 9a giornata di campionato - Juventus-Fiorentina 2-1
La conferma che la splendida gara disputata contro il Milan non era stata una mera casualità. Il primo tempo fu devastante: la Fiorentina, confinata nella sua metà campo, non riuscì ad imbastire una sola azione offensiva, mentre i nostri difensori stazionavano stabilmente sulla linea di centrocampo, facilitati dal pressing asfissiante dei centrocampisti. Tagli in entrambe le direzioni, scambi di palla veloci, manovra affidata ai tocchi di prima, riuscirono a produrre una quantità industriale di palloni, purtroppo puntualmente sprecati da un attacco quasi incredulo della troppa grazia prodotta dai compagni. Fortuna che infine ci pensò Matri a rendere giustizia.
Fu la sera, insomma, in cui capimmo che sì, Capello ci piaceva, e per carità, vincere è l'unica cosa che conta, ma con questa squadra, anche se (o forse: proprio perché) c'era da soffrire un po' di più per il risultato, ci si poteva finalmente anche divertire! E non era affatto un peccato mortale. Che spettacolo!



1 aprile 2012 - 30a giornata di campionato - Juventus-Napoli 3-0
Il rocambolesco 3-3 dell'andata aveva frustrato le ambizioni del Napoli di Mazzarri, troppo ben abituato alla Juve comatosa degli anni precedenti. Il tecnico toscano aveva poi punzecchiato Conte quando, a metà campionato, aveva deciso di pensionare il super offensivo 4-3-3 in favore di un più oculato 3-5-2, lo stesso modulo vintage spolverato dal mister partenopeo per il suo Napoli.
La "vendetta" del Napoli, insomma, sarebbe stata servita e si andò a giocare, come molte altre volte in questi anni, in un clima velenoso e ultra-eccitato. La Juve diede prova di quella calma propria degli squadroni. Un tre a zero, senza discussioni ulteriori.
E non bastarono i tre gol agli uomini di Conte. A segno andò anche Quagliarella, l'ex di turno, maltrattato e insultato dai partenopei, che decide di non esultare contro la squadra della sua città, aggiungendo una necessaria lezione di stile. A completare il castigo, le note di "O' surdato 'nnamurato"...



11 aprile 2012 - 32a giornata di campionato - Juventus-Lazio 2-1
La firma di Del Piero, con quel gol allo scadere che ci ha portato una grossa fetta del primo scudetto dell'era Conte.
Lo scenario è da giorno della marmotta: la solita Juve scintillante domina la solita Lazio ultra difensivista, che però trova il gol del pareggio con l'unico tiro in porta di tutta la partita. Un altro pareggio, mannaggia, il solito pareggio balordo, dopo aver dominato la partita e fallito decine di goal: saranno ben 15 ics quell'anno.
Quando tutto sembra finito però, ecco l'ultima provvidenziale perla della carriera di Del Piero. Non una delle sue punizioni migliori, certo, ma una delle più intelligenti, sfruttando con astuzia la barriera mal posta da Marchetti. Laddove il gioco di Conte non è bastato, insomma, ci arriva la classe di Alex, che saluta così la Juventus mettendo il suo marchio indelebile su un altro scudetto.



29 settembre 2012 - 6a giornata di campionato - Juventus-Roma 4-1
La lezione dello Juventus Stadium all'afasico sacerdote dell'antijuventinismo non avrebbe potuto essere più sonora.
Dopo lunghi anni in cui aveva fatto parlare di sé solo per gli esoneri a raffica e le grottesche testimonianze su Farsopoli (in aula di tribunale o su carte da bancone dei gelati che fossero), un'annata finalmente giusta in serie B a Pescara e il ritorno del machiavellico Franco Baldini a Roma avevano finalmente dato "ar Maestro" la possibilità di dimostrare tutto il suo vero valore nella massima serie finalmente "demoggizzata". E così fu. Partita durata una ventina di minuti, giusto il tempo, per i nostri, di travolgere con 3 gol e un paio di pali l'inesistente fase difensiva giallorossa. Fondamentalmente il problema non è Zeman, ma gli zemaniani oltranzisti, che confondono il calcio con qualcos'altro. Teoria del complotto, sentina di risentimenti, romanzo lacrimoso, fate voi. Quella sera, a Torino, sono stati sbriciolati 14 anni di minchiate, a suon di gol. Quel che vale Zeman come allenatore e quel che è la Juve lo si è visto anche nel prosieguo del campionato. Tranquilli, per gli anti-juve non cambia niente. Però la goduria di essere stati sugli spalti quella sera non c'è tribunale terreno né divino che possa cancellarla.



20 novembre 2012 -  5a giornata della fase a gironi della Champions League - Juventus-Chelsea 3-0
La partita che ci ha dato la definitiva consapevolezza di poter tornare a dire la nostra anche a livello europeo.
Molte perplessità erano sorte dopo il pareggio casalingo contro lo Shakthar che aveva imposto il suo gioco a casa nostra e soprattutto dopo la successiva deludente trasferta in Danimarca, conclusa con un brutto pareggio. La Serie A è diventata davvero troppo poco? I giocatori che lì dominano non hanno invece sufficienti qualità per competere per la Coppa "dalle grandi orecchie"? Il modulo 3-5-2 è troppo rigido e scolastico per una competizione del genere? Ovunque serpeggiava un certo scetticismo sulle reali possibilità della squadra bianconera di passare il turno.
Tutto spazzato via, in quella serata straordinaria in cui i campioni in carica vennero sconfitti nettamente dalla squadra di Conte, che mandò a segno i tanto vituperati Quagliarella e Giovinco.