Mercato estivo - Dieci opinioni

Stefano Abruzzese - Mercato fatto con i fichi secchi, che però finalmente porta in dote un giocatore, il famoso top player in attacco, che dalle parti di Torino non si vedeva da tempo. Smaltiti in fretta i 6 chili rosa di troppo, quando la posta in palio ha cominciato a contare sul serio l'Apache Carlitos Tevez si è presentato in ottima forma. E così si è potuto subito ammirare l'apporto del nuovo numero 10 juventino all'attuale 3-5-2 di Conte. Grazie ai movimenti, al tocco di palla, alla grinta e alla classe dell'argentino, le partite contro Lazio e Sampdoria hanno in certi momenti ricordato le entusiasmanti prestazioni della prima parte del campionato 2011-12, ma con la concretezza tipica della passata stagione.

Oltre a Tevez, sono arrivati Llorente e Ogbonna, due giocatori dall'ottimo potenziale e possibili prime alternative ai titolari a fronte di un paio di cessioni di giocatori molto apprezzati dal punto di vista umano, ma che lo scorso anno poche volte hanno visto il campo. Completa il quadro l'ottima gestione dei prospetti, mettendo le mani su alcuni degli attaccanti italiani piu' talentuosi, Zaza e soprattutto Berardi. Nonostante i pochi soldi investiti, a mio avviso il tasso tecnico della squadra è aumentato notevolmente, soprattutto per merito di Tevez che ha coperto una lacuna emersa durante tutta la stagione passata ma soprattutto nelle partite contro il Bayern: l'attaccante di sicuro affidamento capace di ricevere e distribuire aprendo il gioco, elemento così fondamentale per il gioco propositivo di Antonio Conte.

Alessio Epifani - Nei suoi primi tre anni di Juventus Marotta ha speso quasi 200 mln di euro senza riuscire a portare a casa un grande attaccante, di quelli in grado di fare la differenza con una giocata. Al quarto tentativo, nel mercato più parsimonioso da quando è a Torino, è riuscito finalmente nell'impresa. E ci è riuscito spendendo per Tevez meno di quanto fece per Vucinic, Matri, Quagliarella e Giovinco. Un uomo, un paradosso. L'analisi finisce qui, perché gli altri due acquisti (Ogbonna e Llorente) non sono giudicabili al momento, avendo giocato pochissimo nelle tre gare ufficiali disputate. Ottimo colpo aver messo le mani su Berardi, per il quale stravedo al punto che avrei fatto di tutto per portarlo da subito a Torino. Irrilevanti le cessioni, checché ne dica Conte; prevedibile bagno di sangue in stile Giovinco per riscattare l'anno prossimo Gabbiadini. Sistemato l'attacco, il prossimo step sarà migliorare la qualità delle corsie esterne. Juve che esce rinforzata nel suo ruolo di leader in Italia, ma ancora lontana dal livello dei club che si contenderanno la Champions League.

Il Mago di Ios - Agosto, mercato mio non ti conosco.
Per Marotta le ferie ad agosto sembrano essere sacre ed intoccabili.
Fa quel che riesce a fare in luglio.
E poi stacca.

Negli anni scorsi gli toccava tornare qualche giorno prima del 31 agosto per cercare di piazzare la zampata finale. Cosa che gli è riuscita molto spesso, peraltro. Quagliarella (27 agosto 2010), Rinaudo, Traoré (31 agosto 2010), Elia (30 agosto 2011), Bendtner (31 agosto 2012).
Quest'anno gli è andata di lusso. Con il prolungamento del mercato sino al 2 settembre è rimasto in panciolle più a lungo.
Per poi dare, come al solito, spettacolo all'Ata Hotel negli ultimi giorni di mercato.

Nino Ori - Mercato oggettivamente buono, con dei gran bei giocatori arrivati a sostituire dei panchinari. Rimane come retrogusto la sensazione di una sorta di incompiuta: di una cosa che era stata preparata per concludersi in un certo modo, e che (per chissà quali motivi) si è conclusa diversamente... ma magari è solo una sensazione. C'erano dei panchinari come Bendtner (o Anelka), Matri, Giaccherini e Marrone: lo scorso anno hanno giocato, sommandoli, gli stessi minuti che ha giocato Bonucci da solo, e li hanno giocati giusto perché c'era anche la coppa Italia, nella quale Matri, Giaccherini e Marrone erano quasi sempre in campo.

Ci sono al loro posto Tevez, Llorente e Ogbonna, e il campo dirà se sono o meno più titolari dei precedenti: a occhio (e a guardare il loro curriculum), sembrerebbe proprio di sì. C'è un Pogba che non è più un'incognita e ha un anno di esperienza in più, c'è un Isla che pian piano avrà pur superato l'infortunio, c'è un Pepe rientrato nei ranghi e pronto a ricominciare da dove aveva dovuto lasciare. C'è una squadra che non dipende più dalle giocate di un singolo: la manovra di questa Juve può essere efficace anche facendo rifiatare Pirlo. C'è la possibilità di adottare moduli diversi dal 3-5-2: con gli uomini dello scorso anno, era impossibile anche ipotizzarlo. Fatte salve le variazioni di cui sopra, il resto non è cambiato, e i giocatori importanti sono rimasti al loro posto. Ora, tocca al campo dirci il resto.

Giuseppe Rombolà - Il "portatore sano di Bendtner" è riuscito finalmente a comprare un ottimo calciatore (Tevez) e due buoni rincalzi (Ogbonna e Llorente). Altro merito da ascrivergli è quello di non aver venduto alcuni pezzi appetibili (Vidal, Pogba e Marchisio). Che poi l'amico di Braida non sia capace di sbolognare i vari De Ceglie e Motta è cosa ormai arcinota. Ma non si può certo affermare che il mercato bianconero di quest'anno sia fallimentare, basti ricordare gli acquisti dei vari Andrade, Diego, Melo, Bendtner, Anelka, Martinez (solo per citarne alcuni) per essere moderatamente soddisfatti per gli ultimi acquisti. Il problema è che forse Marotta meglio di così non sa fare ed allora il problema è quello di "acquistare" un altro DS prima del prossimo calciomercato.

Presidente Emerito - Luci ed ombre in un mercato che, dopo averci fatto godere con l'arrivo di Carlitos, ha strozzato in gola l'acuto finale, il Mister X che doveva essere il colpo dell'ultimo giorno. Chi diceva Ibra, chi diceva Nainggolan, chi Nani: alla fine poco c'è mancato che, in puro stile marottiano, arrivasse l'ennesimo onesto pedatore di buona qualità ma di pelo bianco (ricordate Toni?) nella persona di Gilardino.
La tentazione, dunque, è di rifilare l'ennesima bocciatura al mercato del nostro DS, ma poi, ragionando, dobbiamo riconoscere che grazie anche al mercato di Marotta non solo veniamo da due vittorie consecutive in campionato, ma abbiamo anche allargato il solco con le concorrenti. Che Dio ci conservi dunque Marotta e il suo mercato annuale, se il risultato è la vittoria in campionato. Come dite? La Champions? Io preferisco il campionato, come l'Avvocato.

Alberto Marchiani - In questo mercato gli uomini di mercato bianconeri hanno centrato due dei quattro obiettivi che si erano posti: ossia potenziare l'attacco e puntellare la difesa. Con Llorente e Tevez al posto di Matri e Bentdner il salto di qualità è evidente. L'attaccante navarro arrivato a parametro zero avrà bisogno di un po' di tempo per tornare in forma, vista l'ultima stagione da spettatore non pagante in terra basca, ma ha tecnica intelligenza e potenza fisica per far bene. L'Apache invece, è arrivato tirato a lucido e assetato di rivincita: credo che ci farà divertire. In difesa è arrivato dai "cugini" Angelo Ogbonna: ottimo fisico, buona tecnica e importanti margini di miglioramento. Restano invece da potenziare le fasce laterali e resta Mauricio Isla, dopo essere stato a un passo dal vestire il nerazzurro. Se ritrovasse condizione e convinzione potrebbe essere un nuovo acquisto. Manca forse anche un vice Pirlo, vista l'età del bresciano e il contratto in scadenza. Tutto ciò varrebbe comunque una larga sufficienza ma un punto in più lo merita la ciliegina finale del mercato, ossia l'acquisto in comproprietà di Domenico Berardi, un talento di cui sentiremo parlare.

Giuseppe Simone - Come da tradizione, gli ultimi giorni di mercato hanno lasciato i tifosi juventini col fiato sospeso, tra chi sperava nell'ultimo colpo imprescindibile e chi pregava gli dei del pallone che Marotta non facesse niente di niente, visti i precedenti. E infatti...
Le operazioni compiute con tempestività in giugno e luglio sono di un livello molto alto: attacco di almeno due tacche superiore all'anno scorso e in difesa l'acquisto di Ogbonna permette di liberarsi dell'"equivoco" Marrone, costretto a giocare in un ruolo non suo. E' a centrocampo, però, che i numeri non quadrano visto che non si è riusciti a integrare la rosa con sostituti di Giaccherini e dello stesso Marrone, impiegato anche a centrocampo in alcuni frangenti di emergenza. Credo che l'arrivo di Nainggolan fosse mirato proprio a questo, mentre le voci che davano in dirittura d'arrivo Nani "scommettevano" su un ritorno al 4-3-3. Non è arrivato nessuno dei due, e Conte si ritrova col solo Padoin come riserva naturale dei magnifici 4.

Salvatore Cozzolino - Il calciomercato di Marotta è sempre lo stesso, ormai lo conosciamo, inutile farsi illusioni. E' bravino, ma non ha guizzi. La sensazione è che sia sempre un po' schiavo dei procuratori e dei vari intermediari, soprattutto nelle trattative internazionali. E' fondamentalmente "nu buono guaglione" costretto a navigare a vista in un mare di squali e di personaggi che dovrebbero affollare le carceri... piuttosto che le tribune d'onore. Onore al merito per aver costruito un'ottima squadra, ma l'impressione è che gli manchi sempre la ciliegina sulla torta e la capacità di pensare davvero in grande, insomma di fare l'operazione inaspettata che lo consacri DS di primissimo livello. Ma complessivamente credo che il suo bilancio sia positivo e che i risultati gli diano ragione. Almeno fino a quando ci sarà Conte in panca. Resta l'incognita del ricambio sulla fascia sinistra, la sensazione che Ogbonna sia stato un po' sopravvalutato e l'amaro in bocca per la cessione di Matri al posto di quella di Quagliarella.

Paolo Fania - Tevez alla Juventus. Iniziava tutto così, col botto: da quanto non arrivava un attaccante di cotanto calibro in bianconero? Tanto, forse troppo. E, in questo scenario, Marotta sembrava aver fatto il salto definitivo verso l'empireo dei grandi dg: nonostante le interferenze di Galliani e i proclami sull'amore infinito dell'Apache per i colori rossoneri, l'acquisto dell'argentino veniva finalizzato in poco tempo, con somma felicità di Conte che poteva lavorare da subito con la punta sudamericana. Poi, il declino. L'acquisto "eccessivo" di Ogbonna, l'ennesimo affare saltato all'ultimo (quell'esterno offensivo che Conte tanto invocava) e, infine, le trattative di fine mercato, che assomigliano pericolosamente a quando i nostri nonni si recavano al mercato delle pulci di fine stagione per raccattare le poche cose rimaste a prezzi di saldo.

Certo, in tutto ciò, il mercato dei giovani sembra essere andato molto bene, conferendo così un voto comunque sufficiente al mercato, ma quell'area è di competenza di Paratici. E' verso Marotta che la pazienza degli juventini comincia ad assottigliarsi: a preoccupare non è solo la costante sensazione che Marotta non sia in grado di trattare a livello internazionale, vuoi per la mancanza di astuzia nel cautelarsi con un eventuale "Piano B" vuoi per l'assenza di intermediari internazionali di fiducia; preoccupa molto di più l'incapacità del dg di vendere le zavorre (sue e dei predecessori): anche in questo si vede un grande direttore, perché i conti devono quadrare non solo in entrata, ma anche in uscita.

 

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