Tevez, il grande colpo di Marotta?

MarottaLa notizia è ormai ufficiale: Carlos Alberto Tevez, nato Martinez (paura, eh?), vestirà la maglia numero 10 della Juventus a partire dalla prossima stagione. Le cifre dell'accordo con il Manchester City parlano di 9 milioni di euro, più 6 di bonus legati ai risultati. L'attaccante argentino, il cui contratto coi citizens era in scadenza nel 2014, dovrebbe percepire, secondo le prime voci, 5,5 milioni di euro a stagione per un contratto della durata di 3 anni. Un'operazione conveniente anche per gli inglesi, che risparmieranno circa 18 milioni di euro, considerando lo stipendio da corrispondere all'Apache, ma soprattutto il superbonus pattuito nel 2009, qualora l'argentino fosse rimasto a Manchester per l'intera durata del contratto.
E' un grande colpo? Bisogna rendere il giusto merito a Marotta? In redazione, come sapete, c'è sempre qualche bastian contrario. La discussione è aperta.

Claudio Amigoni
Llorente-Tevez rappresentano un certo miglioramento rispetto alla scorsa stagione. Non si tratta di fenomeni assoluti, ma è gente di spessore diverso rispetto a Matri, Quagliarella e Giovinco. Non so se basti per la Champions League, ma quando mai abbiamo trovato la formula giusta per quella dannata coppa?
Tevez è il giocatore ideale per Conte: cattivo, grintoso, disponibile al sacrificio, non un superbomber, ma uno che la sua bella cifra di gol li ha sempre messi a referto. Tecnicamente piuttosto dotato, tatticamente lo ricordo molto disciplinato ai tempi in cui gli toccava il ruolo di apripista per CR7. Quando lo United vinceva la Champions League, per intenderci.
Personalmente credo che 29 anni siano l'età giusta e, considerate le cifre dell'accordo, si tratta indubbiamente di una buona operazione per la Juve  che, con un esborso pari a quello che portò a Torino il "Malaka" Martinez, finalmente si assicura un giocatore di livello. E' la volta buona per El Machado di provare a scrivere la storia ed è una nuova sfida anche per Conte, chiamato all'impresa di plasmare un caratterino complicato al servizio della squadra. E, sinceramente, credo che il Mister non aspetti altro.

Mario Pirovano
Finito il lavoro di Marotta, inizia quello di Conte. 29 anni e non sentirli, 31 scudetti e incrementarli seguendo lo stile Juventus. Conte non potrà usare il "metodo Krasic", in quanto spagnolo e italiano sono molto simili tra loro, altro che il serbo; però dovrà comunque insegnare a Tevez che alla Juventus non si fanno preferenze. Ci si mette a disposizione del gruppo, senza atteggiamenti da primadonna, si suda, si corre e si fatica e soprattutto si impara lo schema di gioco. Buono il lavoro di Marotta dunque, se non vi sono concessioni al Milan e alle altre squadre italiane nei prossimi mesi. A dicembre valuteremo se il colpo Tevez vale o era meglio spendere qualcosa in più e puntare su altri attaccanti.

Giuseppe Rombolà
Avete presente i vecchi film western di Hollywood dei due John (Ford il regista e Wayne l'attore protagonista), quelli in cui gli indiani sono i cattivi e gionuein è il buono? Quelli tipo "Sentieri selvaggi" o "Ombre rosse", dove si vedono gli indiani in cima alle dune del deserto o sui picchi del Colorado? Gli indiani che con blitz veloci ed inattesi attaccano le fattorie e fanno lo scalpo ai "poveri" fattori bianchi? Ecco, Tevez mi piace immaginarlo come uno di quegli indiani cattivi di quei film, un Apache, visto il suo nomignolo, che in modo fulmineo penetra nelle difese avversarie e fa lo scalpo al portiere. Tevez incarna benissimo l'attaccante che ci mancava: cattivo e spietato sotto porta. Quello che segna quando la partita sembra bloccata, quello che ci mette quella cattiveria che i nostri attaccanti non hanno mostrato negli ultimi anni. Quello che è meglio avercelo in squadra che contro.

Stefano Abruzzese
L'acquisto di Tevez segue una tradizione ben precisa in casa Juve, percorsa ormai da qualche tempo: quella dei piccoletti là davanti. E così, quando andrò a visitare il raduno di Châtillon nella prima metà di luglio, potrò verificare di persona chi tra Giovinco, Giak e Tevez sia il più tappo del gruppo.
In attesa di chiarire la questione, per ora mi limito a dire che l'ultimo arrivato porta con sé una dote di forza, esperienza, cattiveria e qualità che difficilmente si trova in giro in una persona sola e che rafforza sicuramente il gruppo bianconero. Resta però da chiarire quale impatto sui compagni potrà avere il suo carattere spesso descritto come difficile e ribelle; e anche i ripetuti problemi avuti con gli allenatori fanno un po' preoccupare. Tuttavia nelle prime stagioni presso i nuovi club l'apache argentino si è sempre distinto sul campo impressionando sin da subito i propri tifosi. Facesse dunque anche soltanto un paio di stagioni al livello delle sue indubbie qualità, sono convinto che a posteriori parleremo, visto anche i costi contenuti dell'operazione, di uno degli acquisti più azzeccati di Beppe Marotta.

Roberto Boncio
Sei goal in ventisette presenze in Champions League. Tredici in sessantadue con la maglia della sua nazionale. Una media goal nelle ultime due stagioni più o meno equivalente a quella degli attaccanti già in rosa. Una fama da piantagrane e un procuratore altrettanto famoso. Un contratto che pesa il doppio di quello di Arturo Vidal. Per giustificare questo stipendio, per l'intera durata del suo contratto, Tevez dovrà dimostrare di non essere un giocatore in declino, come in parte dicono i numeri, o un Cassano d'Argentina, come dicono le cronache. Dovrà dimostrare, e i numeri anche qui non lo confortano, di essere un giocatore decisivo a livello internazionale. Se ne parlerà, insomma, quando affronteremo il Bayern.

Salvatore Cozzolino
Una delle prime considerazioni che mi è venuta da fare è che un giocatore come Tevez forse Luciano Moggi non l'avrebbe mai comprato. A scanso di equivoci non credo che si possano mettere in discussione la cifra tecnica del giocatore e soprattutto uno "storico" importante. Quello che lascia perplessi, ma sarò felice ovviamente di essere smentito, è l'aspetto caratteriale del giocatore che, più volte in passato, ha dimostrato di essere una testa calda, poco malleabile nell'ambito di una società e di una squadra che antepongono il "gruppo" ai "singoli". Volevamo cattiveria in attacco, e credo l'avremo. Speriamo solo che il giocatore capisca che Conte non è Mancini e che rischia tantissimo se non mette le sue individualità al servizio del collettivo non solo in campo, ma anche nello spogliatoio. A buon intenditor, poche parole.

Nino Ori
I numeri (ammesso che quelli ufficiali confermino le anticipazioni di queste ore) dicono che inciderà sulla cosiddetta "potenza di fuoco" per circa 14 milioni l'anno, per 3 anni. Un'incidenza accettabile, meno della metà di quello che sarebbe stato il peso di Cavani e molto meno di quanto avrebbe inciso Higuain, per capirci. Dal punto di vista tecnico, mi basta il fatto che l'acquisto l'abbia fortemente voluto Conte. Che vuole soprattutto avere la possibilità di poter modificare gli schemi a seconda delle esigenze e a seconda delle partite, così come nel corso del singolo incontro: 352, 433, 4231, 3421, 424, etc. Le combinazioni tattiche possibili sono tante, e quindi devono essere numerose anche le soluzioni a disposizione. E duttili e di qualità devono essere gli uomini chiamati ad interpretarle. L'attacco della Juve ora (rispetto allo scorso anno) può contare anche su Llorente e Tevez. Ma non finisce qui. Anzi, giusto per essere precisi: non solo non è finita qui, ma... il calciomercato deve ancora iniziare.

Mario Incandenza
Ottima notizia, finalmente arriva un attaccante di razza. L'unico limite che intravedo nella campagna acquisti così come si sta delineando è l'assenza di nomi sostanziosi per potenziare la Juve sulle fasce. Abbiamo grandi difensori centrali, abbiamo grandi centrocampisti interni, abbiamo ora anche grandi attaccanti includendo i nomi che vengono dati come sotto trattativa. Non vedo nomi importanti per le fasce, nemmeno tra gli acquisti papabili, e secondo me questa è stata la vera lacuna che ci ha condannato contro il Bayern. Credo che dovremmo evitare di impostare la stagione usando giocatori fuori ruolo (vedi Asamoah e Padoin), non credo che il recupero di Pepe sia sufficiente, e nemmeno l'eventuale arrivo di Kolarov. Resta implicito che questo pensiero è tutto rivolto alla conquista della Champions, perché per il campionato basta e avanza quel che abbiamo.

Giuseppe Simone
Mi si permetta di non sottovalutare l'aspetto mediatico dell'operazione, che era la migliore possibile tra i nomi che circolavano, visti i costi (cartellino e ingaggio) che aspettano chi vorrà accaparrarsi le prestazioni di Cavani o Higuain. La bontà dell'operazione targata Marotta/Paratici/Nedved acquista maggior rilievo perché portata a termine "in faccia" ai rivali di sempre, a quel Signor Bic che, solo pochi giorni fa, si faceva beccare dai paparazzi, chissà quanto involontariamente, in compagnia di Kia Joorabchian, procuratore dell'attaccante, facendo congiuntamente riportare dagli house organs di Milanello il seguente accordo: "Tevez aspetta il Milan fino al 30 di giugno, poi è libero di andare dove vuole." "Per chi ce la fa a prenderlo", avrebbe aggiunto Galliani.
Bene, non solo la Juve è riuscita a fare carta straccia di questa fantomatica intesa, ma l'ha fatto il 25 giugno, in anticipo sulla tabella di (retro)marcia rossonera. Da ieri gli avversari della Vecchia Signora sanno che la dirigenza Juve è più forte di quello che appariva fino a qualche mese fa, quando era costretta a chiedere a Nicholas Anelka di posticipare di qualche mese il proprio pensionamento.

Trillo
Che sia forte non v'è dubbio. In più è anche bello, il che non guasta visto che Matri molto probabilmente verrà ceduto. Ma se la domanda è "Tevez, gran colpo di Marotta?", mi si consenta di conservare una buona dose di diffidenza. È un po' come la classe di merito con la polizza auto: se per tre anni alterni alcune buone manovre a raffiche di stragi di vecchiette sulle strisce (dall'esordio con i 12 milioni per Martinez ai 14 milioni per Krasic anteposto a Dzeko, dai 9 milioni per Elia ai 18 per Quagliarella con i quali De Laurentiis acquistò Cavani, e mi fermo qui per carità di patria), prima di tornare in prima classe ce ne vuole.
Se non fosse che mancano le controprove, mi verrebbe da dire che non sia del tutto casuale il fatto di aver chiuso l'affare immediatamente dopo il summit in sede dell'altro ieri con Antonio Conte, dato che per quasi un mese la trattativa si era trascinata seguendo il solito copione degli anni passati. Parole e fumo, ma niente arrosto.
Di sicuro mi piace pensare che la telefonata decisiva agli sceicchi del Manchester City per sbloccare lo stallo, e magari abbassare ancora un po' il prezzo di Carlitos, l'abbia fatta Silvio Berlusconi giusto per lo sfizio di andare in culo a Galliani e preparargli la fossa in vista della stagione targata Allegri accettata suo malgrado. Ma questa è solo depravazione. Sapete com'è, sono un vizioso.
Detto questo, seriamente: ne arrivassero di Tevez. Era ora.

Andrea Locatelli
Non mi dilungherò sulle caratteristiche di Tevez (che sono ideali per il gioco di Conte) e sull'affare economico (finalmente all'altezza di una grande squadra). Preferisco concentrarmi sulle interessanti prospettive che si aprono per il mercato bianconero, che appare tutt'altro che concluso. Tevez e Llorente sono infatti ottimi colpi, tuttavia potrebbe essere Stevan Jovetic la ciliegina sulla torta. I rapporti tra Fiorentina e Juve sono pessimi, con i Della Valle che vorrebbero il pagamento della clausola di rescissione da 30 milioni in contanti. Ora però la Juve ha il coltello dalla parte del manico: già due colpi sono stati messi a segno in attacco, e Jovetic sembra volere solo la Juve. Inoltre, altri due giocatori della scuderia Ramadani (Ljajic e Seferovic) vanno in scadenza nel 2014. Insomma, è interesse di tutti trovare un accordo. Ma la Juve è ora l'unica parte a non avere fretta.