Ragione e sentimento

NazionaleContro gli ottimi ucraini di Mircea Lucescu (ottimo allenatore a suo tempo scaricato dall’Inter) la Juventus è apparsa sulle gambe, con qualche elemento fondamentale della rosa che è sembrato logoro dopo poco più di un mese dall’inizio della stagione agonistica.
Il ciclo di partite cui sono stati sottoposti i giocatori bianconeri è stato molto duro: e non è finita qui perché prima della sosta li attende la difficile trasferta di Siena che sarà la settima partita in ventidue giorni. Le tante partite ravvicinate rendono più difficile la programmazione della preparazione atletica, che appare fondamentale per il funzionamento del gioco delle squadre di Antonio Conte. Il vice-allenatore bianconero Massimo Carrera ha più volte sottolineato che la squadra lavorerà durante la prossima sosta del campionato, ma sembra dimenticare che un buon numero di titolari sarà in giro per il mondo con le rispettive Nazionali.
Da quando si è insediato nel luglio 2011, lo staff medico della Juventus ha ottenuto risultati eccezionali, ed è molto probabile che la prova opaca con lo Shakhtar Donetsk sia dovuta alla bravura degli avversari piuttosto che alla stanchezza dei bianconeri.
È apparso però evidente nella serata di Champions che il ritmo della Juventus non era quello cui i bianconeri ci avevano abituati. Dobbiamo augurarci che il campanello d’allarme suonato lo scorso martedì aiuti definitivamente a chiarire le strategie di allenamento e turnover, a decidere le priorità in base a criteri razionali piuttosto che emotivi. Le competizioni nelle quali i calciatori della Juventus sono impegnati sono quattro: Campionato, Coppa Italia, Champions League e Qualificazioni mondiali per squadre nazionali. Va da se che la Nazionale italiana dovrebbe essere l’ultima delle priorità, considerato anche il contenzioso in atto da anni con la FIGC, per cui ci piacerebbe che Pirlo seguisse il consiglio dell’amico Boban e che gli altri bianconeri venissero sottoposti a controlli medici accuratissimi il giorno prima delle convocazioni, per assicurarsi che vadano in Nazionale solo se assolutamente integri. Subito dopo la Nazionale viene la Coppa Italia che da anni è utilizzata per far giocare le riserve, nessuna sorpresa quindi. L’aspetto più difficile è decidere le priorità tra campionato e Champions League, tra Zeman e Lucescu. È possibile che alcuni dei nostri abbiano pagato il dispendio di energie prodotto contro i giallorossi e non siano risultati altrettanto brillanti contro gli ucraini. Contro la Roma il turnover è stato limitato a esterni e seconda punta, mentre centrocampisti e difensori titolari hanno giocato quasi tutta la partita. L’impressione è che sia stata una scelta condizionata più dall’emozione che dal ragionamento, che si sia voluta dare una lezione a Zeman piuttosto che preservare energie fisiche e mentali, energie che sono poi mancate nella serata di Champions. Ragionando con la testa e non con la pancia, appare evidente che a questo punto del campionato, anche qualora la Juventus dovesse perdere un paio di partite e si trovasse a inseguire a cinque, sei punti dalla vetta, il numero di partite a disposizione consentirebbe ampi margini di recupero, mentre in Champions League, i margini di recupero sono limitatissimi e spesso dipendono da altri.
Se appartenessimo alla famiglia De Laurentiis dovremmo sospettare che i turni di campionato che precedono gli impegni europei sono stati studiati ad hoc per rendere problematica la pratica del turnover. Dopo la Roma che ha preceduto lo Shakhtar Donetsk, la Juventus dovrà affrontare Napoli e Inter immediatamente prima delle due sfide con il Nordsjælland, due partite che i bianconeri devono assolutamente vincere per sperare di qualificarsi agli ottavi di Champions League.
Se la Juventus vuole tornare a recitare il ruolo da grande squadra, chi decide ragioni con la testa; e tra due partite di campionato a metà del girone di andata e due sfide determinanti per il proseguimento del cammino in Champions League, non si lasci tentare dalla voglia di vendicarsi dei vecchi nemici e di dare lezioni ai nemici emergenti, ma pensi a preservare gli uomini migliori per le sfide che contano di più.
Le “partite della vita” si lascino a chi gioca contro la Juve.