Paul Pogba: la scheda

PogbaRiportiamo la scheda di presentazione di Paul Pogba pubblicata da Antonio Corsa sul suo blog.

Premessa: la seguente scheda si basa su un numero di partite visionate limitato e serve semplicemente ad inquadrare meglio il calciatore, senza avere la pretesa con questo di fornire una valutazione definitiva e attendibile del giocatore, che altrimenti si sarebbe dovuto seguire professionalmente per tutto l’anno. Partite di Premier League analizzate: Manchester United-Stoke City del 31.01.2012, Manchester United-WBA dell’11.03.2012 e Wolverhampton-Manchester United del 18.03.2012; ho inoltre osservato tutte le sue partite nell’Europeo U-19 in corso. Vi risparmio le info biografiche, che potete trovare già online su Wikipedia.

Non è stato facile osservare il ragazzo: tenete a mente che non ha ancora giocato una sola partita da titolare tra i professionisti e che, proprio per questo, il materiale a disposizione è comunque ancora troppo limitato per trarre dei giudizi definitivi. Dando per scontato si tratti di un gran bel prospetto, cercherò comunque di evidenziarne maggiormente i difetti che, nel mio piccolo e non essendo un osservatore di mestiere, ho riscontrato.

Collocazione tattica. Intendiamoci subito su quale sia il suo ruolo: spesso viene erroneamente considerato un centrocampista difensivo, addirittura un mediano. Non lo è. A mio avviso si tratta, ed è piuttosto evidente osservandolo, di un regista (certo, atipico, viste le lunghe leve) che, nell’attuale Juventus con centrocampo a tre, potrebbe giocare – dal punto di vista tattico – esclusivamente al posto di Andrea Pirlo: è infatti troppo lento nella corsa (niente sgroppate) e troppo statico e piuttosto legnoso nei movimenti nello stretto per poter sostituire Marchisio e, ancora di più, non è assolutamente capace di riproporre la stessa intensità difensiva di Vidal. Nelle giovanili dello United ha giocato regista avanzato nel 4-4-2 o addirittura come centrale nei 3 del 4-1-3-2. Stesso utilizzo, di fatto, anche nelle giovanili della Francia (nell’attuale U-19 gioca centrale nel 442 affiancato da un muscolare come Kondogbia).

Fisico imponente. Prima di descriverlo palla al piede, è innanzitutto necessario premettere che parliamo di un ragazzone di 186 cm per 76 kg che ha disputato la quasi totalità delle partite cui ha preso parte finora sfruttando, contro i pari età, il mismatch fisico piuttosto evidente contro la maggioranza degli avversari. Non solo: a quei livelli, nelle giovanili, i ritmi sono sempre più bassi che al piano di sopra, il tatticismo meno esasperato e ciò gli ha permesso di giocare di fatto interi spezzoni di gara “da fermo” con tutto il tempo possibile per osservare gli avversari, pensare, passare la palla in tranquillità (chiedete a Pirlo quanti secondi di libertà in media gli vengono concessi non appena riceve palla a metà campo..), ecc.. Bene: entrambe le cose, quando è sceso in campo con i “grandi” del Manchester United, sono andate a farsi benedire, sostituite dalla caoticità e fisicità tipiche del calcio britannico. Le prime apparizioni in Carling Cup non sono state brillanti e, anche in Premier, ha mostrato sì lampi di estrema classe, ma anche evidenti limiti che – ad osservarlo solo nei tornei giovanili – parevano non appartenergli (ma del tutto normali data l’età).

Spesso e volentieri, contro un 19nne inglese, gli bastava infatti difendere la palla “col sedere”, passarla ad un compagno e farsela ridare, provare un dribbling a saltare il pressing e ragionare sul da farsi. Di tanto in tanto, si permetteva anche il lusso di lasciare la posizione spingendosi in avanti per provare la giocata personale (i colpi li ha, ma lo vedremo dopo). Insomma: sfruttando le lunghe leve e la potenza fisica (ripeto: sempre rapportata ai pari età), a ritmi bassi e con la personalità che si ritrova, giganteggiava, letteralmente. Giudicarlo contro gente della sua età, però, è proprio per questo il metodo più sbagliato. Ho preferito, per questa scheda, farlo con in mente soprattutto le poche apparizioni “con i grandi”, in modo da poterlo valutare non tanto in prospettiva, quanto nell’immediato ed inserito nel contesto Juventus attuale, contro gli scafati centrocampisti del campionato italiano.

Fase difensiva. Nonostante le apparenze, è l’aspetto del gioco dove difetta di più: mette raramente la gamba (e mi riferisco soprattutto ai cameo in Premier, dove si gioca il calcio più fisico del mondo, da quel punto di vista) e – giusto per capirci – nei 68 minuti scarsi disputati in campionato, la passata stagione, ha messo a referto più tiri in porta (2) e dribbling (3) che falli (1). In carriera ha comunque sempre avuto qualcuno che corresse per lui, un classico “numero 8” che lo aiutasse e lo proteggesse. Di suo ha il fisico per “tamponare” e indietreggiare intercettando linee di passaggio o fronteggiare il portatore di palla avversario, intimorendolo. Niente scivolate e pressing asfissiante alla Vidal, però, e nemmeno lavoro tattico alla Marchisio. Anzi, proprio tatticamente ha ancora “buchi” evidenti (mentali): perde troppo spesso l’uomo o si dimentica di proseguire il pressing, di effettuare un raddoppio, di coprire un compagno. Niente che non sia insegnabile, ma bisogna capire quanto il ragazzo, che a detta di molti si sente già arrivato, sia disposto a farlo. Come dicevo in premessa, comunque, si tratta di un regista, e non di un mediano, quindi sono altre le qualità che hanno attirato gli osservatori internazionali.

Fase offensiva. E’ senza dubbio in attacco che si vedono le qualità migliori del ragazzo: è in grado di far girare il pallone velocemente anche di prima, ha un buon controllo, gioca a testa alta con una personalità impressionante data l’età e non ha paura di niente e nessuno. Ha tutti i movimenti del regista classico: passa la palla e continua la corsa andandosi a posizionare in modo da riceverla di nuovo dal compagno, nel caso questi fosse pressato o in difficoltà. Si muove in continuazione per farsi trovare nella posizione migliore per ricevere il pallone, senza nascondersi. Quando si assenta dal gioco (lo fa), non è per mancanza di personalità o paura, ma sembra quasi per pigrizia (quando sei troppo superiore ai rivali hai meno stimoli). Difetti, anche qui: a volte è lento mentalmente nel cercare la giocata migliore, altre volte perde troppo tempo in leziosismi e rallenta il gioco, altre volte ancora non riesce a dosare la potenza dei passaggi, specie in verticale. Ma è anche in grado di sorprendere tutto e tutti con giocate di altissima scuola tra le quali punizioni a giro, tiri da 30 metri con traiettorie imparabili, dribbling da perfetto trequartista. E comunque vederlo sempre a testa alta… Chiudo: è destro, e usa per lo più un piede solo, ma lo usa bene (anche calciando rigori e calci piazzati in genere).

Considerazioni. Sicuramente il materiale tecnico e fisico c’è e il “colpo” è di quelli di cui andare fieri perché di valore internazionale. Il ragazzo ha potenziale illimitato, ma non bisogna però a mio modo fare l’errore di considerarlo già un giocatore fatto e finito, perché non lo è (e, se lo fosse a 19 anni, non sarebbe comunque un buon segno). Ha ancora bisogno di molto lavoro, anche a livello fisico: deve mettere su più muscoli (anche se l’ha fatto molto l’ultimo anno: basta vedere qualche foto attuale e confrontarla con quelle dell’anno scorso), lavorare sul piano aerobico, migliorare nella corsa, migliorare nella visione di gioco, nei passaggi lunghi, nei tempi di inserimento, nella copertura in difesa, nelle letture, nel timing delle scivolate. Ma alla Juventus troverà sicuramente buoni maestri per completarsi – se ne avesse davvero voglia – e diventare un giocatore di valore mondiale. Buon acquisto.