Quando il derby voleva dire Juve-Toro (parte seconda)

vialliEra il 19 marzo 1956 quando la Juventus giocò l’ultima partita in serie A contro il Novara; l’incontro terminò a reti inviolate. Domenica, dopo quasi 60 anni, gli azzurri ospiteranno nuovamente Madama nell’ennesimo match determinante per la lotta allo scudetto, in una gara che si prospetta sicuramente non facile per i ragazzi di Conte, anche se la squadra di casa sembra ormai destinata alla retrocessione. Questo potrebbe essere anzi un elemento motivazionale in più per la squadra di Tesser: quando capiterà ancora al Novara di poter di poter disputare una gara con la Juventus da seconda forza del Piemonte? Il Toro di Ventura infatti ha buone probabilità di tornare in serie A per riproporre un derby che ha fatto la storia del calcio italiano; se anche volessimo considerare la partita di domenica alla stregua di “un” derby, non potremmo non definire Juve-Toro “il” derby.
Ancor di più in una stracittadina è difficile parlare di tattica, di schemi, di bel gioco: tutto si riduce al risultato finale. Anzi perderla giocando bene è dramma doppio, mentre vincerlo per un colpo di fortuna è bellissimo. In queste partite poi il massimo godimento sarebbe rappresentato proprio da una vittoria in pieno recupero, magari su autorete.

Ed è proprio quanto accadde il 22 novembre 1992 quando al “Delle Alpi” la Juve di Trapattoni sconfisse il Toro al 92’ con autogol di Venturin: angolo dalla destra di Di Canio, passaggio basso e teso verso Moeller, il cui tiro non irresistibile colpì malamente proprio Venturin prima di andare in fondo al sacco alle spalle dell’incolpevole Marchegiani.
Una vigilia del match quasi atipica, considerando che il Toro precedeva in classifica una Juventus che faticava a trovare quella continuità di risultati necessaria per poter confermare sul campo il ruolo di anti-Milan che, sulla carta, i più le avevano attribuito, considerando l’organico a disposizione del Trap e gli arrivi, tra gli altri, di Gianluca Vialli, Dino Baggio e David Platt. L’inglese però sarebbe stato uno dei due grandi assenti della gara (l'altro fu Roberto Baggio), e così Trapattoni decise di affidarsi ad una coppia d’attacco “pesante” composta da Casiraghi e Vialli, con Moeller ad ispirare i due arieti. Fu proprio l’ex sampdoriano uno dei grandi protagonisti dell’incontro, in grado di trascinare una Juve capace solo nel primo tempo di creare quattro nitide palle gol. Al 9’ ci fu un recupero di Moeller su lancio di Marchegiani, con tocco per Casiraghi che da 25 metri indirizzò all’angolo trovando la pronta risposta dell'estremo difensore. Cinque minuti più tardi toccò invece allo stesso Moeller andare vicino al gol di testa su cross di Vialli. Ancora i due protagonisti al 17’ con una bellissima triangolazione che portò il tedesco ad una conclusione fermata efficacemente dal portiere granata. Alla mezz’ora fu di nuovo Marchegiani a compiere una parata eccezionale su punizione di Moeller.

Il Toro, che nel primo tempo aveva collezionato solo un tiro alto di Scifo, riuscì però a passare al 57’ con Sordo: errore di Dino Baggio nel disimpegno, palla rubata da Sordo che la passava a Casagrande, il quale a sua volta smarcava il compagno per il vantaggio granata. La Juve però non rinunciò ad attaccare e, trascinata da un indomito Vialli, raggiunse il pari al 76’; lancio in profondità di Casiraghi per Vialli, che si liberava della marcatura di Bruno e aggirava Marchegiani portando la gara in parità.
E quando, al 92', una buona fetta degli spettatori presenti sugli spalti aveva già abbandonato lo stadio, arrivò l’autogol di Venturin, che regalava il vantaggio finale e il sorpasso in classifica, a infierire con una doppia beffa sulla tifoseria granata.