Juventus-Lazio 2010-11: quando Krasic sembrava il nuovo Nedved

krasicSembra una vita fa eppure era solo l'anno scorso. La prima Juve dell'era Andrea Agnelli è targata Gigi Del Neri e sta conducendo una prima parte di campionato al di là di ogni aspettativa. L'esplosione del neo acquisto Milos Krasic, tutto impeto e corsa sulla fascia destra, e la vena realizzativa di Fabio Quagliarella hanno portato la squadra ad una posizione di classifica di tutto rispetto. Come nell'attuale stagione, però, il dito della critica è puntato sul numero eccessivo di pareggi: in Europa League cinque pari consecutivi hanno prodotto la prematura eliminazione nel girone di qualificazione, rendendo ininfluente l'ultima sfida casalinga contro il Manchester City, mentre in campionato non si riesce a inanellare un filotto di vittorie perché capita che a Brescia non ce la si faccia a mantenere il vantaggio per più di una manciata di minuti e nemmeno in casa contro Fiorentina e Roma si sia in grado di andare oltre uno striminzito 1-1.
Il profilarsi del terzo pari casalingo consecutivo, stavolta contro la Lazio, sembra vanificare le speranze di aggancio al secondo posto dietro alla lepre Milan, quando a una manciata di secondi dalla fine è ancora un'azione personale del biondino venuto dall'est a far esplodere lo Stadio Olimpico.

La partita era iniziata nel migliore dei modi con uno stacco imperioso di Chiellini su azione da calcio d'angolo che sbloccava il risultato dopo pochi minuti. Ancora una volta, però, il vantaggio bianconero durava poco perché alla prima occasione, sempre su azione di calcio d'angolo, era Zarate ad approfittare di un'uscita maldestra di Storari. Il primo tempo vedeva una supremazia bianconera nelle occasioni da goal, con l'ex romanista Aquilani che sentiva aria di derby e, particolarmente ispirato, andava vicinissimo al goal per due volte con tiri dalla lunga distanza che scheggiavano la traversa o uscivano di pochissimo. Stessa sorte per un pallonetto di Krasic che vedeva Muslera fuori dai pali mentre Quagliarella, a colpo sicuro, si faceva respingere la conclusione da Biava. Per la Lazio solo un contropiede di Floccari che sfruttava un'indecisione di Bonucci ma calciava a lato.
Il secondo tempo vedeva la Juve sempre più padrona del campo provarci ancora dalla lunga distanza col solito Aquilani, con Pepe, con Iaquinta, sempre senza fortuna; ma soprattutto con una gran punizione dal lato corto dell'area di rigore di Del Piero che Muslera riusciva a smanacciare in extremis.


Come detto sembra che, nonostante la supremazia bianconera, ci si avvii verso il terzo pareggio casalingo consecutivo quando, lanciato da un'apertura di Sissoko, Krasic manda in confusione per l'ennesima volta uno spaesato Cavanda, che l'ha patito per tutta la partita, si incunea in area e con un esterno sporco trova la mano di Muslera a deviare in porta il pallone.
E' l'apoteosi per la "freccia serba", già entrata nel cuore dei tifosi che, forse traviati dalla zazzera bionda e dalle trovate di qualche addetto ai lavori un po' troppo fantasioso, vedono in lui addirittura l'erede di Pavel Nedved. In realtà col pallone d'oro ceco il serbo ha in comune ben poco, a parte la chioma e il fatto di giocare sulla fascia. Tutto irruenza e scatto bruciante nel breve, ma zero intelligenza tattica e capacità di dribbling nello stretto, il serbo sparerà quella sera gli ultimi fuochi del suo scintillante inizio di stagione. La seconda parte del campionato sarà poi in costante discesa, secondo molti per via di un calo fisico dovuto alla provenienza dal campionato russo. In realtà si tratta di un giocatore molto prevedibile, con appena un paio di colpi nel repertorio, al quale i difensori italiani hanno messo un po' a prendere le misure.
Nel 2011 inizia dunque il lungo declino che porta con sé anche, probabilmente, un'involuzione psicologica, frutto di un carattere non certo da leone, il che lo porterà ai margini della rosa con l'arrivo in panchina di Antonio Conte. Oggi, tra presenze in tribuna ed esclusioni dalla lista dei convocati, di Krasic si sono ormai perse le tracce. Ultima presenza dal primo minuto in Coppa Italia col Bologna, 64 minuti di nulla. Poi pochi minuti da subentrato col Cagliari in campionato, abbastanza per sbagliare un goal clamoroso, e ancora in Coppa Italia contro la Roma: 24 gennaio 2012, quasi 80 giorni fa, le ultime tracce conosciute del (molto) presunto erede di Nedved.

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