Juve-Napoli '77: verso lo scudetto dei 51 punti

bettega

C’è da morire d’infarto”. Così commentò Benetti negli spogliatoi l’importantissimo successo che la Juventus ottenne nella 27sima giornata del campionato 1976/77 con un gol di Furino a cinque minuti dal termine del match, anticipato al sabato vista l’imminente finale di Coppa Uefa che avrebbe visto la squadra di Trapattoni opposta agli Spagnoli dell’Athletic Bilbao. Una frase che meglio di tante altre può far capire la tensione che si respirava in quel terribile finale di un campionato divenuto un gioco ad elastico con il Torino.
Le due torinesi sin dalle primissime giornate si erano contese la testa della Serie A a suon di agganci, sorpassi e tentativi di fuga quasi impercettibili, lasciando alla altre quattordici antagoniste l’ammirazione, l’invidia e la sola possibilità di puntare ad obiettivi che non fossero lo scudetto: la classifica vedeva infatti Juve e Toro prime in classifica con 43 punti, contro i 31 dell’Inter, terza, un gap enorme anche pensando ad un campionato come l'attuale con la regola dei tre punti a vittoria, una voragine se contestualizzato invece nell’era dei due punti per vittoria. Alle altre contendenti non rimaneva dunque che guardare con ammirazione o invidia alla sola possibilità di battagliare per qualcosa che non fosse lo scudetto. Considerando tale scenario, le parole di Benetti assumevano ancor più rilevanza, visto che un passo falso contro i partenopei avrebbe potuto significare sorpasso da parte dei cugini granata.
Un derby lungo un anno insomma, il cui risultato finale era così incerto e così atteso che il quotidiano “La Stampa” si rese protagonista di un’iniziativa alquanto singolare per l’epoca, nella settimana che precedeva Juventus-Napoli: provare a chiedere il verdetto finale a quel moderno calcolatore che rispondeva al nome di computer. Su 100.000 simulazioni delle ultime quattro partite da disputare da parte delle due squadre, il computer assegnò al Torino una probabilità di vittoria del 43,8%, alla Juventus del 33,2 %, lasciando il rimanente 23% all'ipotesi di uno spareggio. Ma, si sa, anche le macchine falliscono, e lo scudetto andò proprio alla Vecchia Signora in virtù della vittoria per 2-1 sui partenopei e del concomitante pareggio per 0-0 del Toro sul campo della Lazio: le ultime tre giornate sarebbero state infatti caratterizzate da altrettante vittorie per parte, il che avrebbe consentito ai bianconeri di vincere lo scudetto all’incredibile quota di 51 punti, contro i 50 del Torino.
Sembra quasi un paradosso, ma un dominio del genere era dovuto anche alla grande capacità degli uomini del Trap di soffrire fino in fondo; come accadde proprio in quel sabato pomeriggio sotto una pioggia quasi torrenziale. Al 1’ fu Tardelli ad impegnare Carmignani con un colpo di testa in tuffo che trovò la deviazione in angolo da parte del portiere campano. Fu poi Gentile ad andare vicino al gol con una cannonata dalla sinistra che sfiorò il palo prima di uscire sul fondo. Al 15’ il vantaggio della Juve: cross di Gentile, scivolone del difensore Vavassori, con Causio che riuscì solo a sfiorare prima che Bettega colpisse di testa per l’1-0. Tre minuti dopo fu Benetti a cogliere il palo con un tiro a mezz’altezza dal limite, Bettega si avventò sulla respinta ma venne anticipato da Bruscolotti. Lo show della del primo tempo della Juventus, condotto con un numero impressionante di azioni che avrebbero meritato miglior sorte (o meglio il raddoppio), venne interrotto nel secondo tempo quando il Napoli abbandonò ogni tipo di paura per gettarsi con convinzione in avanti, imponendo il proprio gioco grazie anche al calo di Benetti e Tardelli e vedendosi anche annullare un gol al 70’; cross di La Palma, torre di Savoldi e gol di Massa. Nemmeno il pericolo scampato bastò a dare alla Juventus la giusta scossa; anzi all’80’ arrivò il pareggio campano ancora con Massa, pronto a buttare in rete un cross a rientrare da calcio d’angolo. Proprio quando la beffa pareva ormai inesorabile, i bianconeri riuscirono a trovare le energie e la lucidità necessaria per riportarsi in vantaggio: pallonetto di Causio a scavalcare il muro di maglie azzurre per l’accorrente Furino, il quale stoppò di petto e trafisse di destro Carmignani.
Una vittoria con il cuore in gola, una questione di nervi più che di gioco o energie per due punti che alla fine del duello infinito con il Toro si sarebbero rivelati decisivi.