Il nuovo look antipatico della Vecchia Signora

nedved

Una piacevole sensazione per i tifosi Juventini quest’anno è vedere una Juve agguerrita, che lotta col coltello tra i denti, decisa a non lasciare a chi le vuole male nemmeno le briciole: una Juve che lotta sul campo, preparando le ‘sue’ battaglie in quel di Vinovo con tanto lavoro e con tanta cura quasi maniacale di tutti gli aspetti (il calo evidente dei guai fisici ne è una spia), ma anche all’esterno, nelle sedi giudiziarie per veder ristabilita l’equità di trattamento, e mettendo pure fuori la testa, e le unghie, a livello mediatico, perché le provocazioni altrui e il clima da sentimento popolare perennemente attizzato dai soliti noti non abbiano a nuocere all’ambiente.

Esplicito, nella sua intervista a Sky, Pavel Nedved: “Rispetto alle passate stagioni è cambiato tutto, dal presidente all’ultimo magazziniere”. L’ha ribadito Marotta nella sua intervista alla Gazzetta: “Abbiamo completamente rinnovato l’azienda calcio Juventus: è rimasto un solo dirigente del passato. Abbiamo cambiato medici, allenatori, giocatori, magazzinieri, direttore commerciale e marketing. Della rosa di due anni fa ci sono appena cinque giocatori”. Una virata totale dunque, a 180°, è cambiato il verso del vettore Juve: ora si punta dritti alla vittoria, secondo il motto della casa: “Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”. Certo ci potrà stare di perdere, in qualche rarissima occasione, ma solo se la lotta sarà stata condotta ad armi pari, secondo le leggi dello Sport (e non a tavolino, assecondando le strane regole dei signori del circolo della caccia) e dopo aver lasciato sul terreno anche l’ultima goccia di sangue.

Decisivo è stato il cambio al vertice: tagliata la testa della piovra che si era impossessata dell’onore della Vecchia Signora, tutto il resto, pur tra mille difficoltà, è venuto di conseguenza: ma alla testa dell’armata bianconera c’è adesso colui che qualcuno, con un grossolano errore di valutazione, aveva scambiato per un giovin signore, e che si è invece rivelato un condottiero, giovane sì, ma tutt’altro che sprovveduto, e con principi e valori ben radicati in testa e nell’animo. Con la vecchia signora e con i suoi antichi intendenti era cresciuto, aveva respirato l’odore dell’erba, delle maglie sudate, il profumo delle vittorie.
Perché quando una congiura di invidiosi palazzi aveva gettato del vetriolo sul viso della padrona di casa, nel tentativo di cancellarne, oltre alla faccia, anche l’identità, ponendo subitaneamente fine all’opera di chi l’aveva sino a quel punto servita, egli aveva senza dubbio masticato amaro nel vedere quanti continuavano a gozzovigliare beati, divertendosi davanti alle scene del macabro Grand Guignol che si rappresentava sul palcoscenico della giustizia sportiva.
Ma ora, venuta la sua ora, è lì, a cercar di curare le piaghe aperte sul corpo di Madama Juventus (due scudetti e 444 milioni); sa che qualche cicatrice resterà (la serie B), ma l’importante, come ha detto la Furia Ceka, è “far tornare la Juve com’era prima, una Juve vincente”.

Il cambiamento non si è dunque rivelato un cambiamento solo di nomi e persone, ma un cambiamento di mentalità, con l’adozione di una filosofia orientata al successo, che passa attraverso un’opera di ri-costruzione, paziente sì ma senza pause, attraverso il lavoro di tutti, ognuno per quel che gli compete, in virtù del proprio ruolo.
E’ vero, questo rischia di cancellare dalla Vecchia Signora quel marchio di ‘bruttarella ma simpatica’, che era stato la parola d’ordine del ‘lustro infame’. Meglio così: è stufa di far tappezzeria al ballo delle grandi, adesso vuol condurre le danze, a costo di risultare antipatica. Lo sarà davvero? “Lo spero – son parole del biondo paggio Pavel – io lo spero perché io non voglio essere simpatico, io voglio essere vincente!”.